Il personaggio che osserva, perplesso, il banner in alto pensa a un refuso, supponendo che il titolo corretto sia LA PERFEZIONE DEL GIGIO (l’ego di certi Topi, talvolta è incommensurabile). Invece no: giustamente è questo il titolo scelto dagli amici di Città di Castello per la grande mostra su Dino Battaglia, che a suo tempo, per il Corriere dei Piccoli, disegnò anche il roditorino di Maria Perego.
Ebbene, un po’ tardivamente (come ormai è consuetudine) Cartoonist Globale segnala una mostra, valutata come bellissima o furor di popolo, inaugurata lo scorso 14 settembre a Città di Castello. Si tratta della mostra Dino Battaglia. La perfezione del grigio tra sacro e profano, organizzata dall’ineffabile Piero Alligo nell’ambito della 17a edizione di Tiferno Comics 2019.
Mentre la tradizionale mostra mercato del fumetto avrà luogo sabato 19 e domenica 20 ottobre in Piazza Matteotti e in Piazza Fanti (ore 9/19), questa magnifica esposizione dedicata a Battaglia durerà fino al 3 novembre e ha luogo in Palazzo Vitelli a Sant’Egidio (aperto dal giovedì alla domenica).
Inutile sottolineare che Dino Battaglia è un nome cult del fumetto italiano, uno fra i più straordinari innovatori della tecnica e dell’estetica fumettistica, noto soprattutto per le sue encomiabili trasposizioni di classici della letteratura, arricchiti dai sui celebri chiaroscuri e dalle infinite sfumature di grigio,che in questa rassegna vengono evidenziate e privilegiate.
Dalla presentazione di Vincenzo Mollica, Art director di Tiferno Comics, intervistato per l’occasione da Riccardo Corbò:
“Sono sempre rimasto colpito dal fatto che lui, che così straordinariamente aveva illustrato i racconti di Edgar Allan Poe e Maupassant, disegnasse, con la stessa intensità e la stessa grazia, le vite dei santi. Questo era il segno della sua grande sapienza, aveva capito che due punti letterariamente così estremi potessero essere in realtà così vicini”. Un’occasione da non mancare, così come il relativo catalogo.
Info: www.tifernocomics.com.
Dino Battaglia era un genio. Era simpatico e dotato di una raffinata ironia. Era un pittore vero, che ha espresso il suo talento pittorico attraverso il fumetto. Era colto e nello stesso tempo un acuto osservatore del suo tempo. Non parlava mai per frasi comuni, usava un linguaggio semplice e allo stesso tempo erudito.
Insomma, conversare con lui era un vero piacere.
La prima volta che l’ho incontrato è stato nella sua casa a Milano, mi ha mandato Hugo Pratt, dicendomi “se vuoi ascoltare una vera opinione su di me, vai da un mio nemico”, e mi mandò da Dino Battaglia, il quale mi accolse con perplessità visto che con Hugo Pratt non si parlavano da qualche tempo.
Mi chiese: “Non è uno scherzo??”. Io ribadii che mi mandava proprio Pratt. “Si accomodi allora”, mi disse e lodò il talento artistico di Pratt mettendo in evidenza la sua forza pittorica e letteraria. In quella occasione gli dissi che per Hugo Pratt Dino Battaglia era il più grande disegnatore di indiani d’America che avesse mai visto nella sua vita.
Lo incontrai ancora più volte per realizzare la prima monografia che è uscita su di lui, che ho realizzato con Mauro Paganelli degli Editori del Grifo. Era un signore gentile, un padrone di casa accogliente, ed era un vero piacere conversare il pomeriggio davanti ad una buona tazza di tè, con lui e la moglie Laura, che era anche la sua colorista.
Mi è capitato alcune volte di vederlo lavorare, di vedere come faceva i suoi celeberrimi chiaro scuri, con dei batuffoli di cotone, mentre la moglie gli leggeva i classici della letteratura. La casa di Dino Battaglia era di una eleganza sobria, ma ricordo delle vetrine che custodivano tutti i soldatini che lui aveva creato.
Fu lui a farmi apprezzare i grandi scrittori mittelamericani di cui era un erudito cultore, come Carolus Cergoly, Robert Walser e Philip Roth.
Sono sempre rimasto colpito dal fatto che lui che così straordinariamente aveva illustrato i racconti di Edgar Allan Poe e Maupassant, disegnasse con la stessa intensità e la stessa grazia, le vite dei santi. Questo era il segno della sua grande sapienza, aveva capito che due punti letterariamente così estremi potessero essere in realtà così vicini.
Per me Dino Battaglia è stato il Luchino Visconti del fumetto italiano. Un artista unico e inarrivabile, non gli ho mai visto sbagliare un disegno, non l’ho mai visto fare compromessi con la serialità, il suo fumetto è Arte, allo stato puro, e in una storia dell’arte degna di questo nome, le sue opere meriterebbero un capitolo di grande rilievo.
Dino Battaglia ha saputo raccontare la vita con la curiosità che aveva negli occhi e con i migliori sentimenti che guidano e orchestrano l’avventura umana.
Per tutto quello che ho scritto, ogni suo libro per me è un capolavoro.
Vincenzo Mollica
Ora un po’ di colore, che non c’entra con Dino Battaglia, anche perché l’autore di questa Surfer Girl è Yoshio Okada, che la disegnò nel 1974. Ecco come mai (non c’entra).
Insomma, in generale, come andrà a finire ciò che ci sta accadendo (OT, naturalmente)?
La risposta, non enigmaticamente marzulliana, che ci diamo, sappiàmolo e sappiàtelo, come sempre soffia nel vento.