Sono già passati più di dieci anni dalla scomparsa di Maurizio Salabelle (Cagliari, 1959 – Pisa, 2003), scrittore, amico pluridecennale e appassionato di fumetti, in particolare di quelli Disney.
Per anni ha seguito i nostri incontri, intervenendo al Salone Internazionale di Comics di Lucca, alle varie mostre sparse per la penisola, particolarmente in Toscana, dato che poi si era trasferito a Pisa verso la fine degli anni Novanta.
L’ultimo incontro è stato mentre con Alberto Becattini, mentore Fabio Gadducci, presentavamo il volume sotto, Fantastico Walt, intorno al dicembre del 2000, appunto a Pisa, in una libreria parauniversitaria. Forse legata allo spazio cinematografico dell’Arsenale.
Alla presentazione seguì la proiezione di una copia di fortuna del leggendario lungometraggio scomparso Il drago timido (ora avalaible tranquillamente, ma allora una specie di miraggio), che sotto embeddo un minimo.
Credo che l’originale fosse stato ricavato da Guido Frazzini da una trasmissione speciale del Disney Channel USA; Alberto lo sa sicuramente. Un cinefilo presente in sala commentò in modo piuttosto forte, dicedo “Avrei dato un rene pur di poter vedere questa pellicola!”. Era decisamenta rara e stracult, all’epoca. Poco anni dopo sarebbe divenuta quasi scontata.
Antonio Terenghi (il creatore di Pedrito El Drito) mi disse che quando faceva il proiezionista su una nave, durante la Seconda guerra mondiale, l’aveva mostrata a una platea di militari attentissimi e stupiti, poiché per la prima volta vi si rivelavano dei supposti trucchi cinematografici (tutti falsi, come nell’estratto sotto, dove le azioni dei rumoristi sono simulate e il procedimento è tutto diverso da quello adottato sul serio, questo è noto).
Oggi, su Doppio Zero, in questa giornata difficile per il web. Matteo Terzaghi ricorda Maurizio Salabelle parlando del suo romanzo Il mio unico amico…
che per me, insieme a Il Maestro Atomi, è il suo libro più bello. C’è un fatto che accomuna i due libri: sono entrambi narrati da un ragazzino di dieci anni. La scrittura impassibile ma fitta di osservazioni, immagini, stramberie e invenzioni comiche di Salabelle, combinata con la prospettiva di un narratore così giovane e ricettivo, incapace di pregiudizi, ci ha dato due libri che non finiscono di stupire e che vanno annoverati, così a me sembra, tra le cose migliori della nostra letteratura di fine Novecento. C’è molto Novecento nei libri di Salabelle, da Walser a Buster Keaton, da Bove a Beckett a Tadeusz Kantor, ma è un Novecento ridotto a essenza e assimilato fin quasi all’oblio.
Qui il testo: Salabelle: tra riso e malinconia
A man in my shoes runs a light
And all the papers lied tonight
But falling over you
Is the news of the day
Angels fall like rain
And love, love, love is all of heaven away
Inside you the time moves
And she don’t fade
The ghost in you
She don’t fade
Inside of you the time moves
And she don’t fade
A race is on, I’m on your side
And hearing you my engines die
I’m in a mood for you
For running away
Stars come down in you
And love, love, love, you can’t give it away
Inside you the time moves
And she don’t fade
The ghost in you
She don’t fade
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Inside you the time moves
And she don’t fade
Don’t you go, it makes no sense
When all you talking supermen
Just take away the time
And get in the way
Ain’t it just like rain
And love, love, love is only heaven away
Inside you the time moves
And she don’t fade
The ghost in you
She don’t fade
Inside you the time moves
And she don’t fade
The ghost in you
She don’t fade
Inside you the time moves
And she don’t fade
The ghost in you
She don’t fade
Inside you the time moves
And she don’t fade