MARY POPPINS IN TEATRO (A BROADWAY E ALTROVE)

Mary Poppins disco

Chi vorrà, fra poco potrà acquistare in edicola il fascicolo dedicato all’anno 1964 della collana di collezionabili Disney Story, pubblicata da DaAgostini.

L’elemento più rilevante del suo contenuto è… la presenza di Mary Poppins, la tata creata da Pamela L. Travers che nel 1964 si trasforma nel leggendario film a scrittura mista che tutti conosciamo.

La pellicola narra le magiche performances di una governante capace di portare una buona dose di fantasia nel mondo grigio della City londinese e della gente che lo popola.
L’interesse di Walt Disney per il soggetto risale addirittura al remoto 1939, quando la figlia Diane, bambina, sta leggendo avidamente i libri sulla tata. Pochi anni dopo, Walt invia il fratello Roy a Londra per cercare di acquistare i diritti cinematografici sull’opera, ma la Travers è assai riluttante ad acconsentire, nient’affatto convinta che il suo personaggio si potesse trasformare in modo naturale in una figura animata.

Solo dopo una ventina di anni si accorderà con Walt, a condizione che il soggetto del film sia da lei personalmente approvato.
Nel film il ruolo dello spazzacamino Bert è interpretato da Dick Van Dyke, che sotto vediamo in un video di qualche mese, mentre passeggia per gli Studi Disney di Burbank con il suo attuale “sostituto” Gavin Lee, il Bert attuale del musical Mary Poppins, portato sulle scene nella scorsa stagione autunno-inverno con grande successo.

Seguono alcuni rapidi estratti della speciale apparizione sul palcoscenico fatta di Dick Van Dyke lo scorso 22 gennaio, nel corso dello show, quando era in tour a Los Angeles.

Courtesy of Entertainment Tonight.

E qua sopra, eccezionale, la parte del musical con il balletto degli spazzacamini nota in Italia come Tutti insiem! (Step in Time) composto dai fratelli Sherman con nell’orecchio canzone popolare inglese Knees Up, Mother Brown! (Su le ginocchia, mamma Brown!).

Con tutta probabilità, insieme a classici come delle commedie di Hollywood e di Broadway con Gene Kelly, Fred Astaire e Ginger Rogers, questa degli spazzacamini è una delle sequenze più vivaci e memorabili del cinema musicale statunitense.

Sopra, qualcosa di abbastanza strambo, una incredibile interpretazione di Rosie O’Donnell che non sa danzare e a malapena riesce a cantare. Nondimeno, questa sua versione degli spazzacamini marypoppinsiani ha qualcosa di interessante. La presenza di Van Dyke anche qua? Quantomeno.

Prima di snocciolare di nuovo il piano delle ultime trenta uscite di Disney Story, ecco un fuori onda dal film del 1964, quando Julie Andrews e il solito Dick provavano la registrazione di Chim Chim Cher-ee.

30-1954 STREGA NOCCIOLA
31-1955 PLUTO (versione più “moderna”, con entourage di amici e nemici)
32-1956 PAPERINO
33-JOSE’ CARIOCA (Disney e musica)  
34-1957 COMMISSARIO BASETTONI (con Topolino, Manetta etc.)
35-1958 ARCHIMEDE PITAGORICO
36-1959 PIPPO (versione GEORGE GEEF)
37-1960 MINNI (versione a fumetti: Romano Scarpa, Paul Murry e colleghi)
38-1961 PICO DE PAPERIS
39-PLUTO (Gli Oscar)
40-1962 AMELIA
41-1963 ROCKERDUCK (con Zio Paperone, Cuordipietra etc.)
42-1964 PAPEROGA
43-1965 SUPER PIPPO
44-1966 TOPOLINO (avventuroso – agente spionaggio etc.)
45-1967 ZIO PAPERONE (versione cinematografica)
46-PIPPO (I temi educational nei film e nei fumetti)   
47-1968 CIP E CIOP
48-1969 PAPERINIK
49-MINNI PRINCIPESSA (Principesse)
50-1970 MOBY DUCK
51-1971 PLUTO
52-1972 CLARABELLA
53-TOPOLINO IN COSTUME (La storia americana vista dalla Disney)  
54-1973 PIETRO GAMBADILEGNO (look borghese)
55-1974 PAPEROGA (i suoi tanti look, da Paper-Bat al “Papero della giungla”…)
56-1975 NONNA PAPERA 
57-INDIANA PIPPS (Gli eroi Disney)
58-1976 IL GIOVANE PAPERONE
59-1977 PAPERINA (anche in versione PAPERINIKA
60-1978 TOPOLINO (e il ritorno dei pantaloncini corti)

