MILTON CANIFF OSPITE A FIRENZE

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Naturalmente non è vero.

Milton Caniff sarà con noi solo nello spirito, perché ne parleremo e analizzeremo la sua arte, insie-
me a rari film degli anni Trenta e Quaranta (con strani e rari dop-
piaggi) basati prevalentemente sulla figura umana più o meno ca-
ricaturale. Personaggi inchiostrati con una pennellata molto eviden-
te, bella grassa, in forte contrasto con quella più educata che si addiceva meglio a una raffigura-
zione della figura umana in modo più naturalistico (edulcorazioni hollywoodiane a parte) che abbiamo annusato la settimana scorsa a proposito di Alex Raymond (spero che la ricerca prosegua anche in seguito individualmente, una volta gettati questi microscopici semi).

Uno di questi filmati sarà quello annunciato nel post precedente, e dovuto al genio di Robert (Bob) Clampett, del quale iniziamo adesso a trattare, ma che ci accompagnerà anche negli incontri di inizio 2008, come è giusto.

Il post di oggi, in sostanza, è dedicato a Milton Caniff, al quale farò solo brevi accenni, lasciando la parola per i dettagli a Francesco Spreafico, grande appassionato (e curatore) dell’opera di Caniff, al quale ha dedicato anche un sito, nell’area Horizons Unlimited: http://www.miltoncaniff.net/

Caniff aveva un debole per le donne “algide e fatalone” e la raffigurazione delle stesse. Nella foto lo si vede con una sua tipica modella.

Ma cominciamo dal contenuto della “seduta” del seminario fiorentino prevista dal copione. Questo che segue.

L’animazione sintetica, ma non ancora necessariamente dell’era televisiva (tecnica diversa e più economica, di quella cinematografica). Dopo esempi cinematografici classici (Tex Avery, Chuck Jones e così via) si passa ad Hanna-Barbera e all’animazione più “schizzata” degli anni Ottanta, sino ai serial giapponesi etc. Sino all’animazione “selvaggia” di Nickelodeon e MTV.

(In realtà questo tipo di animazione lo vedremo nel 2008, ma intanto serviva porre una pietra di paragone bla bla bla)

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Per l’esercitazione è necessario procurarsi dei pennarelli, o dei marker dal-
la punta grossa per simulare una pennellata sintetica alla Caniff. Per esem-
pio, questo markerone potrebbe essere impiegato per fare ritratti elimi-
nando il più possibile i tratti superflui, prendendo a modello la faccia di
una persona, come questa sulla destra, per esempio.

Alex Toth, con i suoi volumi didattici che spiegano la sua arte, parente di quella di Caniff, Sickles e compagni, ci farà da guida.

E torniamo a Caniff, alla cui linea grafica si sono abbeverati Paul Campani, Hugo Pratt, Mario Faustinelli, addirittura il primo Dino Battaglia.

Di Caniff, dice Francesco:

“(…) senza voler fare inutili classifiche, è sicuramente stato uno due o tre autori più importanti e più influenti della storia del fumetto mondiale. A lui si sono rifatti artisti del calibro di Jack Kirby, Romano Scarpa, Frank Miller e Hugo Pratt (per citarne solo alcuni). Caniff non era unico solo nello stile grafico, che in realtà deve anche molto al suo collega Noel Sickles, ma era assolutamente insuperabile come narratore, come creatore di plot intriganti e personaggi reali e moderni, che infatti rimagono leggibilissimi ancora oggi.”

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E prosegue:

“La sua prima vera serie sindacata di strisce giornaliere fu Dickie Dare, le oniriche avventure di un ragazzino che vive le storie dei libri che legge…
Presto queste avventure divennero reali e la striscia si trasformò nel terreno di prova della successiva opera di Caniff: Terry e i pirati (1934-1946), dodici anni di strisce giornaliere e tavole domenicali che seguono le avventure del giovane Terry Lee e del suo tutore Pat Ryan per la Cina e buona parte dell’Asia… fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale che ve-
drà entrambi entrare nell’esercito.

Oltre a questo un enorme numero di personaggi secondari indimen-
ticabili, dal servitore Connie alle intriganti Burma e Dragon Lady, per sollevare il morale delle truppe durante la guerra Caniff creò anche una speciale serie di strisce umoristiche autoconclusive destinate esclusivamente ai soldati, Male Call.”

