KEN HULTGREN: DUCA E LIVREA

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Il volpone nobile e decaduto, indigente e rattoppato, ma comunque assai pretenzioso, con aspirazioni di grandezza.
Il coniglio vivace, minus habens, pasticcione, credulone, chissà perché tollerato come accompagnatore di un personaggio da lui tanto distante.

Sono The Duke e The Dope, chiamati in Italia Duca e Livrea (quale logica ha spinto il traduttore a questa scelta balzana?) in un pugno di storie pubblicate su testate instabili, in un caso con un vergognoso ricalco che ne ha depauperato e deformato il tratto: due fra i personaggi più caratteristici fra quanti ne ha realizzati a lungo negli anni Quaranta il leggendario Ken Hultgren, anche conosciuto come “l’artista di Bambi” (in apertura, il frammento di un model sheet con © Disney).

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La storia sopra, realizzata per conto del Sangor Shop, forse su soggetto di Richard Hughes, è dedicata a Renzo Sciutto, con il quale spesso, negli anni, abbiamo discettato di questo sublime autore statunitense che ha influenzato vari suoi colleghi (in ambito extra-Disney).
Sotto, una caricatura realizzata da Hultgren quando ancora lavorava come animatore negli Srudios di Walt.

Chi è il bersaglio della sua satirica parodia?
Indovinato: è l’Uomo dei Paperi, Carl Barks!

Caricatura barks

  • Luana la pantera |

    Possibile che questi due personaggi abbiano avuto anche altri nomi in Italia?
    Lo stile grafico è superbo.
    Grazie di aver postato una storiella per intero.
    Mi sembra di ricordare di aver letto una storia in cui si spiegava la ragione del perché il volpone era costretto di generazione in generazione a trascinarsi dietro dei coniglietti sciocchi.
    Ciao a tutti i lettori,
    Luana

  • Luca Boschi |

    Caro Zemo, salve!
    Nessuna parentela anche con Zemo… lin, il grande inchiostratore?
    Non credo! Benvenuto nel blog.
    Comincio dalla seconda domanda.
    Purtroppo, Ambrogio Vergani non è più fra noi da qualche anno. Dopo la scadenza della licenza con Mondadori, ormai oltre vent’anni fa, Vergani perse ogni contatto con i redattori e i disegnatori, a parte un breve scambio di incontri con il direttore Gaudenzio Capelli., Per esempio, Vergani cedette la sua intera collezione di “Topolino” tascabile, rilegato in volumi, alla Disney, per i suoi archivi.
    Io ci ho parlato una sola volta per telefono quando stavamo scrivendo “I Disney Italiani”. Da un collezionista e ex studente di comics che talvolta legge anche questo blog, Paolo Tremonti, seppi che un suo amico (forse parente alla lontana) aveva conosciuto la famiglia di Vergani, qualche anno fa, e che Ambrogio non c’era più.
    Sulle attribuzioni non certificate, possiamo solo basarci, quindi, su “educate ipotesi”, ma non possiamo avere certezze.
    Non ho letto le critiche del Papersera, anzi, se vuoi copiarcene una sintesi, posso essere interessati, forse possiamo aprire un post apposito lasciando spazio ai commenti.
    Ma Vergani fu in gran parte colorista, “ripassatore” di storie delle quali non esistevano patinate (“Vulcanovia” e “Cappellino Rosso” di Barks, per esempio), il “Topolino e i pirati” ripubblicato per intero nel 1960 sui “Gialli di Topolino”, qualche altra tavola o vignetta di raccordo precedendo in queto lavoro Giuseppe Perego (prima che avesse un contratto part-time in redazione). Per esempio, le vignette fra una puntata e l’altra di “Paperin Meschino” sul “Classico”.
    Non se tutti i lettori del blog sono in grado di “decodificare” ciò di cui stiamo parlando, trattandosi di cose molto specifiche, e appunto per questo, forse sarebbe il caso di approfondire con esempi grafici.
    Del “periodo d’0ro” (intendi anni Cinquanta?) temo che siano rimasti solo pochi autori, che peraltro avrebbero dei ricordi da condividere. In particolare, penso a Carlo Chendi e a Giulio Chierchini.
    Ma anche Massimo De Vita e Marco Rota, giovanissimi, erano in redazione e anche loro sanno cose che non sono ancora state scritte.
    Passo alla risposta successiva, intanto chiudo questo commento.
    Luca

  • Mastro Bondone |

    Notevole la caricatura di un Barks irriconoscibile. Ma era il 1940, se ho ben letto la data scritta a lapis e poco intelligibile. E forse Barks allora era molto magro.
    Ci sono altre caricature di questo tipo, anche di altri fumettisti o animatori?
    Questi personaggi mi suonano sconosciuti. In Italia chi li ha pubblicati. E chi ha pubblicato tutta questa produzione (non saranno i soli personaggi di Hultgren!).
    Il disegno è superbo, anche meglio di altri fumetti con animali, o “furry”, come dite voi, che sono poi diventati molto più noti ai lettori.
    Per ora basta con le domande, ma ne avrei molte altre.

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