DAL CANADA: “CHLOË ARRIVE EN VILLE”, DI EVA ROLLIN E JACINTHE LECLERC (stasera)

Chloe cover

Ho conosciuto Eva Rollin, la disegnatrice di questa nuova proposta comica (un cartonato di vita vissuta presunta e verosimile, pubblicato da Glénat Québec, naturalmente in Canada, ma circolante in tutta la francofonia) sotto la neve di un festival di Angoulême, tre o quattro edizioni fa.
Non era un incontro casuale.
Ero stato spedito a incontrarla dalla sceneggiatrice montrealese (o monrealeggiàna, se si preferisce), Jacinthe Leclerc, che invece conosco da… ehm, almeno due decenni, quando lavorava a Roma presso la Comic Art.
Finalmente, a metà settembre è uscita la loro prima fatica insieme, Chloë arrive en ville, che i francesi (se volessero) presenterebbero con le seguenti parole:

Rien ne va plus pour Chloë.
Elle est licenciée le jour même où elle emménage dans son nouvel appartement et Jake, son amoureux, lui annonce qu’il veut prendre une pause. Heureusement, il y a les copines… Et le nouveau bar de son nouveau quartier qui devient pratiquement une extension de sa maison
.

Eva Rollin

Jacinthe
Cette fréquentation assidue l’amène d’ailleurs à se poser des questions sur sa consommation d’alcool. Dépendance ou simple divertissement?
Il faut dire qu’Artie, le serveur, n’y est pas pour rien… Racontée avec humour et ironie, Chloë arrive en villeest la chronique d’une remise en question. Celle d’une fêtardeimpénitente qui tente de prendre un nouveau départ
.

In questo post, una tavola in fase di disegno della serie (che probabilmente non fermerà a questo titolo) e una definitiva, completa di dialoghi.
Sopra, l’autocaricatura di Eva.
A destra, un’istantanea di Jacinthe, mentre consegna un premio non saprei proprio dire a chi (ma il destinatario dello stesso, in qualsiasi parte del mondo si trovi, si riconosce nella foto si faccia vivo e l’onoreremo come possibile).

Sulla collaborazione fra le due ragazze, Jacinthe racconta a Cartoonist Globale l’origine del progetto.

A lei la parola.

Il personaggio Chloë (Little Lush in inglese) è stato creato quando abitavo a Manhattan.
Ero seduta con la mia amica Francine Grillo Burke in un bar malfamato alla Central Station. Ci ne siamo accorte e ho detto “Let`s take the guzzle and run” (Cul sec in francese, oppure in italiano sarebbe “finiamo questo drink and andiamo di qui al più presto”)!

È in quel momento che ho avuto l`idea di scrivere le storie di una donna nei bar. Insomma, sono storie universale di tutte noi donne che usciamo ogni tanto e che facciamo delle cazzate.

Dopo averli scritti, hoo fatto vedere i miei soggetti al mio amico Regis Loisel, che mi ha detto: “Conosco una ragazza che ha ha uno stile perfetto per per le tue idee.
E ho incontrato Eva Rollin.
Lei aveva già pubblicato tre libri di una serie di Mademoiselle da sola e quando ha letto ciò che avevo scritto gli è piaciuto immediatamente.

È cosi che una lunga complicità è nata – dico lunga perche erano tre anni che aspettavamo un contratto.

Abbiamo firmato con Glénat Québec (grazie Annie Ouellet!) l`estate scorso e voilà! Il prodotto finale!

Anche Eva racconta, di seguito, la sua versione dei fatti (che per questa volta traduciamo nell’italico idioma).

Mi piace sopratutto incontrare gente diversa, è la cosa la più importante per me.
Allora, quando Regis, dalla Glénat, mi ha parlato del progetto, ho avuto voglia di incontrare Jacinthe Leclerc e ci siamo subito trovate in sintonia.
Inoltre, fino a prima di allra avevo sempre lavorato da sola e avevo voglia di fare delle collaborazione artistitiche, di mischiare delle idee e dei modi di lavorare diverse. Di aprirmi agli altri

Infine, ovviamente il soggetto del fumetto rientrava perfettamente nel mio stile di narrazione e di disegno.
La personalità di Chloë mi comunicava parecchie cose.
È stata una bellissima avventura umana
.
E ai lettori chiedo: allora, facciamo delle belle cose insieme, no?

