IL PASTORE DELLA MERAVIGLIA: PARLA BLASCO PISAPIA

Presepe

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Ed ecco la lunga intervista con Blasco Pisapia (foto sopra) annunciata qui!

Luca Boschi (LB in seguito): Caro Blasco, i lettori di fumetti Disney ti ricordano per alcune storie con Paperino come quella la cui tavolona iniziale riproduco sotto. Oppure per i disegni assai elaborati, fatti per i redazionali del settimanale disneyano dove dove si spiegava come fosse fatta l’architettura degli edifici di Paperopoli.

Cos’hai fatto durante questa lunga pausa non disneyana?

Hr-2.php Blasco Pisapia (di seguito BP): L’avventura cartoon-urbanistica di cui parli ha avuto un seguito, anzi due.

Infatti, dopo aver visualizzato per un sito “ad uso interno” della Disney Publishing Worldwide una cinquantina di vedute dei principali luoghi di interesse di Duckburg e Mouseton, oltre alle rispettive mappe (topo)grafiche, e gli interni della casa di Pipwolf, per uno speciale su X-Mickey, ho lavorato per un anno circa alla progettazione di parchi di divertimento e di spazi a carattere espositivo e ricreativo.

In questi ultimi anni, invece, mi sono dedicato soprattutto all’illustrazione, per ragazzi e non. Ho illustrato diversi volumi per la Dami Editore, e ho collaborato con Piemme – Battello a Vapore, per cui, tra le altre cose, ho creato graficamente il pipistrellino Bat Pat.
Su Focus Storia ho illustrato mensilmente una rubrica di curiosità sui personaggi storici.

ProgettoLuca Boschi: Qual è stato il tuo lavoro nella fucina di Geronimo Stilton? Nei credits di qualche libro ho visto citato un certo topo il cui nome assomigliava al tuo (Blasco Tabasco?). Siete parenti?

Blasco Pisapia: Per la fabbrica di Geronimo Stilton, nell’arco di oltre dieci anni, ho realizzato le illustrazioni di parecchi libri.

Quando il numero dei collaboratori era ancora tale da consentirlo senza creare caos, vigeva la prassi di dotare ciascuno di un nomignolo, ed è così che nei primi libri a cui ho lavorato mi si chiama Blasco Tabasco. In diversi libri di quel periodo, compaio addirittura come personaggio.

Luca Boschi: Per le Edizioni San Paolo, ecco appena uscito il tuo primo graphic novel. “Il” o “la” graphic novel? Come preferisci?

Blasco Pisapia: Intanto, andrebbe chiarito cos’è una graphic novel: non tutti sono d’accordo nell’uso di questa definizione, senza contare che a molti sembra solo un modo pretenzioso per dire “storia a fumetti”.

Luca Boschi: Quindi, per te è “la”. Non sarà contento Marcello Toninelli, che insiste molto sul maschile dell’oggetto (e io sono d’accordo, peraltro).

Blasco Pisapia: Per conto mio, direi che la graphic novel ha una sua specificità nel non essere seriale. Inoltre, spesso si caratterizza per essere costruita e svolta dando maggiore importanza all’urgenza del racconto, piuttosto che alla cura del disegno e alla ricchezza del dettaglio.

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Luca Boschi: Com’è avvenuto il tuo incontro con lo scrittore Gennaro Matino, e come è partito il progetto di una riduzione a fumetti de “Il pastore della meraviglia”?

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Blasco Pisapia: Don Gennaro Matino l’ho incontrato diciotto anni fa in una chiesa: oltre a essere romanziere, saggista, docente universitario e Moderatore della Curia di Napoli, è anche il mio parroco, e un grande amico.
Il suo romanzo Il pastore della meraviglia aveva avuto un buon successo, e Gennaro mi propose di trarne un fumetto: dopo tanti propositi di fare un libro insieme, sentimmo che questa era la volta buona. I temi, l’atmosfera, i personaggi del libro sembravano perfetti per essere raccontati per immagini, e spero di esservi rimasto fedele.

