Il Presidente dell’Anafi, Paolo Gallinari, ci informa che al momento sono in corso le spedizioni del voluminoso librone Italia Ride!, del quale a mo’ di teaser inserisco in questo post qualche frammento di pagine, alla rinfusa.
Le spedizioni sono dirette alle centinaia di soci che si sono iscritti all’associazione Anafi per l’anno 2020. Il tutto avviene tramite corriere in un pacco che contiene anche la tessera per il 2020 e gli ultimi due numeri della rivista Fumetto (113 e 114) che non è stato possibile ritirare alle manifestazioni sui Comics per le quali ne sarebbero state normalmente effettuate le presentazioni, se solo… tali manifestazioni si fossero tenute (causa Covid-19, com’è noto, tutto si è bloccato almeno dall’inizio dello scorso marzo).
I due numeri erano infatti stati programmati per i mesi di marzo per Collezionando, a Lucca, e di maggio per la tradizionale Mostra mercato del Fumetto di Reggio Emilia.
Sul sito dell’Anafi, a questa pagina, tutti i dettagli del caso. Mentre qui ci sono le norme per aderire e per il rinnovo dell’abbonamento annuale alla rivista (con doni annessi), utili per chi ancora non l’ha fatto, pensando magari di farlo personalmente alle fiere.
info@amicidelfumetto.it per informazioni e richiesta di acquisto
Paolo precisa che, oltre agli oggetti cartacei sopra indicati, in alcuni pacchi è compreso:
“… per chi non l’ha ancora avuto, il volume Havank. La massa del materiale è tale che dobbiamo per forza SPEDIRE A TUTTI CON CORRIERE, il che ci ha imposto un lavoro enorme, OLTRE 900 KG DI PACCHI DA SPEDIRE, per oltre 350 pezzi, ognuno con la sua Lettera di Vettura personalizzata da compilare singolarmente on line, stampare, piegare, inserire.
Le spedizioni sono state divise in due per facilitare le operazioni di ritiro da parte del Corriere, che deve venire con una motrice per fare il carico, e il nostro magazzino si trova in un seminterrato, tanto per complicare la situazione. Tutto questo con ingenti spese impreviste a fronte di ingenti entrate sfumate causa mostre annullate, ovviamente senza chiedere un euro in più ai soci.”
Il libro Italia Ride! sarà messo pubblicamente in commercio dalla prossima Mostra di Reggio Emilia (prevista per inizio dicembre),mentre chi lo brama subito può cogliere l’occasione per associarsi all’Anafi, sostenendo così anche il lavoro pazzesco che si sta sobbarcando per tenere in piedi questo settore del fumetto, e il mercato che ci gira intorno.
Intanto, è da tempo disponibile per l’acquisto il libro uscito lo scorso anno per conto dell’Anafi: il monumentale saggio Disney a Fumetti di Alberto Becattini, che si avvale di una bella copertina concepita da Corrado Mastantuono.
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La ragione dell’uscita di questo volume deriva dalla necessità di lasciare una traccia scritta su questa specifica branca di arte popolare, aggiungendo nelle pagine del libro qualche vignetta campione per riferimento visivo, affinché resti accesa almeno la memoria di questi albi, mentre la loro carta scadente si sfarina.
Il naturale processo di disgregazione che la affligge è del tutto coerente, peraltro, con il disinteresse generale che i nostrani periodici a fumetti, quelli che vogliamo ricordare in Italia ride!, hanno subìto nell’ultimo mezzo secolo, e anche oltre.
Per informazioni e richieste di acquisto si può scrivere all’indirizzo info@amicidelfumetto.it
Non ci sono attenuanti: questo lungo periodo coincide con quello in cui, in Italia e all’estero, sulla cosiddetta Nona Arte si è comunque sviluppata una copiosa pubblicistica. Da tempo i giornali non si vergognano più di trattarne; idem i media generalisti, magari destinandone gli approfondimenti ai palinsesti per nottambuli. Qualcosa di meglio fanno le riviste specializzate, privilegiando però le superstar di turno e trascurando spesso le loro radici, mentre il web colleziona gli sfoghi umorali dei presunti influencer sulle ultime uscite della fumetteria.
