L’OMICIDA CHE AMAVA TINTIN

Tintin-fumetto

La Stampa

Non è piaciuto nemmeno a me l’accostamento, fatto per l’ennesima volta, con modalità anacronistiche degne di mezzo secolo fa, fra le azioni criminali di un assassino e i fumetti.
Agli appassionati di fantascienza sarà apparso stridente e fuori luogo anche quello, almeno quanto ai neofascisti avrà dato fastidio che il pluriomicida di Cireglio abbia frequentato una loro sede e sia stato ospitato nelle proprie pagine con i propri scritti.

Ma così era, c’è poco da fare. Ogni individuo, unico e irripetibile, ha passioni, vizi, caratteristiche, pregi. Esercita professioni politiche e religiose, ancolta musica, guarda la TV; è un essere complesso, portatore di pensieri e attore di comportamenti che fra loro possono essere anche molto contraddittori. Non è un “diverso” perché si comporta in modo stravagante, o un minus habens (faccio per dire) perché porta i calzini viola o apprezza la ligne claire franco-belga.

Oggi Riccardo Corbò sottolinea su TG 3 Comics come la stampa tenda a rimarcare (chissà per quale ragione, sensazionalismo e superficialità, penso io) il legame di Gianluca Casseri con Tex e Tintin.
Assurdità e tutto sommato scorrettezza vanno a braccetto, quando la stampa riporta proprio nel titolo questa peculiarità che “fa colore”: la passione per i fumetti del ragioniere che si fabbricava i proiettili in cantina.

Corr. Fiorentino

Riccardo cita specificamente i i titolazzi de La Stampa, del Corriere on Line e del Corriere Fiorentino.
Qui ne riporto le immagini, per sottolineare anche visivamente questo (mal)costume cronistico.

Corriere

Riccardo osserva:

Eravamo convinti che gli anni in cui il fumetto spuntava come “accessorio” più o meno complice di qualche delitto ce li fossimo ormai lasciati alle spalle (citiamo, l’uno per il tutto, il Tg5 del 26 gennaio 2008 “Non c’erano solo i coltelli, la candeggina e i computer fra il materiale sequestrato nell’appartamento di Raffaele Sollecito. C’erano anche diversi manga, i fumetti giapponesi nella stanza dello studente pugliese”).

Ascoltate il servizio, che ha dell’incredibile.

  • Jordy |

    Qui c’è una testimoniana di un suo conoscente, che ha scritto nel blog:
    http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2011/12/cireglio-paese-di-gianluca-casseri.html
    Oltre a trovare fumetti come indizi, ci sono anche i film, come si legge da Beppe:
    Gianluca Casseri era un isolato, un razzista, un disadattato. In parole povere un fuori di testa. Il pluriomicida di senegalesi era una bomba con la miccia innescata. Per capirlo era sufficiente scambiarci due parole, ma non per i giornalisti che, dopo attente indagini, hanno scoperto la causa della sua follia: “Tre film violenti negli scaffali di casa sua”. Ecco i titoli: “Ispettore Callaghan. Il caso Scorpio è tuo”, “Un giorno di ordinaria follia” e “Dobermann” con la Bellucci.
    Indizi che non lasciano dubbi. Mi sono sentito colpevole. Io ho “Shining”, “Un lupo mannaro americano a Londra” e “Profondo Rosso”, ma anche “Biancaneve e i sette nani” con la scena della regina che si trasforma in un’orribile strega. Occhio ai film che vi tenete in casa.
    Chi ha tutti i film di Dario Argento rischia l’ergastolo. Belin. E voi che film avete?

  • Laura |

    Provo anche io:
    “Un negazionista che faceva colazione con le Camille”.

  • Johnny |

    Proseguo, Piero:
    “Un obeso che si bevava le panzane del TG Uno”.
    O anche:
    “Un glabro che si lavava i denti con la Pasta del Capitano”.
    “Un seguace di Evola che si metteva le dita nel naso ogni tanto”.

  • Piero |

    Ci provo:
    “Il killer che guardava Rete 4” (la rete più plausibile)
    “L’antisemita che fumava Marlboro”
    “Xenofobo e ragioniere”
    “Un uomo solo che beveva Lavazza Qualità Oro”

  • Gigi Frullini |

    Credo che sarebbe una bella cosa, Dario. E seper caso gli inquirenti avessero trovato una copia del Corriere Fiorentino (giornale locale, quindi è possibilissimo) ci sarebbero gli estremi per mettere – finalmente – i sigilli alla redazione.

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