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Finalmente è online il film di Lucia Vannucchi Sui sentieri di libertà, prodotto da Prisma Vision, ottimo per una visione nella giornata odierna!
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Di seguito, alcune specificazioni, anche visive.
Sotto, l’immagine di un cocuzzolo dell’Appennino, mentre si rimira il paesaggio cercando di individuare, prima che la telecamera compia il suo lavoro, uno dei sentieri che da lì conduce, attraversando montagne e vallate, in direzione di Montefiorino, dove Minos, insieme agli altri partigiani della Brigata Buozzi, si diresse con il gruppo di formazioni “Armando” alla difesa della Repubblica Partigiana di Montefiorino (17 giugno – 1° agosto 1944), partecipando ad altre operazioni di guerriglia al di là della cosiddetta Linea gotica, fino al crollo tedesco dell’aprile 1945.
Sopra, Valerio Puccianti, che partecipò alla prima azione di guerriglia contro i nazifascisti della Linea gotica, quella in cui perse la vita il partigiano Primo Filoni il giorno di Pasqua del 1944.
Anche Valerio, con alcuni altri partigiani e testimoni dell’epoca, è presente nel film: un prezioso materiale di appassionata memoria che serve a non dimenticare.
Sopra, ciò che resta della Linea gotica (ancora visibile), in un pezzo di strada nella località di Cireglio, scelta per divenire una postazione privilegiata delle SS e rasa al suolo durante la guerra a questo scopo.
Sopra, un momento della ricerca d’archivio su polverosi giornali d’epoca.
Sotto, un momento della troupe (o meglio, di una parte di essa) dopo aver filmato alcuni documenti a casa del partigiano Pellegrino Bonacchi (il primo a destra, classe 1921).
Le voci narranti che intervengono nel film appartengono ad un gruppo eterogeneo che racconta dalle più diverse prospettive ciò che avvenne sull’Appennino tosco-emiliano dalla fine del 1943 al 1945. Sono Venanzio Bizzarri, Valerio Puccianti, Nevio Borgognoni, Germano Pacelli, Loris Guidotti, Pellegrino Bernardi, Albertina Tonarelli e Minos Gori.
Provenienti da diverse esperienze politiche e umane, a partire dagli inizi del 1944 fino alla Liberazione, con ruoli diversi hanno preso parte attiva alla Resistenza. Ottaviano Papini, allora bambino, testimonia il conflitto dal punto di vista della popolazione civile. Altri testimoni raccontano episodi tragici di rappresaglie avvenuti nei paraggi, ma non esattamente in quell’area, più o meno nello stesso periodo, per esempio a Cireglio e a Biagioni.
Ad aprire ulteriormente lo scenario sulle molteplici imprevedibili realtà di questo periodo storico così denso, interviene anche Anton Langer, ex soldato tedesco, disertore.
E’ uno dei vari militari della Wehrmacht che volle unirsi ai partigiani locali e che ancora vive sull’Appennino, avendo deciso, da allora, di non mettere più piede in Germania.
Gli interventi degli intervistati si alternano con la lettura di stralci del diario di Giuseppe Vivarelli, detto “Peppone”, uno dei responsabili dell’addestramento della Brigata Buozzi. Attraverso le sue parole, con grande efficacia espressiva, Peppone riporta notizie e compie valutazioni di alto interesse storico e sociale.
Nel film viene ricordata anche la non secondaria figura di un altro tedesco, ormai deceduto, Kurt Kayser, responsabile della SMI (Società Metallurgica Italiana) durante l’occupazione, che si distinse per avere salvato molti operai dalle deportazioni e dagli arresti oppenendosi nascostamente alle indicazioni del regime nazista.
Nello scatto sopra, Lucia Vannucchi intervista la staffetta partigiana Albertina Tonarelli, nell’estate 2009.
Un momento del backstage con Ottaviano Papini, che descrive l’attività della società metallurgica, produttrice di armi per conto delle SS nella località montana di Campotizzoro.
Sotto, un sopralluogo nella Foresta del Teso.
E adesso eccone i credits del film in tedesco.
