Ben tre lettori mi hanno scritto dopo la pubblicazione di questo post con la seguente domanda (formulata con minime differenze: “Su Topolino n. 3168 c’e’ scritto che il numero 3 di Tesori International uscirà il 18 agosto. Davvero? Oppure è un errore di stampa e uscirà a fine mese, o a inizio settembre come si legge sul sito Panini?”
Fatto salvo che la mia non può essere una risposta ufficiale, posso confermare che il volume è in stampa (ovvero, è tendenzialmente già pronto) e che se ne potranno vedere degli esemplari in stra-anteprima proprio in questi giorni, a Senigallia. Poi, la sera di domenica 21 ne parleremo, presentandolo nell’incontro pubblico insieme a Tito Faraci (grande fan di Gottfredson, come rivela anche il suo sequel con Giuseppe Tubi, attualmente in edicola), Giorgio Cavazzano, disegnatore della storia di Tito con Gambadilegno ladro a Senigallia, con Davide Catenacci, caporedattore di Topolino e a sua volta sceneggiatore.
Proprio sull’iniziativa senigalliana )o “senigalliese”?) si concentra questo secondo post, dopodiché (sorpresa, sorpresa!) appena possibile parleremo di un altro libro, questa volta davvero fondamentale per la cultura universale, scritto da Alberto Becattini, frutto di decenni di ricerche, molto spesso svolte direttamente alle fonti.
Sopra, la mappa dei luoghi da visitare a Senigallia, sotto, le schede di una minimissima parte degli autori ospiti.
Con la precisazione che Davide Catenacci sostituisce Valentina De Poli (pur presente nel pieghevole della manifestazione, dal quale ricaviamo queste biografie).
Così si presenta la mostra (e più in generale) l’iniziativa intera di Senigallia sul piccolo topo dalle grandi orecchie:
Dal 1928 a oggi il successo di Topolino non accenna a diminuire. È stato e rimane uno dei “ponti generazionali” più popolari di sempre. Il piccolo topo dalle grandi orecchie è nato come protagonista di cartoni animati e, dopo lo straordinario successo ottenuto, è diventato l’attore principale di storie a fumetti.
Molti i registri narrativi utilizzati per raccontarlo. Da quello brillante sentimentale dell’inizio, alle atmosfere gotiche che ammantano di suspense le vicende di Mickey Mouse, fino ad arrivare alle fantastiche avventure dell’eroe Topolino che lotta contro i malvagi. Un personaggio destinato ai ragazzi che da sempre piace anche ai grandi.
Questa storia vuol essere un modo per analizzare il suo “caso”. Per tentare cioè di raccontare i motivi del suo successo, per riscoprire alcuni dei suoi autori più importanti, per rileggere le sue più belle storie degne di comparire nella biblioteca di ogni famiglia.
Nella seconda metà degli anni ’30 l’escalation totalitaria ed autarchica del regime compie un’accelerazione che coinvolge il mondo del fumetto. Infatti il 26 novembre del 1938, a pochi giorni di distanza dall’emanazione delle leggi razziali antisemite, il regime fascista, con una Ordinanza del MinCulPop, proibisce la pubblicazione dei fumetti comics americani.
Tutti “eccetto Topolino”: eccezione, sembra, dettata personalmente da Mussolini.
Più tardi, con l’entrata in guerra dell’Italia, anche Topolino di Walt Disney deve soccombere e lasciare il passo ad una pubblicazione popolata da personaggi nostrani tra i quali spiccava l’italianissimo Tuffolino. Le visite guidate all’interno della sede della Fondazione Rosellini per la letteratura popolare condurranno gli ospiti, oltre che alla scoperta della più grande collezione italiana di libri gialli, anche alla conoscenza di questa pagina poco nota della nostra storia con l’esposizione dei fumetti dell’epoca.
Torniamo al volume su Gottfredson, come promesso.
Nel 1955 la rete televisiva statunitense ABC, lancia uno show di enorme successo, The Mickey Mouse Club, che nel decennio successivo sarà tradotto anche dalla nostra Rai con il titolo Il Club di Topolino.
E questo lo sappiamo.
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Come avviene nel resto del mondo, anche la televisione americana trasmette solo in bianco e nero (il colore sarà introdotto solo nel 1961, e dalla rete concorrente NBC, ma eccezionalmente vi mostriamo anche la perfetta versione a colori della sua sigla). Ciò consente a Walt Disney di dar fondo al suo repertorio di film animati distribuiti nei cinema prima della nascita del colore; sono cortometraggi assai divertenti, rari, spesso invisibili da un quarto di secolo. Come si può ben immaginare, fra i tanti personaggi di questi film, risalta su tutti il padrone di casa, Mickey Mouse, che da metà anni Cinquanta rinnova la sua popolarità presso una platea di giovanissimi telespettatori. Sono in massima parte bambini in età scolare, ignari delle imprese più classiche del Grande Topo, che agisce a torso nudo con i calzoncini corti muniti di enormi bottoni. In questi suoi film d’epoca ha un look superato, ma nel corso dello show, attraverso nuove sequenze animate dove si presenta con camicetta e calzoni lunghi, introduce le sue antiche avventure spiegando che erano avvenute molto tempo prima. In tal modo, le differenze somatiche e di abbigliamento vengono giustificate.
Dal tubo catodico passiamo alla carta stampata.
Nel dicembre del primo anno di vita del programma, l’etichetta Dell, in accordo con l’editrice Western Printing and Litographing Company, lancia un albo a fumetti dedicato al programma televisivo: Mickey Mouse Club Parade, che ristampa, introdotta da Topolino a un gruppo di entusiasti Mouseketeers, la vecchia versione di Phantom Blot disegnata da Gottfredson e a suo tempo rimontata su 67 pagine per il Four Color Comic n. 16 del 1941.
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Qui il bravo Paul Murry, che aveva collaborato a suo tempo alle strisce quotidiane di Mickey Mouse, è incaricato di ridisegnare le tavole più problematiche, cercando anche di imitare quanto meglio possibile il tratto di Gottfredson.
In totale, Murry interviene su 15 tavole: quelle per la prima volta proponiamo anche in Italia nelle pagine seguenti, dopo un accurato restauro. Per ottenere un maggior divertimento dal confronto delle sequenze di Murry con quelle di Gottfredson, abbiamo lasciato in Inglese i testi, in gran parte fedeli a quelli delle strisce del 1939, e quindi già tradotti nelle pagine corrispondenti. Aggiungiamo invece delle note a pié di pagina per evidenziare gli aspetti più specifici del singolare lavoro di Murry, ottimo esecutore delle indicazioni operative fornite dall’editor di riferimento, il prolifico sceneggiatore Chase Craig (sotto in una foto d’epoca).
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