Allo Spazio WOW di Milano i solerti organizzator-pensatori di mostre stanno mettendo in piedi una serie di iniziative molto importanti per la memoria storica del nostro settore, in concomitanza con ricorrenze tonde (compleanni, commemorazioni, riesumazioni di cadaveri eccellenti), ma anche e soprattutto per omaggiare, riproponendoli all’attenzione collettiva, autori e personaggi ai quali dobbiamo (soprattutto ai primi) immensa gratitudine.
Maledizione: Cartoonist Globale riesce solo a citare una parte minima di queste iniziative, e di altre in corso.
Al volo, ricordiamo quella che si chiude il prossimo giorno 21.
E’ di 81 anni fa, e più precisamente del gennaio 1937, il primo numero de Il Vittorioso: lo storico giornale a fumetti cattolico che per trent’anni ha accompagnato i ragazzi, lanciando grandi artisti della Nona Arte – come Benito Jacovitti – stabilendo un filo diretto con i lettori e accompagnando i ragazzi a scuola con il celeberrimo Diario Vitt.
WOW Spazio Fumetto, in collaborazione con l’Associazione Amici del Vittorioso, propone una mostra a ingresso libero che dal 2 giugno al 29 luglio espone i numeri e le pagine più significative di un percorso editoriale fondamentale per la storia dell’editoria per ragazzi. Grazie ai materiali provenienti dall’archivio della Fondazione Franco Fossati, dagli eredi degli artisti, dai collezionisti e dai membri dell’Associazione sarà possibile ammirare il mitico numero 1, i numeri più importanti della lunga vita editoriale del settimanale, splendide tavole originali dei maggiori collaboratori del Vitt e ripercorrere le rubriche e i momenti fondamentali di trent’anni di storia del fumetto e del Paese.
Nel gennaio 1937, dopo una forte promozione sulle testate cattoliche dell’epoca, vede la luce il primo numero del giornale a fumetti Il Vittorioso, creato su iniziativa della Gioventù Italiana di Azione Cattolica.
Il settimanale ha una concezione inedita: nato per fare concorrenza al Topolino di Mondadori e all’Avventuroso di Nerbini, pubblica racconti e rubriche che si propongono di formare la gioventù sulla base dei valori cristiani, che pervadono ogni pagina del settimanale pur senza essere ostentati.
Il Vittorioso viene distribuito capillarmente usufruendo del canale “alternativo” delle parrocchie, con vendita “militante” e propaganda degli abbonamenti effettuate negli oratori; la vendita viene effettuata sui banconi della “buona stampa” all’interno delle chiese.
Un altro punto di forza del settimanale sono i suoi collaboratori.
Gli artisti presenti sono quasi esclusivamente italiani, e sulle pagine del Vittorioso vengono lanciati o si affermano grandissimi autori del fumetto italiano. Già nel primo numero esordisce un autore importante come Franco Caprioli, maestro del pointillisme, e nel giro di pochi mesi arrivano Gianluigi Bonelli, futuro creatore di Tex, Sebastiano Craveri, che per anni è l’autore più popolare del Vittorioso con il suo indimenticabile mondo pieno di animali antropomorfi, guidato dal saggio Giraffone, e Kurt Caesar, eccezionale nel rappresentare i mezzi meccanici.
Nel 1940 avviene l’esordio di Benito Jacovitti, appena diciassettenne, destinato a diventare il più importante autore umoristico italiano di sempre. Negli anni arriveranno poi maestri come Gianni De Luca, Carlo Peroni, Lina Buffolente, Lino Landolfi, e tanti altri.
Poi c’è questa:
Corriere dei Piccoli
110 anni del Fumetto in Italia
Comincia dalla prima uscita del 27 dicembre 1908, la mostra che racconta la storia e l’universo del primo giornale a fumetti dell’editoria italiana
13 ottobre 2018 – 13 gennaio 2019
Orario: da martedì a venerdì, ore 15:00-19:00; sabato e domenica, ore 15:00-20:00. Lunedì chiuso
Come ricorda il comunicato stampa ufficiale, il numero uno del Corriere dei Piccoli, la prima testata a fumetti dell’editoria italiana, viene pubblicato il 27 dicembre 1908, tra poco saranno centodieci anni!
WOW Spazio Fumetto festeggia questo anniversario fondamentale ripercorrendo la storia del giornale che per quasi novant’anni ha affascinato generazioni e generazioni di lettori.
