Il quarto volume de La Grande Dinastia dei Paperi, che è ancora in edicola fino a tutto venerdì (ammesso che ve ne siano rimaste delle copie) si apre con una delle più belle storie a fumetti disneyane di tutti i tempi: Uncle Scrooge in “Only a Poor Old Man”, da noi Zio Paperone e la disfida dei dol-
lari. Un must assoluto che mi permetto di suggerirvi e del quale parla in una delle sue pagine web il critico Mike Barrier: uno dei giornalisti americani che più si è dato da fare per far emergere dall’ombra il più grande narratore del secolo scorso: Carl Barks.
La descrizione un po’ for dummies della storia e del suo significato è qui (ma ne parliamo più diffusamente sot-
to, dopo una sorta di avviso per i naviganti che vi som-
ministro dopo la forca caudina del link, che è bene la-
sciare per esteso tutto in una riga per favorirne l’acces-
so. Ecco ci siamo quaaaasi… eccolo!):
http://www.michaelbarrier.com/Essays/Scrooge/WorldsRichestDuck.html
Restano ancora pochissimi giorni per accaparrarsi in edicola l’ultimo numero de I Grandi Classici Disney, il n. 55 con data febbraio 2008 (al quale ho collaborato, come da svariati anni a questa parte).
La ragione principale dell’acquisto, a mio avviso, è la presenza di tre storie made in Italy d’an-
nata, tutte e tre scritte e sceneggiate dal “Professore”, vale a dire Guido Martina.
Dal lontano 1960, tutte e tre non si vedevano in circolazione nel formato in cui, adesso, questo Grandi Classici le ripropone.
Ma dirò di più.
Questa volta, per divorare avidamente il volumetto e avere un motivo ulteriore per osservarlo sin nei suoi più riposti interstizi c’è una ragione precisa (scherzo, ondeggiando tra il serio e il faceto).
E’: dare una risposta al quiz che vi pongo.
Subito sotto.
Ebbene, in due diverse storie a fumetti che compa-
iono in questa compilation sono nascoste due ci-
tazioni, di due autori le cui firme sono presenti nel volumetto stesso.
Chi sono? E in quali storie (meglio ancora, in quali “luoghi” delle storie) sono citati?
Sembra difficile, ma in fondo non lo è troppo…
Chi se n’era già accorto, è autorizzato a battere un colpo per primo.
Ulteriore chiarimento: queste citazioni non sono state inserite ad arte in I Grandi Classici Disney n. 55; erano presenti al momento della prima pubbli-
cazione delle storie stesse.
Tutto chiaro?
Come promemoria, copio di nuovo il sommario del (pingue) numero. Nei credits viene prima lo sce-
neggiatore e poi il disegnatore.
Topolino e le auto rubate: Anne-Marie Dester / Massimo De Vita, Topolino nn. 1227-1228
Zio Paperone… tutto per la concessione: Carl Barks, Topolino n. 549
Paperoga capo onorario dei Piedoni: Dick Kinney /Phil DeLara, Topolino n. 689
Zio Paperone e l’occhio di Tuticos: Renzo Sciutto / Maurizio Amendola, Topolino n. 1375
Grandi Classici Superstar
Paperino e l’anno bisestile: Guido Martina / Giovan Battista Carpi con l’aiuto di Giulio Chierchini, Albi della Rosa n. 299
Topolino e l’aria leggera: Guido Martina /Giuseppe Perego, Albi della Rosa n. 287 (vedi immagine della copertina)
Il Carnevale di Paperin-Paperone: Guido Martina / Romano Scarpa, Albi della Rosa n. 277
Zio Paperone e le astuzie di Paperoga: Dick Kinney /Phil DeLara, Topolino n. 682
Pippo e lo zoo che svanisce: Bob Ogle / Paul Murry, TL 541
Topolino e le vibrazioni ultrasoniche: Michele Gazzarri / Guido Scala, Topolino n. 861
Zio Paperone e l’avventura in Formula 1: Giorgio Pezzin / Giorgio Cavazzano, Topolino n. 1501-1502
E torniamo a Barrier.
Il suo articolo non avrebbe dovuto finire in rete, ma sulle pagine del quotidiano Wall Street Journal, che ogni sabato pubblica una recensione su un capolavoro dell’arte (pittura, letteratura e, tra le altre cose, anche fumetti).
Così, a Barrier è stato richiesto di segnalare un capolavoro fra i più interessanti di tutti i tempi in campo fumettistico e, giustamente, da grande intenditore qual è, ha risposto con il pezzo che gli anglofoni possono trovare qui (ripeto):
http://www.michaelbarrier.com/Essays/Scrooge/WorldsRichestDuck.html
Però, non solo il pezzo non è stato pubblicato ed è tornato al mittente alla velocità della luce… Barrier sospetta addiruttura che il responsabile della pagina dei “Capolavori” non l’abbia nem-
meno letto. Dato l’argomento, i personaggi e il marchio Disney (leggi: “roba per bambini”), a quanto pare non era stato aprioristicamnte ritenuto degno di figurare nella èlite di fumetti privilegiati (forse solo graphic novel? Barrier, per pietà, evita di elencarne i titoli) che il Wall Street Journal ha sentito di poter avallare.
Siamo alle solite: il fumetto popolare, in quanto tale, sembra che non riesca ad affrancarsi presso quella élite con naso arricciato e paraocchi massicci che occupa forse con scarso titolo per farlo, alcune postazioni importanti nei media.
Per fortuna, queste persone incapaci di distinguere un capolavoro da una (potenziale) ciofèga, sono solo una élite.
© Disney per le immagini