Chi ha acquistato oggi Il Sole 24 Ore ci ha trovato un mio articolo nello spazio dell’inserto del giovedì Nòva (lo stesso al quale è collegato questa ampia galassia di blog), dedicato alle doppie identità dei supereroi, Ultraheroes compresi.
Il titolo del pezzo, giustamente sintetizzato, si dovrebbe leggere per intero in questo modo: Gli eroi dei fumetti non muoiono mai.
In effetti, non sono solo i supereroi a evitare di tirare le cuoia, in quando disegnatori e sceneggiatori si danno da sempre un gran daffare per continuare ad appassionare generazioni di lettori sempre nuovi, costringendo gli eroi di carta e china a rigenerarsi, cambiare le carte in tavola, assumere nuovi ruoli che, se necessario, si collegano anche a nuove identità.
Dovendo tenere in vita gli eroi anche per ragioni di logico profitto (con prodotti editoriali e con la vendita di diritti derivati, quali capi di vestiario, pupazzi, articoli di cartoleria e quant’altro), da sempre gli autori scelgono di operare qualche trasformazione nei personaggi affidati alle loro cure, tentano le vie per giustificarne dei cambi di pelle.
Come i lettori più “anziani” di questo blog ben sanno, a metà anni Ottanta gli eroi statuni-
tensi hanno sperimentato di tutto: cambi di guardaroba, acquisto o perdita di poteri, lifting radicali…
Frank Miller ha realizzato la versione rugosa e senescente di Batman con il suo Dark Knight, e quasi in contem-
poranea i paramentri di Superman sono stati rifondati da John Byrne. L’incredibile Hulk ha mutato l’epidermide da verde a grigia e (grazie al bravissimo George Perez) Wonder Woman ha rispolverato la sua origine remota, radicata nella mitolo-
gia greca.
A volte, tuttavia, la rigenera-
zione dei personaggi, se spinta tanto oltre da far
rinnegare le loro origini, genera di fatto delle figure nuove, crea problemi.
Per questo, oltre una ventina di anni fa, la DC Comics è stata costretta a eliminare una quantità indu-
striale di “mondi paralleli” creati nel tempo dai suoi autori: il Multiverse.
Per la precisione, questi mondi erano ben sette, simili alla Terra nelle loro caratteristiche generali, ma con qualche non secondario “det-
taglio”; vi operavano diverse versioni dello stesso eroe, creando una confusione non più gestibile da lettori e autori.
Con i loro mondi, in contemporanea, anche i duplicati di eroi del passato prossimo sono stati fatti fuori. Sono morti vari cloni di Superman, oltre a Supergirl e a Flash, resuscitati in seguito con diverse caratteristiche, in modo da tenere sempre caldo un bacino di possibili lettori.
Sul Sole di stamani compare la copertina dell’albo dal quale è nato tutto ciò, in piena Golden Age del fumetto americano. Si tratta della storia, nota in Italia come Flash dei due mondi. Qualcuno se la ricorda? Da lì nasceva, nel 1961, il concetto degli universi paralleli, immaginato incidentalmente dallo sceneggiatore (per me “mitico”) Gardner Fox, l’autore al quale sicuramente i lettori e i visitors che hanno superato gli ‘anta devono essere grati, per aver scritto una quantità industriale di avventure che da noi, per i tipi di Arnoldo Mondadori, compari-
vano sugli amatissimi Albi del Falco.
I disegni sono di autori altret-
tanto mitici: Joe Giella e il carissimo Carmine Infantino (che trasportai a Lucca in occa-
sione dell’edizione autunnale di ormai ben nove anni fa, dopo essermi accordato con lui a San Diego in occasione della trasferta di un enorme gruppo di creators americani). Un fatto irripetibile, e di fatto irripetuto, anche per a scomparsa, nel frattempo, di uno dei più significativi fra loro, il Maestro John Buscema.
L’origine dei due “universi paralleli” si rivelava in questa avventura, Flash of Two Worlds, quando, come si vede all’inizio del post sulla copertina, accorrevano a salvare una persona in difficoltà due diverse versioni del velocissimo Flash: quella antica (al secolo Jay Garrick, eroe di Keystone City) e quella rinnovata, il Barry Allen noto ai lettori del 1961.
Oltre a quella copertina, ne mostro qui un’altra assai più recente raffigrante una delle tante morti di Superman, avvenuta nel 1993, con i colleghi in costume a piangerlo, affranti.
E aggiungo qualche altra cover della ragazza dell’Uomo d’acciao, Lois Lane (o Luisa Lane, come si diceva da noi), che si avvaleva di solito, nelle sue storie, della matita sublime di Curt Swan.
Infine… qualcuno si domanderà cosa c’entri in tutto questo il Lupo Ezechiele. Ben poco. Ma pochi giorni fa, il 27 maggio, uno dei più antichi e longevi personaggi Disney come lui (con i suoi rivali di sempre, i Tre Porcellini) ha compiuto la bellezza di settantacinque anni, nel disinteresse quasi generale.
Se n’è ricordato un fan di Istanbul, Kaya Özkaracalar, che a Ezechiele ha addirittura dedicato un blog, ricco di sorprese. Lo si può consultare qui, è in inglese.
Assolutamente incredibile (e pieno di informazioni sorprendentemente dettagliate) è anche il secondo blog di Kaya: La misteriosa fiamma della Regina Loana (O meglio: The Mysterious Flame of Queen Loana), che non parla solo di Cino e Franco… C’è anche la riproduzione della copertina del primo numero del Topolino di Nerbini!
Il © di Superman, Flash e Lois Lane è DC Comics.
il © di Ezechiele Lupo è Disney