Bene, i lettori di Cartoonist Globale si aspettano oggi di leggere un intervento su Napoli Comicon, sui Premi Attilio Micheluzzi, su cosa accade nella manifestazione partenopea. Invece no, ne leggerete altrove.
Adesso uso il post di oggi per divulgare un articolo scritto dallo stimato “amico ecclesiastico” Paolo Farinella, prete genovese, che, apprendo, è stato censurato dal quotidiano La Repubblica sul quale scrive abitualmente.
Nessuno stupore, le prevaricazioni abbondano ovunque in questo infausto periodo e dobbiamo darci una mano tra di noi.
Il pezzo che segue avrebbe dovuto comparire domenica prossima, 30 aprile 2017, ma non vi sarà perché i responsabili del giornale, edizione ligure, sostengono che c’è un loro codice tacito che pur non essendo elezioni pubbliche, i giornali mantengono un fair-play.
Se a Don Farinella chiedessi come mai ciò è succesoo, risponderebbe (come fa anche il sottoscritto rispetto ad altri temi): “Non capisco.”
Come diceva anche Ferrini, “Non capisco, ma mi adeguo”. E aggiunge, saggiamente: “ogni voto in meno a Renzi è un atto d’amore verso se stessi, per il Pd, per la democrazia e per l’Italia, Europa compresa.
A Genova nella settimana appena trascorsa, abbiamo avuto freddo e il Comune ha prorogato di otto giorni il riscaldamento per non più di sei ore al giorno. La temperatura invernale è aggravata dalla inesistente campagna elettorale per le primarie del Pd. Rassegnazione ovunque, i candidati al Comune sono medio-bassi-bassi, senza sussulti o solo refolo di vitalità. Saremmo costretti a scegliere il meno peggio, abbassando ancora una volta il livello già piatto della moralità pubblica.
L’emblema del degrado politico sono le primarie del Pd che oggi sanciranno a Genova, in Liguria e in Italia la vittoria mortale di Renzi Matteo, lo spergiuro che aveva giurato di ritirarsi a vita privata, se avesse perso il referendum costituzionale, e che invece vuole essere incoronato alla facciaccia di quel popolino impazzito del Pd che lo vota e lo voterà, firmando la propria rovina, se non la propria scomparsa.
Un’altra scissione si profila all’orizzonte e scegliere come segretario uno che distrugge il partito è pazzesco o diabolico. Non avrei mai immaginato che il popolo del Pd di Genova, a fianco del quale ho combattuto battaglie memorabili per la democrazia, la giustizia, la libertà di stampa, la Resistenza, con cui ho lottato contro il berlusconismo, finendo anche in tribunale per ben due volte, oggi, possa scrivere sulla scheda il nome del becchino del Pd, di colui che lo ha berlusconizzato e gli ha succhiato l’anima della Resistenza, lasciandolo cadavere ambulante senza speranza di vita.
Oggi a Genova, in Liguria e in Italia si consumerà il suicidio collettivo del Pd e vorrei che i miei amici segnassero la data sul calendario a futura memoria, affinché quando arriverà il certificato di morte non dicano “Non sapevo”.
Le primarie a Genova-Liguria, come nel resto d’Italia, sono solo una finzione. I sondaggi sembrano favorevoli a Renzi, che, democraticamente sfugge dai dibattiti pubblici (tranne quella su Sky inevitabile) con i suoi finti antagonisti perché se accetta perde qualche punto e lui vuole il pieno dell’investitura. Se al Pd ligure, che fu di Berlinguer, di Pertini, di Natta, dell’Anpi, dell’antifascismo, della rivolta contro il governo Tambroni, va bene Renzi si accomodi, ma abbia il coraggio di dire apertamente di avere rinnegato gli ideali e l’utopia di sinistra, quella che aveva some soggetto politico la Costituzione, il popolo, i lavoratori, i poveri, i diseredati, oggi gli immigrati e quelli che muoiono di fame per le politiche dei governi del Pd.
Quasi, quasi mi viene voglia di andare alle primarie a votare contro il rottamatore del Pd, il vero nemico del partito che fu. Fa tenerezza Pippo Rossetti che, che forse in vista del Parlamento, pubblicamente si schiera con Renzi. Chissà perché?
Tutte le riforme pensate e volute dal signorotto «mezzo toscano» (copyright Travaglio) sono state contro i lavoratori (art. 18), contro la democrazia (riforma costituzionale), contro il popolo (legge elettorale) contro i precari e i senza lavoro (riforma del lavoro o meglio della disoccupazione, detta in inglese «Jobs Act», scimmiottando Barack Obana per meglio imbrogliare i semplici), contro il territorio e gli ulivi centenari (referendum trivellazioni).
Apprendo che la ministra genovese, Roberta Pinotti, toma toma, quacchia quacchia, nel frattempo ha trovato 40 milioni all’anno per aumentare gli stipendi a 12 mila militari, mentre i Comuni non hanno un centesimo per aiutare famiglie, anziani e bambini a sopravvivere, che anzi devono restituire gli 80 euro perché erano tropo poveri, non avendo raggiunto otto mila euro all’anno. «Avanti popolo alla riscossa», avanza intrepido nella fossa dove giace la vanagloria del ducetto senza storia.
Voleva rottamare – lo avete capito, spero – solo quelli che potevano offuscarlo e insidiarlo, mentre ha instaurato un sistema feudale e familistico, di cui lo scandalo CONSIP, che non è stato affatto archiviato, vi riserverà amare sorprese. Né Alfano, né Verdini, né De Luca padre (e ora anche figli) vi hanno rivoltato, voi che piangevate la morte di Enrico Berlinguer il quale parlava di Austerità ed Etica pubblica.
Mi permetto di fare un appello fraterno, gratis, al popolo del Pd genovese e ligure, in questo giorno di esequie: se ancora avete un refolo di dignità e un rigurgito di memoria storica non consegnate ciò che resta del vostro fu-partito a un predatore estraneo alla vostra tradizione e alla vostra storia.
Egli, allevato dalla peggiore Dc del secolo scorso, appartiene a un altro mondo, all’asse Rignano-Arcore, estraneo a voi, alieno dalla vostra cultura e dai vostri sogni. Lasciate che siano altri a seppellire per sempre il Pd, non siatene complici. Verrà un giorno e non è lontano, in cui anche i piccoli nodi verranno al pettine. La settimana scorsa abbiamo celebrato il 72° anno della Liberazione. Ebbene, abbiate la forza di Resistere, Resistere, Resistere a chi vi sta avvelenando l’aria e inquinando i pozzi per oggi e per domani.