Ecco, la Mostra Mercato di Reggio Emilia e le incombenze che le fanno da vigilia dettano l’agenda (sia per chi ci si accampa, sia per chi ci passa che di striscio, o di cchi si rode le nocche per essere troppo impegnato altrimenti.).
Ma intanto, ecco qua. Le immagini parlano da sole. La strada verso Darkwood è la strada verso l’avventura e la fantasia.
Il viaggio che porta al mondo incantato di Zagor, lo Spirito con la Scure, è anche un viaggio attraverso la storia, la geografia, le tradizioni, le culture di paesi lontani che però possono servire a capire meglio la nostra realtà e persino noi stessi.
Creato da Sergio Bonelli e da Gallieno Ferri nel 1961, il leggendario eroe dalla casacca rossa ha fatto sognare intere generazioni di lettori e ha realizzato il sogno di uno di essi: Moreno Burattini, che fin da bambino voleva scriverne le storie e lo sta facendo da trent’anni.
Questo è il racconto di come una passione è diventata una professione.
Questa volta, privilegiamo il testo alle immagini.
Torniamo indietro di oltre sessant’anni. Ferri ha iniziato a collaborare con la casa editrice A.V.E. (Anonima Veritas Editrice), che pubblica il leggendario giornalino Il Vittorioso e il pocket settimanale Capitan Walter. Proprio per questo, e per il tascabile Jolly, che ne è la prosecuzione, Ferri disegna alcuni episodi a fumetti su soggetto di Sandro Cassone: romanziere, commediografo e divulgatore, firma storica della A.V.E.
In terra ligure, collabora anche a Lo Scolaro, giornalino didattico estremamente longevo, gestito dal genovese Iro Stringa. Ferri vi disegna alcune tavole educational e la riduzione illustrata della fiaba Alì Baba e i quaranta ladroni.
È in questo frangente che Ferri pensa di proporsi come collaboratore alla casa editrice diretta da Tea Bonelli, che nel 1960 non ha ancora le caratteristiche di imponenza produttiva che si sarebbero sviluppate nei decenni seguenti. La piazza fumettistica milanese è occupata soprattutto da Arnoldo Mondadori con Topolino, gli albi di Nembo Kid e quelli di Pecos Bill; dalla concorrente Alpe, con Cucciolo e Tiramolla; dalla tentacolare Universo, con Il Monello e Intrepido. E infine dalla Dardo, che miete grandi successi di vendite soprattutto con le avventure di Capitan Miki e del Grande Blek.
Memore della collaborazione di Gianluigi Bonelli con il suo primo editore, Giovanni De Leo, Gallieno visita la redazione milanese di via Ferruccio 15, durante una gita in Lombardia con la moglie Rosella. Con grande cordialità lo saluta il ventottenne Sergio, al quale mostra qualche esempio della sua produzione francese.
Quel viaggio si rivelerà “galeotto”: l’avvio di una avventura della quale né Gallieno, né Sergio immaginano minimamente i contorni.
Proviamo a immaginarci la scena. È il 1960, gli italiani sono concentrati sull’avvenimento epocale dei Giochi Olimpici di Roma.
Molti albi e giornali a fumetti in edicola celebrano l’evento a modo loro e così la radio e la televisione (un solo canale che trasmette in bianco e nero solo poche ore al giorno). La richiesta di intrattenimento e divertimento, in questo adrenalinico periodo di ripresa economica e di incrementata alfabetizzazione, è altissima. Il terreno per lanciare nuovi eroi del fumetto non potrebbe essere più fertile.
Lontano dalla capitale, i due protagonisti di un futuro sodalizio si incontrano e si studiano. La qualità delle tavole che Gallieno Ferri ha realizzato ad hoc, con una forte impronta stilistica influenzata dal classico Alex Raymond, è molto alta, superiore alla media sul mercato italiano. Sergio e Gallieno discutono qualche dettaglio, scoprono di avere delle passioni fumettistiche comuni e che rimandano alle letture infantili e adolescenziali: l’Uomo Mascherato, Jim della Giungla, persino Rip Kirby.
