Nella vita di Franco Bonvicini, alias Bonvi, c’è stato un incontro importante che ha contribuito a spingerlo sulla via del Fumetto. E’ quello con Hugo Pratt. Bonvi lo conosce mentre sta collaborando alla Gazzetta di Parma e al settimanale Giovani. Il papà di Corto Maltese, che sul momento è ancora inconsapevole di come svilupperà di lì a breve la personalità del marinaio con l’orecchino, è colpito dall’aspetto e dal temperamento di Bonvi, così decide di ritrarlo nei panni del teutonico luogotenente Slütter in Una ballata del mare salato, considerato da alcuni, col senno di poi, il primo graphic novel italiano.
Bonvi come un militare tedesco: chissà se l’idea delle Sturmtruppen, a quel punto, ha già preso forma nella sua testa o è solo una pulce nell’orecchio…
Siamo nel 1967 e le tavole con il “Bonvi disegnato” debuttano in una puntata della Ballata che esce sulla bella rivista Sgt. Kirk, pubblicata dall’imprenditore genovese Florenzo Ivaldi. Di fatto, l’aspetto dei primi personaggi della strip sarà abbozzato da Bonvi qualche tempo dopo, nello specifico alle 3:00 di notte del 2 ottobre 1968, sul tavolo di un’osteria modenese, dopo lunga riflessione. In quella occasione, nasce anche il nome della serie che, scandito in tedesco maccheronico, deriva da Sturm (assalto) e da Truppen (“truppe”). Nel giro di pochi giorni, organizzando un perfetto teatrino, metafora dell’imbecillità umana tout court, Bonvi metterà in scena un meta-esercito tedesco di succubi dove nella massa di soldaten risaltano, tra gli altri, l’Uffizialen, il Sergenten o il Cuoken (somministratore alla truppa di sbobben e brodaglien).
Sino a quel momento, Bonvi si è occupato soprattutto di disegni animati, lavorando a Modena allo studio di produzione del fuoriclasse Paul Campani (la Paul Film) e poi con la Vimder Film. I compiti che svolge in questa fase della sua carriera sono sia di disegnatore che di colorista, in particolare dei fogli trasparenti di acetato impiegati allora nell’animazione tradizionale, prima dell’avvento dei computer, agli sgocciolissimi degli anni Ottanta.
La colorazione delle cels (così si chiamano, anche, i fogli di celluloide trasparente) avviene sul retro con vernici coprenti, mentre il tratto nero dei bordi delle figure è sul davanti; Bonvi non smetterà di usare questa tecnica anche nel campo dell’editoria, quando molti anni dopo realizzerà, alla maniera di fotogrammi di film, le copertine del mensile Sturmtruppen.
L’ho visto io. E allora non portavo ancora gli occhialini in similpastica dei cinesi da tre euri. Allora, manco c’erano gli euri!
Meno euri, ma più diottrie, diciamo.
Ma non è certo di questo che Cartoonist Globale intende parlare adesso. Con il suo solito ritardo sulla tabella di marcia, ma con tanta buona volontà, vorrebbe magnificare una foto storica del 1978, che noi 45 della redazione non abbiamo visto, ma ci fidiamo (ovviamente). Lo scatto ritrae il prode Claudio Varetto, ancora bambino, tra i suoi due amici e maestri: Bonvi da un lato e Guido De Maria dall’altro.
Oh, perbacco, la foto è apparsa qua sotto come per magìa!!!
Sin da allora Claudio andava spesso “a bottega” per spiare l’operato dei fumettisti al lavoro. De Maria se lo portò anche negli studi dove nacque la prima esperienza di fumetto in Tv: Supergulp.
Varetto tornò a distanza di anni ad occuparsi di Supergulp, come i lettori di questo blog ben sanno. Con la collaborazione di un gruppo di amici, del quale mi onoro di far parte, nacque il recupero di quell’antico materiale per trasferirlo su dvd, con mostre ed eventi collaterali, ai primi dei quali dette un impulso mica da poco l’indimenticato Vito Lo Russo.
L’eredità artistica di Bonvi, oggi, per espresso volere della famiglia Bonvicini, i figli Sofia e Francesco e la vedova Maria Angela, passa nelle mani di quel bambino curioso. Questa è la notizia!
Da questo luglio è la premiata ditta Negrini & Varetto a gestire i diritti editoriali dell’opera di Bonvi, sia in Italia che all’estero.
E tutti quanti solleviamo i calici e brindiamo a questa buona nuova!