FRANCESCA FORNARIO E IL QUOTIDIANO "PUBBLICO"

ATTENZIONE: A TUTTI I COMMENTATORI!!!
IL SISTEMA PER LA SCRITTURA E L’INVIO DEI COMMENTI E’ NOTEVOLMENTE PEGGIUORANTOM, NON PER DECISIONE DI CARTOONIST GLOBALE.
IL CONSIGLIO E’ SCRIVERE COMMENTI BREVI E DIVIDERE QUELLI LUNGHI IN TANTI COMMENTINI DI POCHE RIGHE.
IL SISTEMA FALLACE DI TYPEPAD “ILLUDE” IL COMMENTATORE CHE IL SUO TESTO SIA PUBBLICATO, MA IN REALTA’ NON COMPARE NULLA, E NON SI TRATTA DI MODERAZIONE,DEI COMMENTI, SOLO DI DISFUNZIONAMENTO.
NELLA SPERANZA CHE QUALCUNO PROVVEDA, ADOTTATE QUESTO METODO. TANTE SCUSE, ANCHE SE ALTRI DOVREBBERO SCUSARSI.

Francesca Fornario La vecchia amica Francesca Fornario, incontrata tanti anni mentre frequentava le mie lezioni sul cinema di animazione a Roma, tenute per conto dell’Università Cattolica, è da qualche anno un personaggio pubblico, nota non solo per i suoi scritti o i suoi fumetti satirici, ma anche per le sue pertecipazioni a programmi televisivi o in teatro.

In un suo scritto recentissimo espone la situazione imbarazzante nella quale si trova, lavorando al quotidiano Pubblico, che ha debuttato appena settembre e, due mesi e mezzo dopo, è già profondamente nei guai.
Riporto quel testo anche qui, dove può godere di una maggiore visibilità.
A lei la parola
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Luca Telese ha annunciato la chiusura di Pubblico. I collaboratori che hanno puntualmente svolto il loro lavoro non saranno pagati.

Di fronte a questo annuncio, non dovendo (purtroppo) più preoccuparmi di salvaguardare il posto dei colleghi rimasti vi chiedo di aiutarmi a pubblicizzare la cosa condividendo questo mio stato.

Ho raccontato più volte sulle pagine di «Pubblico» il dramma del lavoro precario in un paese il cui presidente del consiglio sentenzia che «Il posto fisso è monotono» un secondo dopo aver accettato la nomina di sentaore a vita (Il posto fisso è monotono? Lo racconti ai precari che tentano di farsi prestare i soldi da una banca per comprare un monolocale!

Francesca Ieri nella mia filiale sono entrati quattro precari armati, con le maschere dei presidenti americani Reagan, Carter, Nixon e Johnson: volevano chiedere un mutuo. Il posto fisso è monotono?! Parla lui che è sposato da 40 anni! Abbiamo opinioni molto diverse riguardo al concetto di «monotonia»).

Ho raccontato su Pubblico il dramma dei consulenti, delle finte partite Iva pagate con un ritardo che una volta era di 60 giorni, poi di 120, ora, mediamente, si viene pagati nella prossima vita (se l’ultimo bonifico che hai ricevuto era in setersi significa che nel 30 avanti Cristo eri un consulente.

E sono andata in giro per l’Italia, gratis, mettendoci la mia faccia, a racontare quanto ero orgogliosa di collaborare per un giornale che avrebbe pagato tutti i collaboratori e degnamente, perché il lavoro va pagato. Così non è stato. Dunque, pur dovendo rispettare un contratto che mi obbliga a scrivere un corsivo satirico al giorno (questo), sono alquanto in difficoltà a fare satira su chi sfrutta il lavoro su un giornale che sfrutta il lavoro.

Anche se l’azienda non è ancora inadempiente nei miei confronti, rescindo il mio contratto di collaborazione con Pubblico, perché il mio lavoro vale quanto quello dei miei collaboratori Fabio Magnasciutti, Valeria Petrone, Gavagnin Marco, GianLorenzo Ingrami e quello del generoso capitano @bruno tognolini che con me hanno dato vita a «Pupù, il giornale che fa nascere i fiori».

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Ringrazio le belle persone che ho incrociato, su tutte Paola Natalicchio, Mariagrazia Gerina, Luca Sappino, Simone Salis, Boris Sollazzo, Marco Filoni, Pasquale Videtta e tutte le altre che fb non mi fa taggare. Ringrazio tutti i lettori, di tutte le età. Spero di incrociarvi ancora, lavorare con voi è un privilegio e una gioia.

Buona fortuna, così è la vita

Letterinaweb

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Nella foto sopra, scattata da Emanuela Oliva, Francesca disegna, presentata da Davide Barzi, in occasione del Premio Luciano Bottaro, organizzato da ComiXcomunity a Reggio Emilia al Mauriziano.