Cambiando argomento, ma solo in parte, per dimostrare che esiste un filo di continuità fra i pessimi di oggi e i pessimi di ieri, metto online una scorta di immagini già archiviata tempo fa.
STUPRARE DONNE, GASARE I NEMICI E COMPRARE SCHIAVE: COSÌ LE CARTOLINE RAZZISTE DELLA GUERRA D’ETIOPIA RACCONTANO IL VERO VOLTO DELLA “CIVILIZZAZIONE FASCISTA” (si tratta di materiali trovati in rete, vergognosi, benché firmati da un grande autore).
Durante la campagna d’Etiopia tra le truppe italiane impegnate nel Corno d’Africa giravano delle cartoline su cui erano disegnate vignette razziste.
L’autore era il grande disegnatore e pittore Enrico De Seta e la pubblicazione era realizzata da Edizioni d’Arte Boeri.
Questi disegni evidenziano perfettamente quale fosse la mentalità prevalente dell’epoca e come il regime non si facesse problemi a descrivere senza reticenze quello che stava facendo in Africa.
Nelle vignette di queste infami cartoline, ripeto: ben disegnate ma la loro qualità rende ancora più orrendi i loro contenuti, l’opera civilizzatrice del fascismo appare per quello che è veramente: niente più che una laida guerra di rapina, in cui le popolazione aggredite vengono squalificate fino al livello più basso possibile.
Per i soldati italiani, protagonisti delle cartoline, l’Etiopia è un luogo ideale dove poter realizzare tutti i propri desideri: sesso a buon mercato, facili vittorie, perfino schiavi da rimandare in patria.
Le donne etiopi vengono raffigurate come prostitute ansiose di giacere con i nostri militari, mentre gli uomini sono considerati nulla più di insetti da asfissiare con il gas, considerato “l’arma più opportuna con cui debellarli”.
Ed era proprio andata in quel modo, visto che il regio esercito, su indicazione diretta dell’infame duce (ora tanto spesso evocato dai neopostfascisti), non si era fatto problemi ad usare armi chimiche in aperta violazione della Convenzione di Ginevra.
L’utilizzo di iprite, arsine ed altri agenti chimici fu solo l’inizio di una serie di atti criminali compiuti nel Corno d’Africa. Nel corso della conquista l’aviazione italiana bombardò campi di raccolta per feriti allestiti dalla croce rossa, torturò prigionieri di guerra e compì violenze di varia natura sulla popolazione civile. Le brutalità non cessarono nemmeno dopo l’occupazione.
Tutto questo mentre in patria si rimandavano cartoline in cui razzismo, sessismo, misoginia e crimini di guerra sono i veri protagonisti della guerra d’Etiopia. Pessimi modi di essere che oggi una parte dei sostenitori di quello che fu un orrido governo ancora hanno avuto il coraggio, senza vergogna, di rendere pubblici.
Per fortuna il loro inaccettabile “truce” (come lo definisce Giuliano Ferrara, un giornalista liberale, di destra) è caduto.
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