Questo è un post di passaggio, l’insospettabile link fra quello precedente, che parla (con superficialità, certo) di
un libro con Biancaneve, e quello che metterò online fra poche ore. Trattasi di un post, questo, che apre anche qui nel web un discorso iniziato da Gabriele Bernabei col suo “amoroso omaggio” a Magnus, con un libro che contiene una eccezionale raccolta di disegni, schizzi e illustrazioni che non può (NON può) mancare nella biblioteca degli appassionati del grande Roberto Raviola.
Ce ne aveva accennato Gabriele stesso, intervenendo nei commenti di questo blog qualche settimana fa.
Nel suo volume, incentrato sul rapporto di Roberto Raviola con l’amata Valle del Santerno (edito da A&G, 24 euro), richiedibile presso le fumetterie, è pubblicata una “prova”, in questo caso decontestualizzata, di quanto raccontavo nel catalogo (e nella conferenza di apertura) della magnifica iniziativa bolognese a cura del gruppo Hamelin: “Magnus poeta dell’immagnario”.
Ecco un passo di quanto scrivevo di sfuggita, a questo proposito nel volume, impeccabilmente curato dalle Edizioni Black Velvet di Omar Martini e amici, e uscito nella scorsa primavera.
«(…) Mentre prosegue la sua evoluzione stilistica, l’autore non dimentica di ammirare anche gli autori comici. Più di una volta dichiarerà, sin troppo umilmente, di non essere all’altezza della sintesi, definita “troppo alta”, del disegnatore del Mickey Mouse del Dopoguerra. Quello che a lungo gli italiani identificheranno con un certo Al Levin, e che invece si rivelerà per il geniale Floyd Gottfredson.
«Magnus non se la sentirà mai di misurarsi con lui, al punto da respingere, nel 1992, un’ipotesi di collaborazione con la Disney Italia per una storia one shot di un ipotetico volume della collana “Walt Disney presenta” da dedicarsi a Pietro Gambadilegno. Magnus propone all’estensore di questo articolo, all’epoca responsabile dei testi della collana Disney, che semmai potrebbe cimentarsi volentieri con una storia di Biancaneve: la vegetazione spettrale della foresta e il look pupazzettistico dei Sette Nani sono nelle sue corde molto più del Topo con le orecchie a sventola, e abbastanza in sintonia con quanto già sperimentato nella “Compagnia della Forca”.
«Inutile sottolineare che questa collaborazione, alla fine, non avrà lo spazio, né il tempo, per decollare.
«Accantonato il modello di un “Disney di Oltreoceano”, Magnus ha guardato invece, a più riprese, un “Disney Italiano”.
«Infatti, nella fase in cui studia le segrete smorfie dei volti, e la più azzeccata gestualità per i suoi personaggi, il fumettista bolognese cerca di impossessarsi delle espressioni e della recitazione di Pier Lorenzo De Vita, che dagli anni Cinquanta è entrato a far parte del nucleo primigenio dei Maestri del Topolino libretto. Testimonia questa ricerca qualche vignetta copiata, con tanto di colorazione a pastello, dal capolavoro di Guido Martina e De Vita “Don Chisciotte”, uscito sui numeri 137-139 di “Topolino” libretto nel 1956, e ristampato più volte. (…)»
Ebbene, nel “Pittore di Castel del Rio” c’è uno schizzo, abbastanza rifinito in realtà (ma si intravedono i segni non cancellati dal lapis), di uno dei Sette Nani (Mammolo), databile tra il 1991 e il 1992, tramite il quale si deduce che Magnus stava effettivamente pensando a quella proposta editoriale non ancora formalizzata. E che non avrebbe mai visto la luce, causa interruzione della collana.
Post Scriptum (che può non interessare a nessuno, e comunqua non c’entra col discorso se non per coincidenze temporali).
Ho iniziato a collaborare con “Sky Life”, il magazine della TV, Nel numero di ottobre c’è un intervento sui Griffin (The Family Guy).