  • Emi-chan |

    P.S. ne approfitto per riportare un brano molto celebre di “Mary Poppins comes back” (1935), frequentemente citato anche in rete. Annabel, l’ultima figlia dei Banks (dopo Jane, Michael, John e Barbara), racconta la sua venuta al mondo. Il suo interlocutore è lo Stornello (dispettoso vecchio amico di Mary che nel film si limita ad una brevissima apparizione senza essere identificato), accompagnato da uno dei suoi Uccellini. Non traduco il brano, e me ne scuso con chi non comprende l’inglese, ma purtroppo non ho assolutamente il tempo di dedicargli l’attenzione che merita. Direi che dalle parole di Annabel si coglie bene l’essenza del mondo “Traversiano”.
    “Annabel moved her hands inside the blanket.
    ‘I am earth and air and fire and water,’ she said softly. ‘I come from the Dark where all things have their beginning.’
    ‘Ah, such dark!’ said the Starling softly, bending his head to his breast.
    ‘It was dark in the egg, too!’ the Fledgling cheeped.
    ‘I come from the sea and its tides,’ Annabel went on. ‘I come from the sky and its stars; I come from the sun and its brightness –‘
    ‘Ah, so bright!’ said the Starling, nodding.
    ‘And I come from the forests of Earth.’
    As if in a dream, Mary Poppins rocked the cradle — to-and-fro, to-and-fro with a steady swinging movement.
    ‘Yes?’ whispered the Fledgling.
    ‘Slowly I moved at first,’ said Annabel, ‘always sleeping and dreaming. I remembered all I had been, and I thought of all I shall be. And when I had dreamed my dream, I awoke and came swiftly.’
    She paused for a moment, her blue eyes full of memories.
    ‘And then?’ prompted the Fledgling.
    ‘I heard the stars singing as I came and I feld warm wings about me. I passed the beasts of the jungle and came through the dark, deep waters. It was a long journey.’
    Annabel was silent.
    The Fledgling stared at her with his bright inquisitive eyes.
    Mary Poppins’ hand lay quietly on the side of the cradle. She had stopped rocking.
    ‘A long journey, indeed!’ said the Starling softly, lifting his head from his breast. ‘And, ah, so soon forgotten!’
    Annabel stirred under the quilt.
    ‘No!’ she said confidently. ‘I’ll never forget.’
    ‘Stuff and Nonsense! Beaks and Claws! Of course you will. By the time the week’s out your won’t remember a word of it — what you are or where you came from!’
    Inside her flannel petticoat Annabel was kicking furiously.
    ‘I will! I will! How could I forget?’
    ‘Because they all do!’ jeered the Starling harshly. ‘Every silly human, except’ — he nodded his head at Mary Poppins — ‘her!'”

  • Emi-chan |

    Oops, mi sono accorta solo adesso delle repliche… vi ringrazio per gli apprezzamenti. Mi sono dilungata perché amo molto i libri della Travers e potrei parlarne a lungo, il che mi sarebbe facile perché tanto l’autrice quanto i suoi libri offrono parecchi spunti di riflessione: Pamela Travers era una donna dalle attitudini mistiche, amante del Buddismo, dell’Induismo, della Teosofia e delle antiche religioni amerinde, discepola di George Ivanovitch Gurdjieff, e i suoi romanzi e saggi riflettono molte delle sue credenze, come il suo comportamento nella vita privata anche negli aspetti meno lodevoli: desiderosa di avere un figlio, “comprò” un bambino da una famiglia indigente scegliendolo tra due gemelli in base ai Tarocchi. Camillus Travers scoprì la verità per caso solo vent’anni dopo e sia lui che il gemello hanno avuto una vita problematica e tormentata su cui non mi dilungo.
    L’ultimo libro dedicato a Mary Poppins è stato scritto nel 1988 e, personalmente, trovo che il livello di inventiva e di stile sia rimasto pressoché immutato nel tempo sebbene le avventure più conosciute dal grande pubblico siano quelle rielaborate nel film disneyano, tratte dai primi due libri (scritti nel 1934 e nel 1935).
    Si potrebbe poi parlare dell’accusa di razzismo (a mio parere immotivata, al confronto Ebony White sarebbe l’icona del KKK) rivolta alla Travers a causa della descrizione dei popoli del mondo incontrati dai fratelli Banks in un capitolo dedicato ad una bussola magica… la Travers riscrisse la storia incriminata inserendo animali antropomorfi al posto degli esseri umani, ma alla fine preferì mantenere il testo originale e dichiarare con fermezza la sua assoluta estraneità ad ogni forma di razzismo. Forse anche per questo nell’ultimo libro (Mary Poppins and the House Next Door, la Casa della Porta Accanto) inserì il piccolo Luti, nativo dei Tropici e desideroso di tornare a casa con l’aiuto di Mary.
    In merito all’apertura di un post sull’argomento, ne sarei onorata e credo che potrebbe servire a far conoscere la Mary Poppins più “autentica”: in questo senso potrebbe avere qualche utilità anche il mio commento precedente, che personalmente ritengo molto traballante sia dal punto di vista della prosa (meriterebbe una bella revisione) che del contenuto, forzatamente sintetizzato per mancanza di tempo.
    Ciao e grazie ancora! ^__^

