Con gli studenti del seminario intensivo sulla storia del Fumetto Italiano che ho tenuto nel corso della settimana a Jesi, nella fantastica sede della Scuola Internazionale di Comics diretta da Graziella Santinelli, ci siamo soffermati solo rapidamente su un argomento che ha destato qualche interesse: la tarzanide Pantera Bionda, erede (o se vogliamo “replicante”) nostrana di Sheena, la regina della giungla, protagonista di un comic book all’epoca ritenuto pruriginoso, ispiratore di un certo numero di epigoni.
Grazie a tutti gli studenti che hanno sopportato le sette ore e mezzo (e anche a chi ha dovuto tagliare la corda prima) e a Marco Bianchini, anche per le foto scattate, che hanno il suo ©.
Un po’ di riassunto, poi qualche commento giunto in questo blog in passato, ma che per ragioni tecniche (nem note) non sono leggibili che al sottoscritto blogger. A me, quindi, il compito di salvarli e renderli pubblici inserendoli nel corpo di questo post.
Uno dei temi ricorrenti di questo blog è la censura, atteggiamento che (non) cordialmente detestiamo, e che nell’ambito dei fumetti ha fatto danni già parecchi decenni fa, come Mauro Bruni avrà senza dubbio precisato nella sua conferenza fiorentina della settimana scorsa.
Con molto piacere Cartoonist Globale segnala, in merito, un omaggio rivolto dall’appassionato e collezionista Killroy 48 a una figura storica e coraggiosa del nostro comicdom, l’editore Pasquale Giurleo, che negli anni Quaranta pubblicò, incappando in parecchi guai censori, personaggi come Miss Diavolo e Pantera Bionda.
Come Killroy 48 spiega nelle note a margine del video, realizzato passando in rassegna tutte e ventotto le copertine di Miss Diavolo e alcune di Pantera Bionda, Giurleo aveva pubblicato in formato comic book all’americana questi fumetti di grande successo: appunto Pantera Bionda (108 numeri), Miss Diavolo (28 numeri), Aquila Bianca (28 numeri) e così via. Alcuni di questi albi, che mostravano sin dalle loro copertine delle prosperose ragazze nient’affatto in linea con i dettami della politica democristiana dell’epoca, si dice che raggiungessero anche un venduto di 100 mila copie.
Pasquale Giurleo fu denunciato e condannato dai censori dell’epoca, che lo costrinsero ad allungare in modo assurdo le vesti delle ragazze in questione. Morì nel 1951 ad appena 47 anni.
The soundtrack of this video is an homage to the vocal group The Diamonds and their great hit Little Darling.
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In fondo, pur avendo a sua volta ripreso dei concetti già espressi in precedenza da altri, come la Zegra qua sopra, Giurleo era perfettamente il linea con eroine che sarebbero sorte molti anni dopo la sua morte, come le Jungle Girls che vedete a seguire.
Pier Luigi Gaspa commenta(va):
Ciao, Luca!
A questo punto possiamo anche aggiungere che:
1) Gian Giacomo Dalmasso scriveva anche Miss Diavolo; 2) a disegnare Miss Diavolo era – a quanto mi risulti – il grande Ferdinando Tacconi. La copertina che hai postato è sua;
3) Pantera Bionda era disegnata da un autore che avrebbe meritato forse miglior sorte e fama, Enzo Magni, che si firmava Ingam.
Mi permetto infine di aggiungere una curiosità che riguarda Giurleo.
L’ultima sua pubblicazione è stata un Il Piccolo Centauro, un fumetto fantamitologico disegnato da un autore che gli amanti del fumetto bonelliano di vecchia data hanno amato non poco, Franco Bignotti.
Be’, il fumetto era nato proprio per contrastare la campagna denigratoria nei confronti di Giurleo, soprattutto a causa di Pantera Bionda (la quale si era vista allungare le gonne a dismisura col passare del tempo). Presentava infatti una serie di schede didattico educative sulle figure della mitologia greca in seconda e terza pagina, nel tentativo di ‘riabilitare’ la casa editrice agli occhi dei severi (e bigotti) censori dell’epoca.
Un tentativo inutile, dal momento che il settimanale resiste appena quattordici numeri. In coda all’ultimo numero, pubblicato il 12 febbraio 1951, con il quale improvvisamente la serie si interrompe bruscamente, con un finale affrettato e posticcio, appare un messaggio dello stesso Giurleo, che amaramente annuncia la chiusura della sua avventura editoriale. La causa è proprio la persecuzione nei confronti del suo personaggio più di successo, appunto Pantera Bionda.
Ti ricorderai bene, Luca, che ne parlammo proprio con Mauro Bruni in un Lucca Comics di qualche anno fa (nel 1999, se non erro), proprio con una mostra dedicata alla censura nel fumetto, che partita dall’esternazione (o starnazzamento, mi si consenta il termine) di una associazione credo di consumatori che se la prese con Tex perché beveva e fumava…
Bei tempi, comunque, e non solo perché i miei capelli erano ancora di un bel castano scuro!
ps: poi potremmo dire che di tarzanelle ce n’era una buona dose anche negli USA degli anni Quaranta e Cinquanta, come Sheena, the Queen of the Jungle, ma il discorso ci porterebbe troppo lontano…
Il signor G. Moeri aggiunge(va):
Non conoscevo Miss Diavolo (che mi fa venire in mente Fra’ Diavolo e Stanlio ed Ollio) ed Aquila Bianca, dovrò approfondire; Pantera Bionda invece, innocente tentativo di seguire un normalissimo filone USA, la conosco eccome, ho pure una ristampa targata Seat di metà anni Sessanta … senza le due pagine centrali, così non posso sapere per quale motivo la vecchiaccia nemica di Pantera Bionda precipita nel pozzo. La medesima casa editrice provò anche a proseguire la serie, ho un tascabile del 1966, ma era simile ad altri tascabili dell’epoca, disegni così così e testo a tratti imbarazzante.
All’ http://www.inkonline.info/pantera.htm si racconta la storia di questo personaggio: dopo una serie di processi contro Giurleo, “venne indetto, agli inizi degli anni Cinquanta, un dibattito presso una delle sale del Palazzo di Giustizia” (di quale città?? N.d.R.), con “esponenti del mondo editoriale, giornalistico, giudiziario, religioso e culturale”, ma come Pasquale Giurleo iniziò a parlare “venne violentemente zittito dalla platea, (…) intransigenti politici, autorevoli prelati e colleghi editori di testate meno fortunate della sua”, cioè una alleanza tra chi non sapeva nemmeno di cosa parlasse (o non ufficialmente, chissà invece in privato) ed i concorrenti di Pantera Bionda. Bell’esempio di rispetto del prossimo, di educazione in un pubblico convegno e di altro ancora.
Ci sono tanti personaggi che andrebbero ristampati (a prezzo non astronomico) …
Zegra nacque per caso: una storia della collega Rulah fu non so il perchè riutilizzata per una inedita “Tegra”, castana in copertina e mora all’interno (era una storia di Rulah col nome cambiato, pure la calligrafia del letterista era differente là dove il nuovo nome era statao sostituito al vecchio, cancellato). Dal n.2 mutò nome in Zegra e divenne bionda, andando avanti se non erro fino al n.5.
E stavolta non posso non autocitarmi visto che di queste tarzanelle ne ho inventata una anche io, visibile all’ http://shockdom.com/open/moerandia/archives/241
Saluti.
G.Moeri