Basta, il resto su http://www.miltoncaniff.net/ e altrove, seguendo i vari link delle pagine spreafichiane.

In Italia non c’è molto di disponibile su Caniff, per chi volesse conoscerlo: un antico saggio di Enrico Fornaroli pubblicato da La Nuova Italia nel 1988, un bell’excursus con biografia, cronologia e commenti critici curato da Alberto Becattini per Glamour International (s’intitola Milton Caniff: American Stars and Strips ed è nella collana Profili; cercatelo! Dovrebbero essercene ancora delle copie disponibili, ne porto una in visione ai partecipanti al seminario) e la cronologia della serie Steve Canyon, curata dal solito Spreafico per i tipi della Free Books. Questa è disponibilissima e richiedibile a tutte le fumetterie, nonché ancora in corso di pubblicazione.

Caniff

Rispetto all’ultimo volume uscito, si legge, nel sito dell’edi-
tore:

“Continua il periodo d’oro delle avventure di Steve Canyon, che entra con questo paperback nel suo terzo anno di av-
venture (il 1949). Perso tempora-
neamente di vista il pittoresco Happy Easter, tocca a un nuovo personaggio, già comparso sul quarto volume, condividere il destino e le peripezie di Steve e diventare sua spalla.

Si tratta del giovane Reed Kimberly. Reed e Canyon vi-
vranno una delle più entusiasmanti e classiche avventure della serie, Operazione Snow Flower, qui proposta interamente.

Inoltre, sempre in questo volume debutta anche un nuovo personaggio che diventerà molto importante, in futuro, per Steve Canyon: la giovane Summer Smith. (…)”

Il resto, potete trovarlo a questa pagina (e nelle precedenti): http://www.free-books.it/it/fumetti/default.asp?id=384

  • Willi |

    Davvero inquietantemente caniffiana, codesta modella!

  • luca boschi |

    Oh, certo!
    Sarebbe carino (trattasi di una pittrice del Nord), che così scrive, oggi, in una incredibile circolare (giustamente) antivenatoria…:
    Avete mai guardato con preoccupazione un cacciatore zompettare tranquillo nella vostra proprietà, con il suo bel fucile alla mano, senza poter nulla dire e fare grazie alle strabilianti potenzialità dei commi 1 e 2 dell’art.842 CC?????
    Io si, a casa di amici, ad una festa in campagna funestata dalla presenza del suddetto…ma vi sembra normale?? A me no!
    Le associazioni LAV, LAC, ENPA e OIPA hanno presentato la petizione popolare a sostegno della Proposta di Legge 1668 – di iniziativa dei deputati Mellano, Zanella, Beltrandi, Camillo Piazza – per l’abolizione del DIRITTO DI ACCESSO DEI CACCIATORI AI TERRENI PRIVATI.
    Tale diritto è previsto dai commi 1 e 2 dell’art. 842 del Codice civile, che recitano: “Il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l’esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno. Egli può sempre opporsi a chi non è munito della licenza rilasciata dall’autorità”.
    In realtà questo articolo rappresenta una grave violazione del principio di uguaglianza dei cittadini, stabilito dalla Costituzione, consentendo ai cacciatori, e solo a loro, la possibilità di non rispettare una proprietà privata durante l’esercizio del loro sanguinario “passatempo”.
    Perciò?
    Firmiamo, inoltriamo, protestiamo.
    E’ il NOSTRO paese, non il LORO.
    S.
    http://www.oipaitalia.com/public/caccia/petizione.php
    Se ne fai il ritratto, poi inviamelo (ci davamo del “tu”, no? Almeno via mail) e lo metto in un futuro post!
    Ciao, e buoni rigori invernali!
    L.

  • Moerandia |

    Incredibile! Si legge la storia e poi si scopre che quella ragazza esisteva davvero (fisicamente intendo). E così, con una modella in carne ed ossa, si potevano rendere i giusti volumi da qualsiasi inquadratura. Vorrà dire che proverò a disegnare io la bella ragazza della foto piccola a destra.
    Buone feste.
    G.Moeri

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