Nella casa di New York di Will Eisner, nell’ormai lontano 1981 (un anno dopo il nostro primo incontro col Maestro, in visita in Italia nel gennaio 1980), si discuteva sull’eventualità di realizzare un film su The Spirit, il “detective creduto morto”.
Ma le cose non andarono. Ci voleva Frank Miller per portarlo davvero sullo schermo (con debutto a Natale). Tuttavia, quanto vi mostro riveste un certo interesse.
Poiché l’ho linkato nel menù del presente blog (come si legge subito sotto), credo di avere il diritto di tagliare corto riportando direttamente il commento di Cartoon Brew in merito.
Per cui, non stupitevi, visitatori dalle orecchie dritte e l’occhio aguzzo, se adesso l’italico idioma cede repentinamente il passo a quello della divina (ma terribilmente perfida) Albione.
Orsù.
Thank you Mark Evanier for pointing us towards a must-read Los Angeles Times article by former Chuck Jones/Bill Melendez/Richard Williams publicist-turned-animation producer Steven Paul Leiva (Space Jam), about his ill-fated attempts to bring Will Eisner’s The Spirit to the screen.
The story tells how Brad Bird, John Lasseter, John Musker, Jerry Rees (and other Hollywood bigshots) tried to make a potentially ground-breaking animated feature over 20 years ago (Leiva is pictured above left, in 1981, with Brad Bird (center) and Will Eisner at right).
Naturalmente, si sta parlando della foto in apertura, sul divano sotto il dipinto con Spirit.
E allora (ci chiederemo e vi chiederete): chi è il tipo a sinistra nella seconda foto, con Eisner e Laiva? Il link al giornale di Los Angeles spiega anche quello.
Tutto chiaro?
Bene, allora read it now!
PS: Per gli interessati, una mia intervista radiofonica su Spirit va in onda il giorno 27 dicembre 2008 nel programma La rosa purpurea, sulle frequenze di Radio24, a cura di Franco Dassisti.
AGGIORNAMENTO POSTNATALIZIO
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Dopo i primi giorni di programmazione nelle sale USA, non ho letto una sola recensione positiva.
In radio avevo dichiarato (avventatamente, senza aver visto nulla, che forse il film sarebbe piaciuto ai fans di Miller, ma avrebbe lasciato perplessi (sono di solito molto generoso) quelli di Eisner.
Sono stato in effetti, generoso, stando a quel che leggo.
Come regalo di Natale per il buon Frank, il critico A. O. Scott del New York Times lo concia per le feste.
Spero per il creatore di Sin City che esageri.
Ne riporto qualche passaggio, sottolineando le affermazioni più crudeli:
To ask why anything happens in Frank Miller’s sludgy, hyper-stylized adaptation of a fabled comic book series by Will Eisner may be an exercise in futility.
The only halfway interesting question is why the thing exists at all.
The most plausible answer lies in its pedigree.
(…)
Though he was involved in the film adaptations of “300” and “Sin City,” “The Spirit” marks Mr. Miller’s first solo effort as a director, and his bold visual style is not well served by his clumsiness as a cinematic storyteller.
The movie seems to be trying to combine a knowing, winking sense of pop-culture history with an embrace of the more soulful aspects of that history, but the result is a talky, pretentious stew of film noir poses and crime-fighter clichés.
(…)
What is most striking about “The Spirit” is how little pleasure it affords, in spite of its efforts to by sly, sexy, heartfelt and clever all at once. Or perhaps the movie flounders because its multiple ambitions are fundamentally at odds, like the various femmes, fatale and otherwise, who do battle for the hero’s heart.
The 108 overstuffed, interminable minutes of “The Spirit” yield exactly two memorable moments: when one of Mr. Jackson’s genetically engineered minions (all played by Louis Lombardi) appears as a tiny, hopping foot with a head grafted on to it, supplying an odd, creepy morsel of Surrealism; and when Eva Mendes (nella foto a destra, nota fuori testo, nevvero…), playing a character called Sand Saref, sits on a copy machine and presses the button. She produces what may be the only true-to-life image in the movie, as well as the most interesting.
(…)
Qui la recensione completa e i dati tecnici del film.
E Mr. Miller è servito.
A quanto pare, il recensore del NY Times è un fan di Eisner.
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