Difficilmente il libro sarà reperibile nei normali canali, al massimo tramite le (poche) fumetterie che in Italia importano materiale francofono.
Ma si può acquistare on-line.

Come precisa Jacinthe:

Et on peut acheter le bouquin en ligne chez amazon.fr, donc est-ce que ce sera la même chose pour amazon.com

Lunedì prossimo, a Monréal, in una libreria collegata alla casa editrice Hachette (sotto tutte le coordinate del caso), Miss Villeray, si tiene la prima presentazione del libro in patria di Jacinthe.
Chi si trova da quelle parti è istigato a farvi una capatina.

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  • MicGin |

    Beh, per esempio il tuo blog è un vero e proprio flusso. Mi verrebbe da dirti di rubare il titolo di Tito, flusso di coscienza, un fiume di eventi, note, particolarità, stati d’animo politici…
    Però, i blog in qualche modo ci isolano, pur facendoci esprimere…
    Se potrò ci verrò volentieri all’incontro che mi hai segnalato, sperando che non si traduca in una simpatica parata autoreferenziale
    😉

  • Luca Boschi |

    Grazie, Michele!
    Molto bello il tuo commento, e mi mordo le dita per non riuscire a segnalare tutto quello che si muove e che varrebbe una menzione (non perché il mio contributo sia importante, ma perché comunque qualcuno dei miei fedelissimi si raggiungerebbe “ulteriorrmente”, ribadendo.
    Peraltro, devo capire quali sviluppi avrà questo blog, per avere un suo senso.
    Mi sa che ne parleremo a Romics, con Luca Raffaelli, Roberto Recchioni e Andrea Leggeri. Soprattutto, credo, starò ad ascoltare cosa dicono loro.
    Cito questa tua riflessione, che come premessa di dibattito potrebbe funzionare:
    “E’ da parecchi anni ormai che tra coloro che si occupano di fumetti serpeggia un dibattito di fondo.
    Da una parte si considera il fumetto come qualcosa di specifico, con regole, usi, costumi, storie, tradizioni e saperi in qualche modo esclusivi. Compito dell’esperto e far conoscere le meraviglie di questo mondo a coloro che ne sanno poco o che invece lo conoscono e ne vogliono rivivere gli aspetti più belli.
    Dall’altra parte ci sono coloro che considerano il fumetto inscritto, intersecato, commistionato con tutto il resto: l’arte, la politica, l’attualità, il giornalismo, l’economia. I teorici di questo approccio organizzano eventi e pubblicazioni in cui il fumetto è il linguaggio che veicola contenuti altri, non esclusivi. Se nell’altro ambito trovavamo l’appassionato di fumetti, qui invece c’è il lettore, lo spettatore, che si interessa di volta in volta di futurismo, politica medio orientale, diritti umani, sessualità, religione.
    Queste due visioni non sono inconciliabili.”
    Appunto, naturalmente sono d’accordo, il mio tentativo va nel senso di conciliarle, e non mi costa affatto fatica perché mi muovo già in questa direzione per indole (acquisizione di culturame – per dirla con il gremlin infoiato – , mista a riflessioni e autoammaestramento), come forse si vedeva già ai tempi di “Totem” o di “Métal Hurlant”,
    Grazie e a presto!
    Luca

  • MicGin |

    Luca, qualche considerazione sparsa, partendo da una Fiera specializzata nella Musica
    http://sonoioche.blogspot.com/2009/10/i-mondi-di-mondo-musica.html
    saludos
    mic.

  • Luca Boschi |

    Grazie, Jacinthe e Eva!
    Et “dans la bouche de le loup” per la presentazione fra una settimana precisa a Montréal!
    State preparando già l’album successivo, vero?
    Luca

  • Jacinthe e Eva |

    Ciao! Apprezziamo l`entusiasmo dei lettori!
    Anche a noi piacerebbe vedere Chloë tradotto in Italiano – nel frattempo, vi invito a vedere il sito che è molto divertente…
    http://www.littlelush.ca
    Auguri dal Canada!
    Jacinthe e Eva

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