PIER PAOLO PASOLINI, TRENTADUE ANNI DOPO

Pier_paolo Baldovino, uomo di teatro e di cultura, invia a un gruppo di amici
un post per ricordare, trentadue anni dopo.

Nella città in cui stavamo io e Baldovino era una sera piovosa, e
fece buio, se possibile, anche prima del tempo. Ma queste circo-
stanze non impedirono alla gente di sciamare per i negozi affollan-
do la quasi unica strada del centro esistente, prima di ritirarsi di buon grado alle 20, circa, a saracinesche chiuse.

La sera dopo, stessa cosa.

Su Pasolini non si lesinavano i commenti, per così dire, poco be-
nevoli; perfino fra i ragazzi che si pensavano più illuminati veniva fatto qualche paragone malevolo col delitto di Ermanno Lavorini, ucciso pochi anni prima sulla spiaggia di Marina di Vecchiano, con grande scandalo e enfasi mediatica, compresi dischi a 45 giri ispirati al fattaccio, composti da Franco Trincale, in stile ballata.

Per ricostruire i fatti, che plastico avrebbe portato in studio Bruno Vespa, allora, se ci fosse stato già il perfido “Porta a porta”?

Forse è bene allargare il raggio dei contatti, rendendo “un po’ più pubblico” su questo blog il messaggio di Baldovino.

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«Dunque: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione di denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione straniera, collaborazione con la Cia, uso illecito di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di punirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell’Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani (responsabilità, questa, aggravata dalla sua totale inconsapevolezza), respon-
sabilità della condizione, come si usa dire, paurosa, delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica primaria, responsabilità dell’abbandono “selvaggio”delle campagne, responsabilità dell’esplosione “ selvaggia” della cultura di massa e dei mass-media, responsabilità della stupidità delittuosa della televisione, responsabilità del decadimento della Chiesa, e infine, oltre a tutto il resto, magari anche distribuzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori. (…)
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«”Il Processo”, scritto da Pier Paolo Pasolini, è pubblicato sul “Corriere della Sera” il 24 agosto 1975.

«Pasolini viene assassinato nella notte fra il 1 e il 2 Novembre 1975…

«Il Processo legale alla diccì e al sistema dei partiti della prima Repubblica si terrà nel 1993…
«L’inchiesta Mani pulite aprirà la strada alla “seconda Repubblica”, che vedrà prima un uomo solo al comando, poi un’alternanza di governi di centro-sinistra…

«Ma le questioni sollevate da Pasolini saranno rimosse dalla politica
del potere, dalla casta degli intoccabili.»

E, aggiungo io, la memoria in quei giorni, ogni anno, sarà occupata dal ricordo dell’Halloween appena celebrato, indossando costumi improbabili.

  • paolo beneforti |

    no, intendevo dire che non credo che la diffusione di Halloween potrà far dimenticare la morte di Pasolini – almeno tra chi lo conosce. e di certo è positivo che il personaggio Pasolini (non altrettanto la sua opera) sia ancora ricordato. 🙂

  • luca Boschi |

    Ciao!
    Ma ciò è positivo, no? Non tanto la “santificazione”, che non mi sembra un termine appropriato concettualmente, men che meno in relazione a Pier Paolo Pasolini.
    Se poi intendi che di lui si è parlato “troppo”, non sono d’accordo… Sulla sua morte non si è mai voluto fare piena luce, e ciò in modo vergognoso. Una delle menti più lucide del Novecento, come osservatore del costume e della società, oltre che come (straproduttivo) uomo di cultura, non è certo stata benvoluta e degnamente onorata dalla nostra splendida, arretratissima, ignorantissima Penisola, dove i lettori scendono a picco ogni anno (i dati della distribuzione libraria piangono, fanno rabbrividire).
    Se invece pensi che sia di lui, sia di altri pensatori e scrittori, meritevoli uomini di cinema e di teatro, si dovrebbe parlare di più, be’, certo, è così.
    La nostra tivù non aiuta, specie una parte di quella privata.
    Quella di stato, poi… be’, fa rabbrividire (per la funzione che non svolge) quasi come i dati di venduto forniti dalla distribuzione libraria rispetto allo scorso anno (quelli del 2007, non ancora concluso e quindi non del tutto monitorato, non li conosco, ma il trend è sfavorevole platealmente).
    Brrrr!
    Ciao e a presto,
    Luca

  • paolo beneforti |

    eh, Baldovino ha cominciato verso il 1988 a far cose teatrali per ricordare Pasolini e la sua morte; me lo ricordo bene. Ma bisogna anche riconoscere che in tutti questi anni, dal 1975 ad oggi, Pasolini è stato continuamente ricordato, divulgato, rimpianto – quasi santificato. Halloween o non halloween 😉

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