Tutti hanno ben presente la recentissima mostra sul Deposito di Zio Paperone organizzata con molto successo di pubblica e di crtica a Milano, presso lo Spazio WOW.
Ebbene, adesso cìè chi, come il geniale Daniele Caluri, di costruirlo veramente un Money bin simile a quello che sorge sulla Collina Ammazzamotori di Paperopoli.
O meglio, l’edificio già esiste, si tratterebbe solo di “adattarlo esteticamente”.
Spiega tutto Daniele per filo e per segno. A lui la parola
Se passate dalla parte sud di Livorno, poco prima della scogliera alzate gli occhi verso terra, vedrete un curioso cubo bianco in mezzo alla macchia mediterranea che guarda il mare.
È ciò che resta di quello che ghermito essere il grandioso Mausoleo di Costanzo Ciano, gerarca fascista ghermito all’affetto dei cari nel 1939, e che doveva sobriamente sorreggere non solo un gigafaro alto 50 metri a forma di fascio littorio, ma anche un Kaiju di marmo del mite gerarca.
E invece quello che resta è questo cubo cavo, abbandonato ai rifiuti, alle sterpaglie e alle scorie dell’amore in camporella.
Da qui, completamente vittima del mio senso civico, rendo nota quindi l’iniziativa di cui mi vorrei far promotore: salviamo il Mausoleo di Ciano, TRASFORMANDOLO NEL DEPOSITO DI ZIO PAPERONE.
Ecco, allego un paio di immagini-prova; la forma c’è, le dimensioni anche. SINDACO, ASSESSORI, AMICI DISNEY: restituiamo nuova dignità e prestigio a questo relitto dimenticato da Dio e dagli uomini – con l’esclusione di qualche babbeo nostalgico – e ridiamo impulso al turismo migliore nella nostra città!
P.S. Sono serio.
Daniele Caluri
Per la cronaca, il titanico Deposito sito sulla Collina Ammazzamotori, detto originariamente Money bin, è davvero molto più di un semplice edificio.
Per i Bassotti e per Amelia è un nemico da sfidare, sorprendentemente ricco di insidie e di autodifese.
Fra tutti, è il principale serbatoio di ricchezze di Paperon de’ Paperoni. Progettato dall’architetto Frank Lloyd Drake, non è però certo l’unico.
Il magnate di Paperopoli ne possiede svariati nei sobborghi della città, in terre lontane, sotto il mare, addirittura su remoti pianeti o asteroidi.
Ora l’uno, ora l’altro, vengono menzionati in qualche storia a fumetti, e mostrati nelle loro architetture più fantasiose: a castello, a pagoda, a piramide, ampi come un oceano (vedi Zio Paperone e il deposito oceanico, di Marco Rota, 1974) o con architetture futuribili degne di una sala giochi, come quello che Giovan Battista Carpi disegna in Zio Paperone e la psicosi dell’oro, comparsa su Topolino n. 650 del 1968.
Del resto, nella storia del 1965 Zio Paperone contro l’Anonima Bassotti- Macchia Nera (Uncle Scrooge Meets the Phantom Blot, su Zio Paperone n. 127) Paperino cita esplicitamente il Money bin preso di mira come il “deposito principale” di Paperone (Money bin #1), sottintendendo l’esistenza di altri. In proposito, parla da solo il titolo di una storia disegnata da Romano Scarpa e scritta da Michele Gazzari nel 1966: Zio Paperone e i 50 depositi, uscita su Almanacco Topolino n. 10 di ottobre.