Grazie a Luca Raffaelli, che questa settimana e la prossima dedica la sua storica rubrica Nuvolette, su Lanciostory, al mio libro Italia ride!, non ancora ottenibile da chi non è iscritto all’associazione Anafi (qui la possibilità di farlo anche in questo preciso istante), il quale invece potrà stringerlo fra le sue mani dopo averlo ricevuto gratuitamente, essendo uno dei due (cortesi e succosi) omaggi riservati a chi si abbona alla rivista Fumetto, che da sola vale tale iscrizione.
Mette conto, ancora una volta,a proposito di Italia ride!, ringraziare Alessando Dossi, impeccabile autore della copertina (faticosa da realizzare), il Presidente dell’associazione Paolo Gallinari, e il factotum Silvio Costa, che si è assunto il compito, anche questo tutt’altro che facile, visto il rush per far uscire il libro in tempi contingentati, con in corso le tragedie (vere) che sappiamo, di impaginarlo e “risistemarlo” graficamente.
Sopra, la raymondiana tessera Anafi 2020, piccolo capolavoro di mimesi stilistica a cura di Massimo Gamberi, che l’ha disegnata, e di Luca Giorgi, che l’ha colorata.
Nella prima parte della chiacchierata su Nuvolette, accenno fra gli altri personaggi a uno che non entra, per tante ragioni, nel volume in questione: il ladro gentile e tenero (e probabilmente profumato) Gelsomino.
Creato dall’immensa Grazia Nidasio, compariva sul Corriere dei Piccoli, almeno a cavallo fra il 1958 e il 1959.
Per le sue caratteristiche temperamentali e sicuramente per gli splendidi colori acquerellati di Grazia, Gelsomino mi ha incuriosito e spinto a fare sempre più attenzione all’arte sequenziale.
Per chi non lo conoscesse, eccone alcune vignette.
A parte questo, fa piacere vedere in buona salute un periodico inossidabile e importante come Lanciostory che ha sfidato, attraverso i decenni, ogni sorta di congiuntura fumettistica, quando tragedie, tifoni o semplici raffreddori si sono abbattuti su testate coeve, parallele o anche più longeve.
Su questi numeri del settimanale dell’Aurea ci piace segnalare il fumetto Agenzia Hardy (scritto da Pierre Christin), disegnato da Annie Goetzinger: una fumettista scomparsa troppo prematuramente, che con Luca Raffaelli, appunto, conoscemmo insieme, nel secolo scorso (o fu due secoli fa? O tre?) insieme al collega Gigi, in occasione di un remoto, pratese Convegno del Fantastico, con Guido Crepax e Claude Moliterni (sotto, in una foto di qualche anno fa), procacciatore di autori francofoni.
Per il momento, di questa allegra compagnia siamo sopravvissuti io e Luca. Tutti gli altri, ahinoi, trovansi domiciliati in pace agli Alberi Pizzuti o, come scrive impietosamente Francesco Guccini (circa), “a fare terriccio”.
Ecco, all’epoca era circa così, quando la conoscemmo, a parte che era qualche anno prima e sfoggiava un taglio a caschetto alla Louise Brooks che la rendeva ancora più crepaxiana, quasi concorrenziale con le tavole del papà di Valentina Rosselli.
All’associazione Arquemuse non dispiacerà se copiamo qua sotto un po’ di note sulla vita e le opere di Annie, la quale, ricordo bene, fu ampiamente lodata dal suo scopritore, il gaudente, irriverente Maestro Georges Pichard (non perdetevi, a proposito, su Linus di questi mesi, la riproposta della superlativa serie pichardiana Paulette, scritta da Georges Wolinski. Sia lode a Igort che compie di queste scelte).
Désirant faire du costume de théâtre, Annie Goetzinger suit les cours des Arts Appliqués de l’Ecole Supérieure de 1967 à 1971, où une épreuve de bande dessinée est nécessaire pour passer le diplôme. Elle réalise donc ses premières planches pendant les cours que dispense Georges Pichard, travail qui est apprécié par Jacques Lob, alors membre du jury. Sur ses conseils, elle se présente à Pilote où René Goscinny l’incite à trouver un scénariste. Parallèlement, en 1972, elle publie “Fleur” dans Lisette. Cette même année, elle conçoit ses premiers récits complets dans Pilote, scénarisés principalement par Job, Truchaud et Jean-Pierre Dionnet. A noter que certaines de ces histoires brèves seront reprises sous le titre “Curriculum BD” (aux Humanoïdes Associés en 1980). En 1975, après un rapide passage dans le Canard Sauvage, elle dessine son premier album “Casque d’Or” qui remporte deux prix ˆ Angoulême. Elle réalise ensuite “Aurore, une vie de George Sand” (éditions des Femmes), “Felina” avec Victor Mora (Dargaud).
Elle travaille également pour Fluide Glacial et l’Echo des Savanes. Lorsqu’elle ne travaille pas seule, (“Barcelonight”, “MŽmoires de Barcelone”, “Rayon Dames”), elle collabore avec Pierre Christin : “La Demoiselle de la Légion d’Honneur, la “Diva” et le “Kriegsspiel”, “La Voyageuse de la Petite Ceinture”, “Charlotte et Nancy”, “Le tango du disparu”, “Le message du simple”. Après avoir signé “L’Avenir Perdu”, avec Jon S. Jonsson et Andreas Knigge, Annie Goetzinger retrouve Pierre Christin dans “La sultane blanche” (janvier 96) et “Paquebot” (mars 99), deux albums de la collection Long Courrier chez Dargaud. En mai 2001, les deux complices publient le premier tome de L’Agence Hardy prévue en trois volumes.