Italia / Deutschland 2011, documentario.
Regie: Lucia Vannucchi
Mit
Bruno Bargellini, Venanzio Bizzarri, Pellegrino Bernardi, Nevio Borgognoni, Loris Guidotti, Minos Gori, Antonio Langer, Renato Mattioli, Germano Pacelli, Fosco Papini, Ottaviano Papini, Valerio Puccianti, Silvano Sarti, Albertina Tonarelli, 54 min, HDV, Omu-
Mit Unterstützung von
Regione Toscana; Mediateca Toscana; Rai – Archivio Luce; Bundesarchiv-Filmarchiv (Berlino); Provincia di Pistoia; Istituto Storico della Resistenza (PT e Lucca); Comune di Montefiorino;Comune di Abetone; Centro di Documentazione – Pistoia; Unicoop Firenze; Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia; Fondazione Banche di Pistoia e Vignole
In dem Dokumentarfilm Sui sentieri di libertà (Auf den Pfaden der Freiheit) berichten ehemalige Partisanen über ihr Leben und ihren Kampf für die Befreiung Italiens im Zweiten Weltkrieg in den Regionen Toskana und Emilia Romagna. In aktuellen Zeitzeugeninterviews erfahren wir etwas über die Aktionen, Entscheidungen und Motivationen dieser Menschen und über die Orte und geschichtlichen Zusammenhänge.
Eingebettet sind die Berichte in Archivmaterial wie zum Beispiel Wochenschauberichte, Rundfunksendungen sowie persönliche Briefen und Tagebuchaufzeichnungen oder auch Gedichte, Gemälde und Skulpturen, die von den Protagonisten dieser Zeit geschaffen wurden.
Im Dokumentarfilm wird von Ereignissen erzählt, über die bisher oft geschwiegen wurde. So erhält man einen Eindruck von den ethischen Prinzipien und Idealen, welche die Widerstandskämpfer bewegt haben.
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www.prisma-vision.com
La realizzazione del video è stata possibile grazie al contributo di:
Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Fondazione Banche di Pistoia e Vignole per la Cultura e lo Sport, Regione Toscana (L.R. 38/2000), Provincia di Pistoia, C.U.D.I.R. del Comune di Pistoia, Comune di Abetone, Unicoop Firenze.
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“Negli ultimi anni, la ricorrenza del 25 Aprile era stata da alcuni contestata o quanto meno ritenuta non necessaria: ebbene, su questo voglio essere lapidario e dire che mai come quest’anno ricordare e in qualche modo festeggiare l’anniversario della Liberazione ha un pieno e profondo significato. Perché quest’anno l’Italia si trova, come mai prima dal dopoguerra a oggi, di fronte a un dramma collettivo, a una tragedia nazionale, che impone prepotentemente un ritorno ai valori della nostra comunità, a un destino generale, al di là di ogni individualismo, egoismo, edonismo”.
E’ quanto ha detto, qui su Globalist, lo scrittore Antonio Scurati.
Alle voci intelligenti si alternano quelle di segno opposto, che in modo automatico collocano le fauci dalle quali escono, oltre al resto del corpo di questi tristi individui, fra i fiancheggiatori tardivi del nazifascismo (anche se vestono inutilmente, in modo truffaldino, per intorbidire le acque, i panni dei moderati qualunquisti, ovvero degli ignoranti “cittadini comuni” senza arte né parte).
“Il Coronavirus ci ha fatto un regalo liberandoci finalmente dal 25 aprile. E se la ride della stupidità degli antifascisti.”
L’autore di questo abominio è la frustrata controfigura di Nosferatu, un pavido blateratore invitato nei talk show per fare da zimbello che, nel suo editoriale su un giornalaccio, sostiene che festeggiare il 25 aprile sia ridicolo anche perché – scribacchia – “non c’è più un partigiano neanche a pagarlo oro.”
In attesa di festeggiare come sempre – anche a distanza – il 25 aprile – aspettiamo con ansia un’altra liberazione: il giorno in cui saremo liberati da questo scempio quotidiano.