Tutto ciò domani (se leggete oggi! :-), domenica 2 settembre.
Magnus, per l’anagrafe Roberto Raviola, leggendario disegnatore e autore di fumetti, Maestro del bianco e nero, raro conciliatore di critica e lettori sul piano del successo, co-vincitore (di fatto) del Premio Franco Fossati 2007 col volume realizzato a corredo della sua strepitosa mostra personale organizzata la scorsa primavera dal gruppo Hamelin, nasce a Bologna il 31 maggio 1939, durante un gran temporale. L’oroscopo cinese diceva che quello era “l’anno del Gatto”. “Gatto bagnato ne mostra delle belle”, recita più o meno un vecchio adagio…
Dopo il Liceo Artistico, l’Accademia di Belle Arti e un approccio professionale con l’illustrazione, negli anni Sessanta assieme a Luciano Secchi (Max Bunker), Magnus dà vita ai neri “Kriminal” (1964) e “Satanik” (1965), al poliziesco “Dennis Cobb” (1965), al fantascientifico “Gesebel” (1966), alla satira medioevale di “Maxmagnus” (1968), al serial di costume “Alan Ford” (1969).
Dal 1975, da solo o con tempora-nei compagni di viaggio, è all’opera coi temi e i filoni dell’imma-ginario più diversi: dal thriller de “Lo Sco-nosciuto” (1975) alla fanta-scienza di “Milady 3000” (1980), dal medioeval- grottesco de “La Compagnia della Forca” (1977, con Giovanni Romanini) all’erotico de “Le centodieci pillole” (1985), dal fantastorico de “I Briganti” (1978) allo splatter demenziale di “Necron” (1981), opera della quale in occasione di questa mostra di Castel del Rio esce il terzo volume della ristampa pubblicata dalle Edizioni DI/Grifo Edizioni, a fianco del saggio di Gabriele Bernabei “Il pittore di Castel del Rio”.
Nel 1982, Magnus realizza in francese una sua autobiografia a vignette, dove affida alla dottoressa Frieda Boher il compito di fare da guida del proprio itinerario artistico ai suoi nuovi fans d’Oltralpe. Magnus cita come ispiratori “des personnages magnifiques…” e mostra il mago Mandrake, i pionieri della fantascienza Flash Gordon e Brick Bradford, il perfido despota di Saturno Rebo, il Mefistofele a fumetti disegnato da Rino Albertarelli…
E ricorda che per lui, la cosa più dbella è sognare : “… Pourtant la chose la plus belle c’est sans doute la possibilité de faire des réves… et puis de pouvoir rever encore… et puis encore… et puis enc…”
Versatilissimo, unico, molto imitato ma sempre inimitabile, racchiude la sua essenza di uomo e di artista nell’esagramma con cui firma alcune delle sue opere più mature: un simbolo che secondo l’antica filosofia cinese del “Libro delle Mutazioni” identifica il Viandante, “l’Uomo che Non Smette Mai di Cercare”.
Questa costante ansia di ricerca lo spinge anche a misurarsi, negli ultimi anni della sua vita, in una impresa «da far tremare i polsi», come la chiamava lui: le duecentoventiquattro sontuose tavole di “Tex – La valle del terrore”, un racconto scritto da Claudio Nizzi con il personaggio disegnato da un collega che Magnus ha sempre molto ammirato: Aurelio Galleppini.
Il “Texone”, come tutti lo chiamano, è purtroppo in canto del cigno di Magnus. Uscirà nel giugno 1996, quattro mesi dopo la sua scomparsa dal mondo degli uomini.
A Magnus è dedicata questa bella iniziativa, di cui leggete tutto nei jpg, compreso il “come prenotarsi” per il pranzo all’Albergo “Il Gallo”.
A lui è anche dedicato un capitolo del mio prossimo libro, “Irripetibili”, in uscita a Roma tra qualche settimana.
Prosit.