Augurando buone fest(ilenz)e a tutti, dopo aver rubacchiato quest’espressione al grande Giorgio Rebuffi, mostro a furor di pueblo queste deue immagini inviatemi da Gianni Milone.
Riguardano il Principe Valiant e sono relative al ragionamento sviluppato in questo post circa la “lucidatura” di tavole a fumetti, che Gianni descriveve in questo modo in un commento:
Il lucido di solito si esegue quando un editore commissiona ad un disegnatore di redazione di rifare una o più tavole mancanti, poiché gli originali in bianco e nero sono andati perduti e esistono solo copie a colori.
I lucidi, da non confondere con le normali pellicole in uso fino agli anni Novanta o poco più, si affidano ad un disegnatore, di qualità modeste, che ricalca più o meno fedelmente un disegno di un autore valido, trasformandone il segno in tremolante e mediocre. Ora tramite computer lucidare un disegno è ancora più facile, grazie al sistema grafico a livelli.
Lucidate sono state le edizioni:
Flash Gordon anni 50 da Mario Fantoni, edizioni Nerbini.
Cino e Franco anni 50 da Erio Nicolò, edizioni Nerbini.
Uomo Mascherato anni 60, edizione in Super Albo cronologica Spada, prima avventura.
Copertine di Dick Fulmine, da Luigi Corteggi, riedizioni Corno anni 60.
Io aggiungerei (anche se non si tratta di materiale nordamericano, ma ne abbiamo parlato in queste ultime settimane) il Gey Carioca di Paul Campani, lucidato e rimontato per le Edizioni Alpe da Attor (Attilio Ortolani).
In ambito Disney… rimandiamo il discorso a un post apposito, perché il discorso sarebbe stralongo.
Lascio le immagini in grande, in modo che con dei CLIQK si possano esaminare nei dettagli.
Sotto, una vignetta del Valiant americano.
E la stessa, come compare nel Valiant spagnolo lucidato.
Su questo tipo di lavoro mi sono fatto un’idea precisa, ma non voglio anticiparla ai visitors che vorranno commentare queste due vignette.
Grazie a Gianni!
Grazie anche a Brooke Fletcher per l’immagine natalizia.
E per l’appendice a Tara McPherson per il dipinto sotto, Bear Trap di Tina Lugo, 18 x 24, Acrylic and oil paint on plexiglass.
PS: Levante va a Sanremo.
APPENDICE
Fortunato Latella mi ha preceduto su un’azione che meditavo di fare: sovrapporre le due vignette, che mi sembravano uguali almeno nella loro parte centrale.
Quindi, non sarebbe (forse) una lucidatura vera e propria, ma invece una “allargatura” delle vignette, con tratti in più, per adattarle al diverso formato della pubblicazione.
Stanno così le cose?
Ma può essere buona anche l’ipotesi di Sauro Pennacchioli esposta nel suo commento sotto, il ventiseiesimo della serie:
Più probabile che la vignetta in bianco e nero sia stata “abbassata” dalla King per i giornali che chiedevano un formato diverso. Oppure direttamente dal quotidiano che l’ha pubblicata (in bianco e nero: quindi poteva lavorare su una pellicola sola).
Mentre non ci può essere alcun motivo per allungare le vignette dell’edizione attuale, che non ha certo problemi di formato.
Osservando le due vignette, sovrapposte o prese sicolarmente, mi sembra però che quella più alta abbia due particolarità, una sopra e una sotto.
Sopra.
Potrei sbagliare, ma può darsi che le linee siano “chiuse” dove ne ho evidenziato il punto con la linea gialla, e che quelle sopra la stessa siano state “riprese” dovute al rimontaggio, per giungere al tetto della vignetta più alta.
Sotto.
Osservando dove terminano le linee della vignetta a colori… si nota che i tratti più in basso (a destra) sono esattamente gli stessi di quella in bianco e nero, solo che in quest’ultima sono sovrapposte alla parola POUNDED.
Le pennellate in più sono quelle immediatamente sopra le parole (della vignetta a colori) IMPROVVISAMENTE SI TROVANO ALLA. Sembrano della stessa mano di Foster, ma chi può dirlo senza vedere i materiali originali?
La discussione continua, credo.