La storia parla del Presepe, ma aggiornato al 2011, con tanto di statuetta di camorrista. Cosa puoi raccontare per descrivere il significato della storia, senza però rivelare i passaggi della trama che devono restare una sorpresa?
Abbiamo attinto al vastissimo repertorio di racconti e di figure simboliche che affollano il presepe popolare, non solo napoletano.

Ma soprattutto, abbiamo voluto raccontare ciò che accade intorno al presepe. Attraverso l’allestimento di una scenografia casalinga alquanto sgangherata, ciascuno dei personaggi, in qualche modo, impara a guardare sé e gli altri in un modo nuovo. E’ l’atteggiamento del pastore del titolo: accogliere con stupore e fiducia la possibilità del cambiamento.

Luca Boschi: Cosa hai messo di tuo nella riduzione a fumetti del libro e cosa avete dovuto sacrificare, a causa della “normale” differenza di modalità narrative fra i due media?

Blasco Pisapia: La storia raccontata nel fumetto si salda a quella del romanzo solo nel finale; pur richiamandosi in modo preciso ai protagonisti e ai temi del libro omonimo, infatti, storia e personaggi sono nuovi e originali.

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La struttura del romanzo, che si svolge come catena di racconti legati da una sottotrama, si prestava a essere rimaneggiata nell’ampiezza e nel ritmo, senza soffrirne. Inoltre, è stato subito chiaro che, laddove il romanzo era retto egregiamente da uno schema narrativo molto lineare e “statico”, la trasposizione a fumetti richiedeva invece un ritmo più veloce, e frequenti “salti”.
Gennaro mi ha lasciato subito libero di interpretare il testo, lavorando sui temi e le situazioni che mi risuonavano in modo più profondo.

Così, ho sviluppato pian piano l’idea di raccontare una storia parallela a quella del romanzo. Una sorta di spin-off, che avrebbe dovuto avere un titolo diverso, mai trovato.

Chiesona

Luca Boschi: Come si è svolto il lavoro di adattamento?
E’ stato un lungo lavoro?
E delle varie fasi (scrittura, studio dei dialoghi, disegno, colorazione…) quale è stata più impegnativa?

Blasco Pisapia: Da tempo cercavo l’occasione giusta per potermi dedicare ai simboli e alle tradizioni popolari legate al calendario.
Soprattutto, mi affascinava la loro fissità e schematicità, che nasconde invece significati profondi e molteplici, per cui, quando nel 2008 Gennaro mi propose di lavorare sul suo testo, mi appassionai subito al progetto.
Misi a punto un breve soggetto di una pagina, e lo sottoposi a Gennaro, insieme ai primi schizzi dei personaggi.

Fin là, tutto fu abbastanza rapido.

L’editore aveva, però, qualche perplessità sul progetto, per cui fu solo quindici mesi dopo, nel febbraio 2010 che cominciai a lavorare allo storyboard, forse la fase più stimolante e febbrile, con le sue continue rivoluzioni, in cui butti via intere sequenze e ricominci da capo.

Mi trovavo al Festival International de la Bande Dessinée d’Angoulême, in quei giorni, e ricordo che l’idea di misurarmi con questa storia, di respiro e ampiezza per me nuovi, mi inquietava un po’.
Il lavoro è poi andato avanti un po’ a scatti, utilizzando tutto il tempo libero di cui riuscivo a disporre.

La colorazione è stata eseguita da Guido Cesana, che di mestiere fa lo scenografo per i cartoni animati, e che è stato tanto bravo a descrivere luci e atmosfere quanto a sopportare la mia pignolissima supervisione.

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Luca Boschi: La scelta grafica di impostare i personaggi e il layout così come poi è avvenuto, è stata completamente tua?
Te lo chiedo perché sinora i più ti hanno visto calarti in stili apparentabili a quelli di altri: stile Disney, stile stiltoniano… Ma questo è il tuo stile di fumetto più personale o l’hai scelto perché lo ritenevi più adatto ai giovani lettori?

