"NOI, ZAGOR" E RODOLFA!

Locandina

La notizia di oggi, o meglio di domani, è che per due giorni sarà vuisionabile in 200 sale italiane (un numero sul quale anche registi di successo come Maurizio Nichetti farebbero la firma) il lungometraggio documentativo Noi, Zagor, diretto da Riccardo Jacopino.

E’ un film nel quale compaiono molti amici, Maestri fumettisti e operatori del settore, prevalentemente bonelliano.

Personaggio di punta della Sergio Bonelli Editore, Zagor è stato ideato da Sergio Bonelli stesso sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta e da Gallieno Ferri, che qualche anno prima condivideva, in quel di Genova, uno studio di fumettisti sito nella falegnameria di un cero signor Merlo, con Giulio Chierchini, Giovan Battista Carpi e altri, che transitavano da quelle parti facenti capo a un gruppo che lavorava per i pià importanti autori di fumetti sul mercato, specie dell’area milanese.

Nel film lo spettatore viene catapultato nel mondo del Re di Darkwood attraverso momenti emozionanti e contenuti inediti.

“Zagor non è soltanto un fumetto, è un universo. Riccardo Jacopino lo descrive come mai nessun altro prima”. Con queste parole Moreno Burattini, curatore di Zagor, racconta il personaggio e il film. Un piccolo miracolo editoriale che continua a conquistare lettori e si prepara per il grande schermo grazie a Microcinema Distribuzione.

Patrick Wilding, figlio di un ufficiale dell’esercito ritiratosi a vivere da pioniere nei boschi del Nord-Est, vede morire i genitori per mano di una banda di indiani Abenaki, guidati da Salomon Kinsky.

Raccolto da uno strano filosofo vagabondo che si fa chiamare Wandering Fitzy e che gli fa da maestro, il ragazzo cresce desiderando la vendetta.

Quando riesce ad attuarla, scopre, però, che il padre era stato a sua volta un massacratore di indiani e comprende la relatività dei concetti di Bene e Male. Questo lo spinge a trasformarsi in Za-gor-te-nay, “Lo spirito con la Scure”, o, piu’ brevemente, Zagor: sempre pronto a schierarsi con i deboli e gli oppressi, combatte per la giustizia.

Presa dimora nella foresta di Darkwood, Zagor inizia la sua opera pacificatrice, mitizzato dagli indiani, che lo credono uno spirito immortale, e rispettato dai bianchi che ben ne conoscono le doti.

Pop-Up Rodolfa

Nel film compie una “partecipazione ordinaria” anche il sottoscritto, chissà per quanti nanosecondi, intervistato nella ribongia dello Studio oltre un ammo fa. Ci sono Pier Luigi Gaspa, naturalmente Moreno Burattini (in persona e in controfigura, da bimbo, mentre leggeva Zagor in quel di Gavinana, un paesino accomunabile all’ormai notorio Piteccio perché parte della stessa provincia, noto per la frase rivolta sprezzantemente a un tal Fabrizio Maramaldo), il Maestro Gallieno Ferri

Gallieno

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Marco Chiani in una sua recensione così valuta la pellicola:

Documento realizzato da un fan ad uso di altri fan, una celebrazione del personaggio bonelliano che riesce, a momenti, a interessare anche i profani quando sposta l’attenzione sull’indeterminata voglia di stupore insita in ognuno: dallo “zagoriano” di ferro che vende l’appartamento di famiglia per avere la collezione completa degli albi originali al rapporto strettissimo tra la redazione e i lettori si svela l’importanza fondamentale del rifugio nel mondo della fantasia, il piacere dell’immersione in un universo parallelo in cui poter spaziare, magari per restare in contatto con un sentimento legato alla propria infanzia.

Altrettanto coinvolgente risulta poi la descrizione di tutte le fasi di quel processo creativo – dalla scrittura delle sceneggiature al disegno delle tavole fino alle correzioni dell’ultimo momento – in cui ogni collaboratore mette qualcosa di sé oltre alla propria competenza (è sufficiente dare un’occhiata ad una foto giovanile di Gallieno Ferri per capire su chi sia modellato l’aspetto dell’eroe)..

Sotto, lo vediamo al lavoro (ma questa, preciso, non è una clip dal film di Jacopino!!!).

Rudolph

Ma oltre a parlare di Zagor, viene voglia di tornare sull’argomento Rodolfa (la renna maschio dal naso rosso), sollevato dal collezionista Aumaldo in questo post, che adesso non sarà più in evidenza, ma sarà comunque rintracciabile nel crogiuolo del blog a questo link.

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Nel 1948 i fratelli Fleischer ne ricavarono il cortometraggio zuccheroso che embeddo sotto, per spander gioia urbis et orbi.

Rud View Master

Ci rendiamo conto che lo spazio per parlare di questa renna, che ha fatto la fortuna del grande magazzino londinese Harrod’s manca.

Nei fumetti la trasportò (senza infamia e senza lode) Sheldon Mayer. Del graphic novel, che ignorava al tempo di essere tale, riproduco due tavole originali e tolgo il disturbo.

Marstonpetermayergaines

Nella foto, da sinistra: William Moulton Marston, H. G. Peter, appunto Sheldon Mayer e Max Gaines nel lontano 1942.

Sheldon Mayer
Orso rodolfa