Di Andrea, anche a chi non l’ha conosciuto, manca trent’anni dopo la sua intelligenza.
Cosa avrebbe potuto pensare e partorire, oggi, contro il Governicchio da incubo che non ci meritiamo?
Quel che pensasse di Berlusconi, anche molti anni prima che costui entrasse in politica, lo sappiamo ed emerge dalle storie di Andrea, da una in particolare.
Idem, anche più esplicitamente, di Maurizio Costanzo, della P2 di Licio Gelli a cui era iscritto insieme al Berlusca, ovviamente di Giorgio Almirante…
Per un pelo, un celebre boja, capo di un partito fondato sul pensiero fascista e razzista, non ha una via intitolata a suo nome, nella Capitale.
Grazie alla sindaca Virginia Raggi che ha bloccato questa nefandezza indigeribile che stava per essere perpetrata, su iniziativa neofascista. Andrea Pazienza aveva già immortalato negli anni Ottanta questo figuro, quando alla Presidenza della Repubblica c’era l’indimenticato Sandro Pertini (“un partigiano come Presidente”)..
Rai – Rai 4, Fumettology celebra Andrea Pazienza
Roma, 14 giugno (Prima Pagina News)
Sabato 16 giugno, alle ore 16.15, doppio episodio del magazine Fumettology – I miti del fumetto italiano.
Andrea Pazienza ci lasciava trent’anni fa.
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Rai4 ricorda il grande fumettista e illustratore con un doppio episodio del magazine Fumettology – I miti del fumetto italiano, sabato 16 giugno alle 16.15.
Due episodi monografici per celebrare l’autore marchigiano che ha dato vita, tra gli altri, a personaggi immortali dell’immaginario collettivo fumettistico come Zanardi e Pentothal. Attraverso immagini d’epoca e interviste esclusive a sua moglie Marina Comandini e a personalità illustri dell’ambiente fumettistico, come lo storico Luca Boschi, lo scrittore Oscar Glioti, il fumettista Vittorio Giardino, ricostruiamo la fantastica avventura di vita e professionale di uno dei più influenti artisti del fumetto italiano.
Intanto, per chi se la fosse persa, questo è il link alla prima parte su Andrea Pazienza, andata in onda svariati anni fa.
Basta CLICCARE sopra e la si può visionare.
Era il 1987, a Napoli.
Ormai una quarto di secolo fa.
Andrea Pazienza regalò alla città, in una performance memorabile filmata in un video che si può ammirare più sotto, un’opera d’arte che molti pensavano distrutta.