E’ quasi passata, ma tanto vi rifilo dei versi risaputi, messi qui solo affinché qualcuno clikki, giusto per menare il can per l’aia.
Buona Epifania a tutti!
Come lo scorso anno, un po’ d’immagini di Befane atte a far lustrare i bulbi, senza nemmeno troppo sciovinismo.
Questa nostra giovane amica se ne va sui tetti in orizzontale, ritratta da un certo Penot.
La Befana sta sul monte,
ciò che vede è ciò che vide,
c’è chi piange e c’é chi ride,
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.
La Befana mangia e beve
whisky forte e coca lieve,
beve un sorso e mangia pizze,
mentre Albert Dorne Wurlitzer
la ritrae per accidente.
La Befana vede e sente.
Questo rasserenante dipinto intitolato Depature of the Witches, di Luis Richardo Falero, mostra uno sciame di Befane mentre si accingono a recarsi presso i caminetti, grondanti di pedalini, di alcuni giovani pargoli.
Dello stesso cartoonist, ecco anche Muse of the Night (“Un muso nella notte”: quello di una sola Befana, naturalmente). Credo che Falero fosse anche autore della sceneggiatura. Una volta presentata in redazione e approvata, egli passava alla fase meramente esecutiva.
Kunz Meyer, titolare dell’omonimo “ospedalino” sito in periferia di Firenze, dilettandosi alla domenica con punte di grafite e inchiostri di china, ha partorito la striscia syndicated La Befana di Endorlandia (Witch of Endor), dalla quale estraiamo una vignetta muta.
Viene, viene la Befana,
vien dai monti, è notta fonda,
come è stanca, e la circonda
neve, gelo e tramontana,
viene, viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce
e la neve è il suo fardello,
ha di gelo il suo mantello
ed il vento è la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
Lei si accosta piano piano
alla villa e al casolare,
a guardare e ad osservare,
or più presso, or più lontano,
piano piano, piano piano.
Che c’è dentro questa villa?
Una Befanetta con Bagheera (la panteeera), disegnata da Amilcare H. Marzortulliocchiatruccetti.
FA Leyendecker ha appena ritratto (dal vero) La Befana dell’Evo Moderno (Modern Witch), che riproduciamo in jpg in anteprima per voi, sudtirolesi.
Guarda, guarda, tre lettini
con tre bimbi a nanna buoni.
Guarda, guarda, ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini,
oh, tre calze e tre lettini!
Un lumino brilla e sale
e ne scricchiolan le scale,
il lumino brilla e scende
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale e chi mai scende?
Coi suoi doni mamma è scesa,
sale giù col suo sorriso
e il lumino le arde il viso
come lampada da chiesa.
Coi suoi doni mamma è scesa.
Ma che c’è nel casolare?
Guarda, guarda: tre strapunti
con tre bimbi a nanna buoni
tra la cenere e i carboni,
c’è tre zoccoli consunti;
oh, tre scarpe e tre strapunti!
La Befana vede e sente,
fugge al monte che è l’aurora,
quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.
La Befana sta sul monte,
ciò che vede è ciò che vide,
c’è chi piange e c’è chi ride,
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.
Una befanetta di colore discorre nelle orecchie di un nerd occhialuto yankee.