Sergio non intende lasciarsi sfuggire un disegnatore tanto sensibile e intelligente. Vorrebbe ingaggiarlo e metterlo alla prova subito, ma non dispone, al momento, di una serie a fumetti significativa da lanciare (o da rilanciare) adeguata allo stile di Ferri. Così, mentre lo tiene occupato con un paio di episodi per l’albo a striscia Giubba Rossa, pubblicato sotto la gerenza delle Edizioni Araldo, progetta un ciclo nuovo, avventuroso quanto divertente.
In quel periodo vanno per la maggiore i due eroi della Dardo, pubblicati dall’editore concittadino Gino Casarotti: il piccolo Miki e l’aitante Blek Macigno. Il loro punto di forza sono le avventure dal respiro libero, svincolate da riferimenti storico-geografici troppo rigidi e ritmate da intermezzi comici, dovuti soprattutto alle gag dei buffi comprimari. Rispetto a Tex Willer, molto apprezzato da un pubblico maturo, le gesta dei personaggi della Dardo, dovuti soprattutto al trio della sigla Esse-G-Esse (Giovanni Sinchetto, Dario Guzzon e Pietro Sartoris), si rivolgono a un pubblico più giovane e disimpegnato. Il nuovo ciclo di Bonelli e Ferri tenterà di riprendere queste caratteristiche, coniugando l’azione alla fantasia, mantenendo uno spirito basilarmente western, ma pescando senza timore anche in altri filoni dell’immaginario.
Ed ecco quindi Zagor, agile e dinamico come Blek, con la sua “spalla” Cico, che porge le battute come fanno con Capitan Miki il vecchio scout ubriacone Doppio Rum e il sedicente medico Salasso. Ecco anche la fantastica ambientazione della foresta di Darkwood, africaneggiante benché collocata idealmente fra la Pannsylvania, la Virginia Occidentale e l’Ohio.
Infine, immaginiamo le discussioni di Sergio e Gallieno sull’abbigliamento dei personaggi, sul costume di Zagor, sulle caratteristiche della personalità degli eroi principali e sulla loro mimica durante i dialoghi e le azioni. Attraverso i primi disegni di Ferri, che verranno conservati e pubblicati molti anni dopo, si scopre l’evoluzione delle armi, dei pantaloni, delle casacche di Zagor, persino del simbolo che reca sul petto, posto in posizione analoga allo scudo di Superman. Si lavora ad una leggenda, mentre l’Italia inneggia agli atleti olimpici, benedetti a San Pietro da Papa Giovanni.
Moreno è di un anno più giovane di Zagor. Il personaggio a fumetti ne ha segnato la vita, così come ha lasciato una impronta indelebile in quella di milioni di lettori in Italia e nel mondo. Da trent’anni, l’autore di questo saggio scrive le avventure dello Spirito con la Scure. Come emozionanti sono le tante storie da lui ideate per permettere alla leggenda dell’eroe di Darkwood di perpetuarsi, così sono affascinanti i mille aneddoti qui narrati in una sorta di autobiografia professionale intrigante come un romanzo.
La scrittura di Burattini ci porta dentro la mente di un inventore di trame e personaggi, ci mostra il dietro le quinte della nascita di un racconto disegnato, ci spalanca le porte del mondo degli autori e dei loro fans, ci propone il ritratto di grandi figure della storia del fumetto italiano. Ma, soprattutto, ci permette di assistere, passo dopo passo, al realizzarsi del sogno di un ragazzino, che voleva fabbricare favole e ci è riuscito.
Copertina del volume di Alessandro Piccinelli e Alessandro Bocci.
Io e Zagor
Moreno Burattini
Cut-Up Publishing, 2019
552 pagine, brossura – 19,90 €
Sopra, un Moreno Burattini versione Zagor nella locandina creata da Enrico Anzuini (Tirez sur le graphiste)!