Un attento street artist, Random Guy, ha voluto omaggiare con una sua intelligente e azzeccata opera il cuore della città medioevale di Lucca, ritraendovi due ridicoli individui il cui pensiero è fermo a quei dimenticabili secoli bui, con qualche aggiornamento novecentesco del Ventennio.
Questa ghignante coppietta horror, protagonista del ritratto dal titolo Famiglia Arcobaleno, è visionabile (a meno che qualche oscurantista hater dell’arte e della verità non osi deturparla) sul muro di un palazzo di via Fillungo, nell’indimenticabile città del buccellato.
Grazie a Random Guy. Se anche qualcuno si macchiasse del reato di rovinare parzialmente la tua veridica opera d’arte, il messaggio che ha efficacemente comunicato resterà comunque nei nostri cuori.
A proposito di fascismo, per ricordare cosa sia stato, e perché la sua apologia debba essere quotidianamente combattuta, vale la pena di acquistare e leggere un eccezionale fumetto uscito in edicola a metà marzo per conto dell’Editoriale Cosmo, come sempre ridimensionato nel formato di albo bonelliano, ma non per questo meno leggibile e godibile.
Compare in Cosmo Serie Rossa #77: Le Grandi Battaglie Della Storia #18, e s’intitola Marzabotto #1 (di 2)
E’ una sorta di capolavoro, o così mi è parso, dopo aver letto il primo dei due libretti, intitolato Marzabotto, dal nome del paese tra Porretta e Bologna oggetto di spietato massacro da parte dei nazisti, alleati dei fascisti di Mussolini, alla ricerca di “sovversivi” (ovvero di “resistenti alla barbarie nazifascista” che oggi troppi sono spinti a sottovalutare, in un’opera scientifica di rimozione collettiva compiuta, giorno dopo giorno, dalle forze della reazione italiane e di potenze straniere).
Originariamente, il “doppio graphic novel” si intitolava scialbamente Le voyage de Marcel Grob. Plauso agli amici della Cosmo che gli hanno dato il titolo italiano più efficace e giuzto che si potesse.
Come si vede anche dai video inseriti in questo post, il racconto di Marzabotto è basato su fatti veri. La persona di Marcel Grob non è una creazione di fantasia.
Ne parla in un’intervista (come si legge sotto) il bravissimo sceneggiatore Philippe Collin.
Marcel Grob était mon grand-oncle que j’ai très bien connu enfant et adolescent. Il m’a un peu servi de grand-père de remplacement à la mort du mien. Je savais qu’il avait fait la guerre du mauvais côté car il était un Malgré Nous alsacien. Avec 130.000 autres. Mais en 1995, j’avais 20 ans et j’ai découvert que c’était plus complexe. Il était dans la Waffen SS, ce qui sous-entendait pour moi engagement volontaire. A 20 ans, on veut des réponses. J’ai posé les questions de front. Au bout de trois ans de querelles infructueuses, j’ai pris ce refus pour un aveu de culpabilité. J’ai rompu avec lui en 97 et je ne l’ai jamais revu. Il est mort en 2009.
En 2012, j’ai récupéré son dossier militaire et son livret de SS. Très vite, j’ai compris que j’avais fait une erreur monumentale de jugement. En fait à 17 ans, il avait été enrôlé de force dans la SS, «offert» avec d’autres par le Gauleiter de l’Alsace à Himmler patron de la SS.
Cela a suscité chez moi pas mal de regrets. Donc je voulais me racheter, apporter réparation pour moi, pour lui et les autres. La vraie question était d’essayer de savoir ce que c’était d’avoir 17 ans pendant la guerre.
Je pose avec Sébastien Goethals une question qui dépasse l’Alsace.
.
Sarebbe bello che anche in Italia ci fossero discussioni sui fumetti che escono, così come accade in Francia. Almeno quando si tratta di storie che ci riguardano.
Ma siamo in Italia, terra di forzata ignoranza, dove la cultura interessa solo (secondo gli stupidi) ai cosiddetti (dai caproni, orgogliosi della loro ignoranza reazionaria) radical chic.