Attraverso centinaia di numeri originali, scelti nell’archivio della Fondazione Franco Fossati, è possibile ripercorrere non solo la storia editoriale del mitico “Corrierino”, ma anche riscoprire i personaggi che hanno reso grande questo settimanale.
La mostra si sviluppa in sezioni che suddividono la lunga storia del Corriere dei Piccoli in periodi, basandosi sui fatti fondamentali nella vita del giornale: i cambiamenti di formato, il breve cambio di nome (Giornale dei Piccoli a cavallo del 1945-1946), l’introduzione di una vera e propria copertina nel 1962, il radicale restyling del 1968, la “chiusura” più virtuale che reale del 1972, fino a quella, purtroppo definitiva, del 1995.
Ogni periodo è caratterizzato da straordinari personaggi, realizzati dai più importanti artisti italiani, capaci di diventare vere e proprie icone ancora notissime a decenni di distanza.
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Il signor Bonaventura, immancabile vincitore di un milione al termine di ogni avventura, creato da Sto nel 1917, si è subito affermato come il personaggio più amato e longevo del Corriere dei piccoli, continuando ad apparirvi fino agli anni Settanta, continuato ancora da Carlo Peroni e altri autori.
Dal “Qui comincia l’avventura…” del Signor Bonaventura di Sergio Tofano al “Sor Pampurio arcicontento del suo nuovo appartamento” del Sor Pampurio di Carlo Bisi, i personaggi del Corrierino hanno lasciato traccia nell’immaginario collettivo anche per i testi che ne scandiscono le avventure.
Oltre al Signor Bonaventura e a Sor Pampurio si possono ricordare Pier Cloruro de’ Lambicchi di Giovanni Manca (con la magica arcivernice che dà vita alle immagini), Marmittone di Bruno Angoletta, il Prode Anselmo di Mario Pompei, Bilbolbul di Attilio Mussino, Quadratino di Antonio Rubino e tanti altri.
All’interno della mostra è possibile rileggere le storie più belle di questi personaggi, attraverso l’esposizione di centinaia di giornali e albi originali.
Un altro aspetto fondamentale del Corriere dei Piccoli è stato l’approccio adottato da tutti coloro che vi hanno collaborato: l’idea di mettersi dalla parte del giovane lettore, senza condiscendenza ma dandogli ogni settimana qualcosa da leggere e godersi con partecipazione.
Il Corriere dei Piccoli ospita così grandi firme della letteratura italiana e del giornalismo, da Luigi Barzini a Mino Milani, da Dino Buzzati a Gianni Rodari, in racconti, romanzi a puntate, fiabe e favole spesso illustrate dai grandi artisti del settimanale. Anche questo aspetto è oggetto di un apposito focus all’interno del percorso della mostra.
Senza dimenticare Benito Jacovitti, del quale (attenzione, attenzione!) stanno per uscire in edicola, nalla premiata collana Cocco Bill e il meglio di Jacovitti, ancora altri volumi dedicati a Zorry Kid e a Jak Mandolino (e a Cip) con storie tratte dal Corriere dei Piccoli e dalla sua prosecuzione logica, il Corriere dei Ragazzi.
Acquistate e leggete, questo è (metaforicamente) il nostro corpo. Amen.
Apre la mostra il primo numero, rarissimo e prezioso, datato 27 dicembre 1908, in edizione originale, fiore all’occhiello e tra i “pezzi” più amati dell’archivio della Fondazione.
In collaborazione con il Museo Biblioteca dell’Attore di Genova sono esposte alcune tavole originali disegnate da Sto e il preziosissimo costume originale del Signor Bonaventura indossato da Sergio Tofano negli spettacoli teatrali ispirati al personaggio.
Chiudo temporaneamente con immagini che non c’entrano con queste due mostre, ma che annunciano in qualche modo il post successivo.
Sotto, un Tweet visivo di Leonardo Gori, che si riferisce a una nostra post-presentazione di venerdì scorso, con Alberto Becattini.
Trovo in archivio una serie di immagini da sistemare (catalogare, eliminare, correggere graficamente, rimuovere del tutto anche dal midollo spinale). Ne metto alcune, forse già passate dalla rete e poi miseramente cadute.
Cominciamo con questa.
Alla mia destra (alla sinistra di chi guarda) una parte del caro, indimenticato Claude Moliterni, dall’altro lato Hermann. Siamo alla Fiera del Libro di Torino, in un anno imprecisato degli ultimi dieci.