In tutti questi luoghi si parla di graphic novel (se possibile anche discettando sul loro sesso), di nuovi manga, di riedizioni anastatiche, magari di collane collaterali ai quotidiani. Ma non si accenna praticamente mai ai fumetti che hanno rimpinguato le nostre edicole in quel periodo neopionieristico, determinante per la formazione culturale del Paese, che dal secondo dopoguerra solca gli anni più felici del Boom: un carnevale straripante di personaggi, temi, suggestioni e autori cantati pochissimo e quasi sempre con superficialità, celati da un cono d’ombra che occulta i pregi e i difetti della loro opera, se non, addirittura, la loro identità.
Se in linea di massima la critica, la storia (con la esse minuscola, okay) o la pubblicistica hanno taciuto, per fortuna sono intervenuti alcuni accaniti collezionisti a completare (e conservare) le serie e le collane lette e amate anni prima. Questi curiosi Pinkerton sono ancora fra noi benché, purtroppo, in via di estinzione. Si aggirano fra i banchi dei mercatini e gli stand delle fiere. Sfoderano agendine e mancoliste, speranzosi di impossessarsi, e salvare dalla distruzione, se il Fato li asseconda, il mancante oggetto del desiderio.
Meno male che esistono, per supplire da privati a ciò che gli sciagurati musei italici non fanno, e nemmeno le biblioteche, che nel miglior caso tesaurizzano le annate delle pubblicazioni a fumetti concettualmente assimilabili al giornale o alla rivista (Il Giorno dei Ragazzi, Lo Scolaro, Il Giornalino, Linus…), ma rifiutano uno spazio, ormai da decenni, per gli “albi tutti a fumetti”, storicamente considerati letture per bambini o per minus habens, magari scarsamente alfabetizzati.
Ricostruiamo i fatti. Quando le Biblioteche Nazionali si sono sbarazzate degli albi che custodivano, esentatesi di fatto dall’obbligo legale di conservare una copia di ciascuna pubblicazione che fosse stampata in Italia, il concetto di libro a fumetti era appena nato e quello di graphic novel doveva attendere oltre mezzo secolo per entrare nell’uso comune. La reputazione dei fumetti da edicola era sottozero.
È in quegli anni lontani a essere inaugurato il mefitico spurgo di nuvolette dagli archivi pubblici. Una data fatidica rimanda alla perniciosa alluvione fiorentina del novembre 1966, in seguito alla quale gli “angeli del fango” hanno privilegiato il recupero e il restauro dei tomi più antichi e pregiati, trascurando i fumetti. Una scelta più che logica; ma di fatto nei decenni seguenti sui banchi delle fiere sono spuntati blocchi di albi in parte increspati, passati con evidenza sotto il ferro da stiro, segnati in copertina con codici di catalogazioni o marchiati con il timbro “Biblioteca Nazionale”.
Rispetto agli artefici di questa epopea fumettistica italiana, a tratti degna di un vero e proprio romanzo, restano invece le testimonianze personali dei sopravvissuti e i frammenti dei loro ricordi, che come per tutte le ricostruzioni storiche non sempre coincidono alla perfezione con quelli tramandati da altri loro colleghi. Anche nel nostro caso, pur avendo ascoltato i rintocchi delle varie campane e cercato di coordinarne i ritmi, abbiamo rilevato delle inevitabili incongruenze. Così, di sicuro, Italia ride! sarà vittima di inesattezze, omissioni ed errori. Saranno corretti e integrati da lavori futuri, alla luce di scoperte ancora da farsi.
Ne riparleremo.
Sotto, uno dei tanti albi a fumetti catalogati in una biblioteca e poi espulsi. È Rinaldo su Marte. I ribelli di Clotron, di Francesco Privitera, n.13 della collana Albi Traguardo delle romane Edizioni Adriana, datato 8 gennaio 1952. In alto a destra, scritto a mano, il numero di codice “G. 3835”. A lato del titolo, il timbro della biblioteca di provenienza, pietosamente cancellato con un pennarello prima di essere messo in commercio in una mostra mercato di Comics.
C’è chi conosce bene il percorso del passaggio dalle biblioteche ai banchi dei retailers di fumetti, decenni fa, ma difficilmente può ricostruire il passaggio da una mano all’altra dei singoli albi.
Per dire.