  • Luca |

    Grazie, Emi-chan, in effetti sembra che tu abbia scritto un articolo, più che un commento. Scritto con stile, fra l’altro.
    Mi piacerebbe pubblicarlo in un post apposito, dandogli maggiore visibilità
    Sei d’accordo?
    Ciao!
    Luca

  • Simona |

    Commento, impeccabile, quest’ultimo. Complimenti.

  • Emi-chan |

    All’anteprima del film, dopo la proiezione:
    P.L. Travers: “Siamo ancora in tempo per rifarlo daccapo… vero?”
    W. Disney: “Spiacente, signora. Ormai questa barca è salpata.”
    Nonostante non sia giunta fino ad imporre che il suo nome fosse espunto dai titoli di coda, come fece Michael Ende molti anni più tardi, Pamela L. Travers espresse più volte pubblicamente, fino alla fine dei suoi giorni, la sua insoddisfazione totale nei confronti del film disneyano. Francamente anch’io, che sono una delle pochissime persone (dal 1964 in poi) ad avere prima letto i romanzi della saga e _dopo_ visto il film, non posso darle torto. Si può apprezzare la perizia tecnica del film, ma il suo spirito è del tutto diverso (e contrastante) rispetto a quello della storia originale. Alcuni critici attribuiscono questo fatto al differente atteggiamento di inglesi ed americani nei riguardi della figura classica della Tata: Pamela Travers, che aveva anche svolto questo lavoro in gioventù, guardava alla Tata come ad un elemento fondamentale della famiglia borghese, colei che provvede alle mecessità materiali dei bambini e ne supervisiona l’educazione evitando un coinvolgimento diretto dei genitori, i quali correrebbero il rischio di soffocare lo sviluppo dei figli inibendone la fantasia. La Travers, che pure non ebbe una Tata, era orgogliosa di essere stata “trascurata” dagli amatissimi genitori e di avere in questo modo potuto coltivare le sue fantasticherie senza subire intromissioni indesiderate e senza essere portata da uno psicanalista “moderno”. La sua Mary Poppins bruttina, acida, scorbutica e vanitosa, nega pervicacemente di avere una parte nelle avventure straordinarie che vivono i cinque fratellini Banks, ma allo stesso tempo permette loro di acquistare consapevolezza del loro ruolo all’interno dell’Universo- il tema preferito dell’Autrice- rispettando i loro tempi.
    Walt Disney e gli sceneggiatori del film vedono Mary Poppins come una fata il cui fine è quello di rendere superflua la sua stessa presenza, poiché una famiglia armoniosa non ha bisogno di Tate: basta che gli impegnatissimi genitori si occupino dei figli condividendone giochi e fantasie… il messaggio opposto a quello della Travers, indignata per la trasformazione del tenero e comprensivo Signor Banks in un arido e tirannico “cappello duro” e dell’orgogliosa ma insicura Signora Banks in una suffragetta rampante.
    Lo stesso inserimento delle animazioni a fianco degli interpreti umani ma ben distinte da essi (anche a causa dei limiti tecnici dell’epoca) finisce per contraddire il messaggio della Travers secondo cui “Bambino e uccello, stella e pietra, sono tutt’uno” e il calore di una coperta è l’abbraccio del Dio Sole, se è “quello che uno crede che sia”.
    Insomma, penso si sia capito che mi piacciono i libri di Mary Poppins ma non riesco ad amare il film… in compenso credo che “Pomi d’ottone e manici di scopa”, realizzato con una tecnica simile, sia un adattamento fedele nello spirito, se non nella trama, dei due libri di Mary Norton (autrice conosciuta soprattutto per la saga dei Borrowers, i Prendinprestito protagonisti anche del prossimo film Ghibli sceneggiato da Miyazaki).

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