Leonardo da Vinci è scomparso col suo segreto e Niccolò Machiavelli è sulle sue tracce. Il corso della storia è giunto a un bivio…
Così stanno le cose. E in questo crocevia, ecco l’incontro di sabato (domani) con Luciano Gatto e una caterva di amici.
A mo’ di commento grafico, ecco un paio di rare vignette realizzate da Luciano nel 1960, su testi di Antonino Mancuso e Luigi Grecchi, per una storia pubblicata nel n. 25 del settimanale “Il Monello” in edicola il 23 giugno di quell’anno, un paio di settimane dopo la conquista della settimanalità anche per “Topolino”: uno spartiacque per i periodici a fumetti italiani. La stampa rotocalco dei fratelli Alceo e Domenico Del Duca non è granché, e come si vede faceva impastare i neri (il lettering meccanico si legge a malapena), ma per l’epoco era quasi quanto di meglio il mercato italiano potesse offrire.
Anche la cura editoriale ha i suoi problemini. Nella vignetta qua sopra è evidente che il balloon del topo Felicino, secondo le intenzioni d Gatto avrebbe dovuto essere posizionato in cielo, sopra la nuvola. Ma per qualche inspiegabile ragione il redattore che poi ha incollato materialmente il balloon sul foglio di cartoncino bristol consegnato da Gatto, ha deciso di spostarlo in basso, ostruendo così, in parte, qualche elemento del paesaggio.
Altrettanto dissimile sarà la versione che Gavioli ne fornirà poco tempo dopo, ritraendolo come uno stilizzato bull-dog vestito di tutto punto.
In queste vignette sono di scena personaggi che avete incontrato più volte in questo blog; se andate a sbirciare fra i post di fine luglio – inizio agosto, trovate altre interpretazioni di Sempronio il gatto, Felicino il topo e Arcibaldo il cane. Dal confronto, appare evidente come questa versione di Gatto sia assai diversa e personale, rispetto a quelle di Gino Gavioli e di Ferdinando Corbella.
Il look del cane Arcibaldo è proprio impossibile da paragonare.
All’incontro con Gatto, con Alberto Becattini, con Giovanni Romanini e con i nuclei centrali dell’I.N.D.U.C.K.S. italico e del Papersera, ci sarà anche Leonardo Gori, che ha appena sfornato un nuovo romanzo giallo.
Forse ne farà cenno, ma di sicuro lo presenterà giovedì 20 settembre presso la Libreria Feltrinelli di via de’ Cerretani, 30/32r a Firenze, alle ore 18:00.
Il libro s’intitola LE OSSA DI DIO ed è ambientato nell’aprile del 1504: si tratta di un thriller in cui si incrociano, nel paesaggio della Toscana rinascimentale, nientemeno che le strade di Leonardo da Vinci e di Niccolò Machiavelli, nei panni di insolito investigatore.
Tra orde di scimmie assassine, lunghe indagini ed efferati delitti, l’inedito statista-detective scoprirà un terribile segreto. Nel sorprendente finale, il personaggio del cardinale Francesco Da Signa è ritagliato su un famoso fiorentino dei nostri giorni: vi inviteremo, in una specie di “gioco di sala”, a scoprire di chi si tratta…
Ecco altre note in merito, così come le ha compilate Graziano Braschi.
Livorno, aprile 1504. Il buio nelle strade è più nero, stanotte. Un’orda di scimmie gigantesche, sbarcate da una nave misteriosa, ha invaso la città seminando sangue e terrore tra la gente in fuga disperata. Gli armati non possono arrestarne la forza distruttiva, nessuno capisce da dove arrivino né chi le abbia traghettate fino a violare l’incantesimo rassicurante della notte.
Niccolò Machiavelli e Durante Rucellai s’imbattono nei cadaveri di quattro mori e di un gorilla, e tutti portano i segni inconfondibili
della dissezione: tagli chirurgici attraversano i corpi da cima a fondo, testimoni muti della mano di Leonardo Da Vinci, che però è sparito nel nulla.
C’è un segreto è troppo pericoloso e sono in molti fra gli uomini di Stato e di Chiesa a volersene impadronire. Così Machiavelli, accompagnato dalla bellissima ed enigmatica Ginevra, si avventura tra i miasmi dell’odio alla caccia del più grande genio del Cinquecento…
Leonardo ricrea le atmosfere in bilico del Rinascimento italiano, rivivendone gli intrighi e le ambizioni che lo hanno reso snodo cruciale della Storia dell’umanità.
“Le ossa di Dio” restituisce i decenni travagliati nel cammino verso la Controriforma, opponendo la scienza alla religione, la passione alla morale, la verità all’oscurantismo. I celebri personaggi del romanzo, spogliati della chiave storica e simbolica assunta nei secoli, tornano a essere uomini, assiduamente impegnati nella ricerca inarrestabile, di qualcosa che è forse meglio non scoprire.
Per chi non lo sapesse, Leonardo Gori ha anche pubblicato per Hobby & Work “Nero di Maggio” (2000), “I delitti del Mondo Nuovo” e “Il passaggio” (2002), “La finale” (2003), “Lo specchio nero” e “Il fiore d’oro” (con Franco Cardini, 2004 e 2006). Nel 2005 è uscito per Rizzoli “L’Angelo del fango”, ultimo romanzo (per il momento) della serie del capitano Bruno Arcieri, che ha vinto il Premio Scerbanenco e il Premio Fedeli.
Il suo sito internet è www.leonardogori.com.
Nella foto, Leonardo è colto (di sorpresa) nel suo archivio di fumetti, sito in un remoto cascinale, insieme ad alcuni amici esperti, fra i quali Francesco Spreafico (in forza alla Free Books) e Armando Botto (I.N.D.U.C.K.S., a destra).
Autore dello scatto è l’ineffabile fotografo, superesperto e docente universitario Marco Barlotti (sua anche la foto con Gatto e Stajano del post precedente, thanks!), si vedano le sue disanime disneyane sul numero attualmente in edicola di “Fumo di China”.
Ma parliamo anche di un altro giallo, che appassiona i bloggatori fumettofili del Sole 24Ore.
Chi è il disegnatore italiano di Picchiarello proposto nel corso di questa settimana?
Eccone un’altra sua vignetta.
Qualcuno conosce per caso “Wendy the Good Little Witch” presente nei comic books della Harvey, e amica di Casper?
Sì?
No?
Perché faccio questa domanda?
Così, per fare.
Ma osservate bene queste streghesche vignette.
Sono dell’autore misterioso.
Fuochino, fuochino…
Domenica mattina il tempo scade e a stretto giro avrete la risposta!