1978: tre pontefici, la legge Basaglia, la legge 194, Pertini Presidente, l’uccisione di Peppino Impastato, i mondiali di calcio nell’Argentina del dittatore Videla, l’uscita in edicola de “il Male”, l’uccisione di Aldo Moro e della sua scorta e tante altre cose ancora in un anno bello, inquietante, divertente, terribile.
C’è così poco tempo per scrivere i post (e, in verità, per fare qualsiasi altra cosa) che anche le iniziative in cui sono coinvolto vengono pubblicizzate in ritardo.
Mi scuso con tutti, e soprattutto con chi non riesco a segnalare in tempo, perché quando ci tenterei gli eventi sono già passati, libri e riviste sono già uscite da edicole e bookshop e via di questo passo.
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Il comunicato stampa recita:
Alle 21,30 al Politeama Daniele Timpano in “Ecce Robot”, un viaggio tra teatro contemporaneo e fumetto. Alle 18 presso l’Accabì conferenza di Luca Boschi “Lo chiamarono Atlas Ufo Robot”
“Ecce Robot” e “Lo chiamavano Atlas Ufo Robot”. Con una giornata dedicata ai cartoni giapponesi prosegue “Sipario Aperto”, rassegna teatrale curata dall’Associazione culturale Timbre e promossa dal Comune di Poggibonsi e dalla Fondazione E.l.s.a. che quest’anno oltre al teatro apre le sue porte anche al fumetto e all’illustrazione grazie alla collaborazione con l’Associazione La Scintilla.
Il tema portante per questa edizione è il confronto tra teatro, fumetto e illustrazione, un confronto di linguaggi all’insegna della contemporaneità che si declina attraverso spettacoli teatrali e incontri di approfondimento a tema. Venerdì 2 dicembre alle ore 21.30, presso la Sale SET del Teatro Politeama di Poggibonsi il prorompente attore romano Daniele Timpano porterà il suo “Ecce Robot!” spettacolo liberamente ispirato all’opera di Go Nagai, (tra i più noti illustratori di manga giapponesi, Mazinga Z, Ufo Robot).
Nello spettacolo “Ecce Robot!” si narrano gli avvenimenti dell’Italia tra fine anni 70 e gli 80 incrociando la cronaca con l’avvento dei fumetti giapponesi.
A precedere, alle 18.00 presso l’Auditorium AccaBì, si svolgerà “Lo chiamavano Atlas Ufo Robot” (ingresso libero), una conferenza (molto) animata di Luca Boschi che prende le mosse dal 1978. Molte cose accaddero in quell’anno in Italia. Belle, buffe, inquietanti, tragiche. Tra queste l’apparizione, tra scandalo e clamoroso successo, dei “cartoni animati giapponesi”. Luca Boschi, grande esperto di fumetti e animazioni, direttore culturale di Napoli Comicon, racconterà quell’anno, legando i temuti ed esecrati cartoni giapponesi alla vicenda politica e alla storia sociale, accompagnato da video e musiche.
“Lo chiamavano Atlas Ufo Robot” è un’iniziativa di FOF, Fumetto Oltre Fumetto, a cura dell’associazione la Scintilla nell’ambito della rassegna “Sipario Aperto”. “Sipario aperto” si concluderà con lo spettacolo “Scarabocchi” il 13 gennaio alle ore 21.30, scritto e quattro mani da Andrea Fazzini/Teatro Rebis e Maicol&Mirco, noto illustratore di Smemoranda e di tanti altri fumetti. Lo spettacolo porta in scena il fumetto “Scarabocchi” in un confronto di linguaggi e satira pungente. Alle ore 21.00, sempre nella Sala SET “30 minuti con Maicol&Mirco” in cui l’autore terrà una spericolata conversazione sui suoi fumetti e sulla sua opera. La rassegna “Sipario Aperto” è promossa dall’Associazione culturale Timbre e dall’’Amministrazione comunale di Poggibonsi in collaborazione con l’Associazione La Scintilla e la Fondazione ELSA. La rassegna è inserita come fuori abbonamento della più ampia stagione del Teatro Politeama e del circuito dei Teatri della Valdelsa.
Sipario Aperto con Timbre – FOF – La Scintilla
Cosa c’entrano Furia cavallo del West e il suo alter ego Frida (entrambi protagonisti di albi a fumetti, il primo dei quali abbastanza stracult, pubblicato dalle Edizioni Cenisio di Arcaini)?
Lo scoprirete domani. Senza meno! In questo gran tripèudio del trash televisivo, in onda mentre nelle strada volava a bassaquota del piombo.
Gli adattamenti italiani dei fumetti giapponesi (realizzati su licenza, ma non sempre) prendono il via dopo il grande successo dei disegni animati trasmessi in tivù alla fine degli anni Settanta, col proliferare delle emittenti private che li acquistano a buon mercato e li stipano nei loro traballanti palinsesti.
Un pugno di intraprendenti editori italiani fiuta un possibile affare e s’industria per pubblicare un po’ di albi coi personaggi già rodati dalla televisione (e snobbati, per il momento, dai cultori del fumetto americano e italiano, con rare eccezioni). Non disponendo dei fumetti originali e non sapendo come procurarseli, cercano le alternative più abbordabili. La casa editrice Ediboy di Renato Circi per il settimanale “Heidi” (il primo manga a solcare le edicole italiane, in data 24 febbraio 1978) recupera delle storie già uscite per l’etichetta spagnola Editorial Bruguera.
In seguito, si cimentano nei manga nostrani anche altri autori collaudati come Leo Cimpellin (Cap. Futuro, Lady Oscar, Hello, Spank!, Daltanius e tanti altri), Umberto Manfrin (Temple e Tam-Tam), il padre di Pedrito el Drito, Antonio Terenghi (Monkey).
Fra le testate che pubblicano questi manga italici negli anni Ottanta vanno menzionate anche “Cartoni in TV”, “La Banda TV” e persino l’intempestivo “Corriere dei Piccoli”, triste versione di quello che fu il glorioso settimanale, in questa fase diretto prima da Marcello Minerbi e poi da Gianfranco Lenzi. Illustraz. 12, 13 e 15 Peraltro, anche i pochi originali acquistati in Giappone si rivelano dei flop. La sola eccezione notevole è il tascabile settimanale “Candy Candy” della Fabbri, diretto da Mariarosa Mizzi Rosi, che vive per sette anni toccando addirittura le 120 mila copie settimanali di venduto. Protagonista della testata è la celebre, tartassata e disgraziata bionda ragazzina ideata da Kyoko Mizuki e Yumiko Igarashi, lanciata in un lacrimevole serial televisivo seguitissimo in Italia. La traduzione è opera di una giapponese nata in Italia, Kazuro Inumaro, che era anche stata interprete per il Presidente della Repubblica Italiana.