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Vero, verissimo, in questi post c’è troppa roba.
Ne farò di più brevi e sintetici, poi smetterò per consunzione di tastiera.
Ieri parlavamo di Bugs Bunny in Grecia, la cui cover originale è stata realizzata dal bravo Ralph Heimdahl per il comic book mensile Looney Tunes and Merrie Melodies Comics n. 162, pubblicato dalla Western Printing and Lithographing Co. nell’aprile 1955, o se vogliamo dalla Dell Publishing Co. di New York, vera casa editrice “ombra” di questi spettacolari albi.
Heimdahl, tra l’altro, è forse anche l’autore della copertina del prezioso giveaway qua in apertura di post (secondo altri potrebbe essere Carl Buettner inchiostrato da qualcun’altro), albetto a striscia dato in omaggio a scopo di propaganda.
Ma non cambiamo discorso…
La pubblicazione greca, pur non riprendendo niente, quanto alle sue storie, del comic book U.S.A., ha comunque vari meriti, poiché recupera una serie di interessanti e divertenti avventure di Bugs Bunny, Daffy Duck, Porky Pig, Petunia Pig, Tweety e compagnia ricavandoli direttamente dalle pagine stampate dei comic book ameri-
cani, con un lavoro di scansione e ripulitura analogo a quello che ormai siamo avvezzi a fare anche in Italia, per riprodurre fumetti dei quali altrimenti non sono accessibili né tavole originali, né impianti, né altro.
Certo, la riproduzione stampa non è perfetta, i retini messi giù “alla meno peggio” dai coloristi do0zzinali americani della Dell restano con tutti i loro difetti, a parte qualche minima correzione che si può sempre apportare.
Nel titolo, oltre a Bugs, si cita un certo “Ken”.
Chi ha disegnato e disegnerà Ken Parker lo sappiamo.
Mattia Sparagana, titolare della Libreria Spazio Corto Maltese col suo socio Maurizio Massucci fa l’annuncio clamoroso per gli appassionati di Ken Parker, attraverso il bel blog di
Alessandro Trevisani, che v’invito a seguire CLIKKANDO sul suo nome. Si chiama Fumetti e fa parte della piattaforma PostCardCult.
“Sarà un portfolio di circa 27 x 38 centimetri, con custodia in cartone e un costo che si aggirerà intorno ai 100 euro, 10 euro più, 10 euro meno. La storia, 12 pagine a colori, disegni in acquerello, in carta pregiata, sarà preceduta da un frontespizio firmato e numerato dagli autori. Il tutto realizzato da Ivo Milazzo, su testi di Giancarlo Berardi. E questa nuova storia di Ken Parker riprenderà esattamente da dove si era conclusa la saga, col nostro eroe che si trovava in carcere, ma probabilmente ne uscirà fuori…”.
Il resto su Fumetti.
E veniamo al titolo del post.
Quest’oggi, un quiz, tanto per gradire.
Un ricercatore spagnolo ha inviato a Paolo Gallinari, che ha rilanciato un ristretto gruppo di studiosi italiani queste quattro tavole (ingrandibili con poche ginocchiate su ciascun jpg.) di un misterioso disegnatore iberico.
Il nome dello studioso è Jesús Duce Garcìa, sulle tracce del disegnatore Fuentes Man in Italia.
Si tratta di un artista spagnolo (suo ritratto con firma qua sopra) che ha lavorato sulla rivista Corrier Boy tra il 1976 e il 1979.
Qualcuni sa qualcosa su questo autore spagnolo?
A volte il blog ha fatto miracoli, vediamo come se la cava adesso.
In questo post le quattro tavole, di generi diversi, inviate da Duce Garcìa.
Prima di chiudere, osservate (se volete) la tecnica adottata di Heimdahl nel realizzare la copertina (riprodotta in modo duplice) in modo efficace. C’è molto da imparare.
Richiederò un’attenzione analitica di questo tipo fra poco, anche nel seminario su Fumetti e Disegni animati che si terrà nel 2014 a Firenze presso la Scuola Internazionale dei Comics, e rispetto al quale questo blog sarà come sempre un costante punto di riferimento.
Riprodurre immagini efficaci da copertina, componendole in modo “sregolatamente non realistico”, sarà uno degli esercizi che chiederò di mettere in pratica durante una seduta del corso. È una sperimentazione che si dimostra sempre molto utile per acquisire una percezione “molto fumettistica” dello spazio spesso angusto che è richiuso nelle singole vignette.
Will Eisner è stato un Maestro da questo punto di vista, e osservare e studiare le sue copertine, o gli “splash panels” di The Spirit è un esercizio imprescindibile. Eisner a parte, tutti i migliori copertinisti di comic books della Golden Age (e non solo) hanno dovuto fare i conti con questo problema dello spazio di azione limitato da coordinare con una comunicazione grafica di immediato impatto sul lettore.
Carmine Infantino (della National D.C.) è un altro da cui gli studenti potrebbero imparare tantissimo, se solo avessero accesso al suo gigantesco lavoro di copertinista dei principali comic books di supereroi fra gli anni Sessanta e Settanta.
Vogliamo parlare anche di Jack Kirby?
L’elenco si potrebbe allungare a Jack Cole, a Neal Adams, contando addirittura il bistrattato Ross Andru (per dire). Geni assoluti, non sempre adeguatamente riconosciuti come tali.
La prospettiva impostata da Heindahl è apparentemente “sbagliata”, non realistica in più punti. La carota è probabilmente troppo grande, il portafogli anche. Ma i due oggetti del desiderio sono tra loro in equilibrio nello spazio, ai due lati della copertina; il lettore li individua immediatamente mentre già li sta connettendo fra loro e coglie il significato comico che il disegno intende esprimere. Se la connessione fosse più lenta e difficile, la reazione di divertimento ne sarebbe compromessa.
La posizione prospettica della staccionata è delirante, okay, ma serve a suggerire al nostro “stupido” cervello che sia molto più lunga di quella che in realtà Heimdahl ha disegnato: il numero di appena otto assi di legno verticali è puramente indicativo e, appunto, “suggestivo”.
Il nostro cervello se la beve, e passa sopra al fatto che distanze spaziali e dimensioni dei personaggi non rispondano a criteri di realismo prospettico; accetta questa sintesi e viene invogliato a leggere l’albo al suo interno.
O a comperarlo, se non l’ha già fatto.
Il © dei personaggi umoristici è ovviamente Warner Bros.