Dopo la copertina di Time, che prende una forte, corretta posizione contro il dittatoriale, inadeguato figuro che indegnamente occupa una sedia sulla quale non avrebbe mai dovuto sedersi, veniamo al contenuto estremamente interessante di questo post.
Si tratta della conversazione di Antonio Scurati richiesta nella scorsa edizione della manifestazione Dialoghi sull’Uomo, che quest’anno, come un po’ tutte, non ha potuto tenersi.
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Viviamo nel secolo e nel millennio aperto dall’attentato al World Trade Center. A principiare da quel giorno, l’immaginario mediatico e letterario occidentale è stato dominato dalla paura e dal lutto, in paradossale discrepanza rispetto a un’esperienza di vita ancora connotata da una “normalità” pacifica, benestante e tendenzialmente edonistica. Anche il linguaggio della politica – per bocca dei “nuovi” leader populisti – ha incentrato il proprio discorso sulla paura a discapito della speranza, che era stata la sua stella polare nel secolo precedente.
I crolli delle torri gemelle e quelli di borsa non sono bastati a favorire la transizione della società occidentale da un pervicace individualismo alla ritrovata centralità dei “destini generali”. La pandemia di questi mesi, attraverso una sorta di manovra a tenaglia, chiude la nostra psiche collettiva in una sacca psicotica, una sindrome da accerchiamento che ripropone la necessità di trovare un linguaggio finalmente capace di esorcizzare le nostre paure e di elaborare i nostri lutti.
Ascoltiamo Scurati (e magari festeggiamo la conquista della Repubblica anche leggendo il suo esemplare libro su un Grande Criminale del secolo scorso, condannato dalla Storia oltre che dagli uomini non farabutti).
Il resto della pagina, senza nessuna ragione differente dalla constatazione che si tratti di belle immagini, è occupata da illustrazioni del dimenticato cagnolino Bonzo, creato nel 1922 dal fumettista inglese George Studdy.
Questo video non era possibile non pubblicarlo, senza nessun commento.
P. S.: Va bene, quella copertina non era effettivamente del Time. Era abbastanza chiaro, no?