Secondo una stupida superstizione, divulgata anche sulle pagine dello sciocco Giornale dei misteri edito da Corrado Tedeschi (fondatore del “Partito della bistecca”, editore della NET – Nuova Enigmistica Tascabile e di tanti fumetti, potrei parlarne a lungo se ci fosse l’audio in questo post; lo scrivo in questo mio prossimo libro sul FIM – Fumetto Italiano Misterioso ma lo leggerete quando avrò tempo e modo di concluderlo, volendo) vorrebbe che oggi nascesse l’anticristo, in seguito alla triplicazione del numero 6: 6/6/(1)6.
Certo, che considerando il 666 come il numero del diavolo (erroneamente: Engels ha ben spiegato l’origine di questo errore, se non erro indicherebbe invece l’imperatore Nerone) in “6/6/(1)6″ c’è quell'”1” di “16” che guasta un po’ la festa, ma i satanisti superstiziosi non vanno troppo per il sottile.
Infatti, sostengono per compensare questo inconveniente che il “presente e vivo” sia in generale l’anno del diavolo!
6 + 6 + 6 + 666 + 666 + 666 = 2016!
Ma le ragioni che hanno dato origine a questo post, confezionato durante un lungo viaggio con mezzi di fortuna, stanno tutte nel titolo. Ricordare George Wildman, scomparso già da un paio di settimane (il 22 maggio scorso, all’età di 88 anni), rimediando così a una lacuna nel nostro/vostro blog, sempre interessato a quanto si muove intornoa Braccio di Ferro, personaggio che (lo sottolineaiamo ancora una volta) è sempre costantemente sottovalutato dagli editori di fumetti. Sarebbe probabilmente il solo sfidante candidabile a fronteggiare l’eccezionale fucina creativa Disney. L’esperianza di qualche decennio fa presso l’editore Renato Bianconi, che lanciava in edicola testate su testate dedicandole a Popeye, è molto più che un indizio.
Se il Popeye più celebrato è quello di Elzie Crisler Segar, se quello forse più conosciuto dalle scorse generazioni è quello di Bud Sagendorf, se quello più amato dagli italiani è la versione gestita da fumettisti nostrani come Pier Luigi Sangalli, Alberico Motta, Mario Sbattella, Sandro Dossi, Tiberio Colantuoni e qualcun altro (come Egidio Gherlizza per i soggetti), c’è da notare che quello meno conosciuto e amato è proprio quello di George Wildman. In Italia ne ha tradotto alcune storie Il Giornalino.
Al gruppo di consueti eroi, in versioni rivedute e corrette che faranno il giro del mondo, si uniscono nelle versioni bianconiane il rivale Timoteo, versione riveduta e corretta di Bluto; il gigante Grissino; la strega Bacheca (una sorta di Strega di Mare riveduta e corretta); Papà Trinchetto, genitore alcolista del marinaio e il gruppo di nefasti guastatori che rispondono al nome di Ming, piccoli e identici fra loro come tanti malefici Puffi.
Sui Ming e la loro strana origine si è scritto qualcosa, ma solo recentemente ho scovato la vera ragione del loro lancio in Italia, dovuta sostanzialmente ad un equivoco, le cui radici sono in albo lavorato da Massimo Liorni per conto di Giuseppe Vita.
Ma questo è un altro discorso, in un ipotetico lavoro (futuro) su Braccio di Ferro approfondiremo per benino.
Mi sembra giusto riportare le parole di Mark Evanier usate per ricodarlo tempestivamente due settimane fa nel suo blog News from Me.
Wildman was a native of Connecticut. He served in the Navy during both World War II and the Korean War, then turned his attention to commercial art and cartooning. Eventually, he found his way to Charlton Press, a publisher based in Derby, Connecticut. For them, he drew many comics but most notably Popeye, and he was hired by the firm in 1971 as as Assistant Editor. A few years later, he became the top editor for the company.
Even while serving as editor for Charlton, Wildman was freelancing for other companies, including drawing Popeye comics for Western Publishing Company when they reacquired the rights to publish the comic book adventures of the spinach-eating sailor. Among the other comics he drew were Underdog (for Western), Heathcliff (for Marvel) and Animaniacs (for DC). To his last day, he and his son operated a successful advertising and commercial art studio. In 1982, he won the “Best Cartoonist, Humor Division” award from the National Cartoonists Society.
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In un passato non lontano, sempre a proposito di Popeye, i dibattiti in questo blog si sono concentrati sulle possibili influenze che i Fleischer Bros. hanno esercitato anche in Italia su qualche fumettista nostrano, che può averli visionati sul grande schermo.
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In proposito, ecco un significativo mediometraggio a colori di Popeye, sicuramente diffuso sul grande schermo in Italia, distribuito dalla Società Pittaluga, che appunto al momento della sua distribuzione decise di soprannominare “Braccio di Ferro” il marinaio guercio di Elzie Crisler Segar.
Questo della foto, al lavoro, è Dave Fleischer, un genio (senza dubbio alcuno) sia dell’animazione che della regia.
Il mediometraggio in questione, restaurato accuratamente, è visionabile sotto (il © è degli aventi diritto, naturalmente).
Nel novembre 1936 la rivista Popular Science dedicava un articolo abbastanza dettagliato sulla tecnica innovativa del 3d inaugurata in quell’anno dai fratelli Fleischer con l’altro mediometraggio sopra riprodotto, dove si scontrava col marinaio Sinbad.
Con doppio CLICK furibondamente energico sulle pagine sotto. il fortunato fruitore si meraviglierà di quanto possano miracolosamente estendersi consentendo la lettura nel dettaglio del loro inusitato contenuto.
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