Blasco Pisapia: Ho cercato di fare un grosso sforzo per uscire dallo stile Disney, che è una sorta di imprinting, e da quello con cui illustravo i libri di Bat Pat contemporaneamente al mio fumetto. Non so quanto io sia riuscito ad allontanarmi dagli altri me, ma mi interessa soprattutto di capire se sono riuscito ad usare un linguaggio appropriato per quello che volevo dire, e per i lettori a cui mi rivolgevo.

Capannella

DeFilippoEduardo Luca Boschi :Mi sembra che il “nonno” della storia, molto coinvolto nella costruzione del Presepe, assomigli molto somaticamente all’anziano Eduardo De Filippo. E’ una mia impressione?

Blasco Pisapia: Natale è spesso qualcosa di troppo colorato, troppo affollato, e troppo edulcorato: con tutto il casino che ci si è incrostato attorno, è talvolta difficile recuperarne il significato, ed è addirittura normale e sano provarne indifferenza se non proprio fastidio.
Per il personaggio di nonno Peppe che, nella sua semplicità, è depositario e testimone di un sentire molto più vero e moderno di tanti nostri ‘natali’, ho voluto, per una sorta di contrappasso, usare delle fattezze note, abusate, quasi ovvie.

Gatto

Luca Boschi : La funzione del gatto, ben in carne, della famiglia è un po’ vicina a quella di Snoopy nei Peanuts, e richiama Garfield, con le sue tavole “a solo”. E’ un’idea tua nata per il fumetto o l’avete elaborata insieme a Matino?

Blasco Pisapia: Il personaggio di Ciccillo il gatto è una mia invenzione.
Mi serviva una “voce fuori dal coro”, un occhio che giudicasse dal di fuori, con impassibile e laica lucidità, quello che stava avvenendo in casa.
Tra l’altro, è preso di forza – nome, rotondità, caratterino, e tutto – dalle mie memorie di adolescente: nella casa della mia amica di sempre, abitava un Ciccillo vero, che guardava il mondo con sommo disprezzo, dall’alto della sua poltrona preferita.

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Luca Boschi : Dove si può trovare il tuo libro? Nelle librerie di varia, nelle fumetterie?

Blasco Pisapia: Purtroppo, la distribuzione non è capillare, ma molte librerie lo hanno (ma lo si può sempre ordinare, anche on line). Sulle fumetterie non ho dati, anzi, magari qualche lettore del tuo blog potrà dirmi se ce lo ha visto.

Luca Boschi :Penso che Il pastore della meraviglia possa essere acquistato e letto con profitto anche dopo il Natale, anche prima di Pasqua, o a Ferragosto. Non credi?

Blasco Pisapia: Francamente, questa mi sembra difficile da sostenere :O)

Luca Boschi : Lo sostengo anche perché questa intervista esce a Natale fatto e… secondo me chi trova/sse il libro anche adesso, fra una settimana o fra un mese non si pentirà/ebbe di acquistarlo.

Blasco Pisapia: Di sicuro è un libro molto “stagionale”: ho amici che lo hanno acquistato due mesi fa, e che lo hanno letto rigorosamente dopo l’otto dicembre! Quello che mi interessa non è tanto che possa essere un libro per tutte le stagioni, ma che possa essere per tutti. Ho raccontato questa storia senza pensare a un destinatario preciso, anzi l’ho fatta per tutti i non: i non bambini, i non credenti, i non napoletani.

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Luca Boschi : Adesso cosa stai lavorando, se si può rivelare?

Blasco Pisapia: Ho diversi progetti, con vario grado di finitezza e fattibilità, sia per libri illustrati, che per brevi storie a fumetti, ma in attesa che questi prendano forma, sono al lavoro sui nuovi volumi di Bat Pat, in uscita sul mercato spagnolo.
A gennaio torno ad Angoulême: chissà che questo soggiorno, come due anni fa, non mi porti l’inizio di un nuovo storyboard

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