Verissimo, mi sembra di ascoltare le vostre voci, questo blog sembra divenuto un campo di battaglia, ma c’era da aspettarselo.
Tanti uomini del Fumetto importanti, nati prima della Seconda guerra mondiale, se ne stanno andando come foglie pèortate dal vento (quello gelido di maggio, intendo).
Parliamo questa volta di un nome poco noto, di un uomo che, contrapponendosi all’affermazione di Walt Disney mentre rifletteva sul suo impero (“Tutto è cominciato da un Topo”) poteva ben affermarmare: “Tutto è cominciato con un Papero”.
Il Papero è il Pato Donald, naturalmente.
Ma se ne vanno anche artisti dello spettacolo che ci hanno accompagnato, amandoli o subendoli, nei decenni scorsi, e che meritano rispetto e affetto, dal punto di vista umano, anche da parte di chi potrebbe non averne apprezzato l’attività.
Parliamo di Little Tony, brevemente chiamato anche Tony Rome (per un periodo breve all’inizio degli anni Settanta, come si ascolta in una delle sue partecipazioni a Gran Varietà, con Johnny Dorelli, qui).
Little Tony, all’anagrafe Antonio Ciacci, ex “ragazzo col ciuffo” nativo di San Marino, anche se alcuni lo davano originario di Tivoli (Roma) aveva 72 anni. La sua morte è avvenuta a Villa Margherita, dove era ricoverato da tre mesi. I funerali si svolgeranno giovedì alla Chiesa del Divino Amore.
Più avanti, in chiusura di post, l’intera pellicola Cuore matto (1967), ispirata dal suo successo più grande. Un “musicarello” senza pretese dove Antonio viene doppiato e recita, non ancora particolarmente versato in quest’attività.
A lato, la caricatura di Little Tony realizzata nel 1968 da Bruno Prosdocimi per un album Panini sui cantanti.
Per la cronaca, Antonio comincia giovanissimo a esibirsi nei ristoranti dei Castelli Romani, cui seguono i locali da ballo, le balere e i teatri di avanspettacolo. Nel 1958 viene notato da un impresario inglese Jack Good, che lo convince a partire con i fratelli per l’Inghilterra, dove nascono Little Tony and his Brothers.
Il resto è Storia, potremmo dire.
In questo post commemoriamo anche Roberto Civita (9 Agosto 1936 – 26 Maggio 2013), scomparso recentissimamente, il miliardario brasiliano, divenuto tale grazie all’editoria popolare, era figlio di Victor Civita, fondatore della brasiliana Editora Abril, e nipote di Cesare Civita, già braccio destro di Arnoldo Mondadori e fondatore dell’aregentina Editorial Abril prima di Victor.
Ne ho parlato a lungo in una conferenza fiorentina, a proposito di Hugo Pratt, Mario Faustinelli, Ivo Pavone, Alberto Ongaro e altri bravi fumettisti italiani che varcarono l’Oceano nel dopoguerra.
Civita, perseguitato perché di origine ebraica, fu più volte ricattato e costretto a scappare o a fare delle concessioni a… qualche losca associazione. Probabilmente ricevette il colpo di grazia dalla P2, alla quale sembravo molto appetitosa la sua fortuna, e interessavano gli affari che dalla sua azienda si potevano ancora ricavare. Un approfondimento serio su questo punto non è mai stato fatto, sarebbe interessante capire cosa avvenne, non troppi anni fa, in fondo.
Ma i testimoni superstiti che possano ancora fornire smentite o conferme stanno scomparendo uno dopo l’altro.
Born in Milan in 1936, Roberto and his family moved to the United States soon thereafter, where they stayed for about a decade. During a visit to Brazil, his father decided to settle his business there, and the family moved once again, this time to São Paulo.
Mr. Roberto Anamaria Civita has been the President and Editor-in-Chief of Editora Abril since 1990.
Mr. Civita is responsible for transforming the publishing house into a major communications group, with business in the areas of television, multimedia, text books, entertainment, direct marketing and on-line services.
He has been the President of Management Board at Editora Abril S.A. since 1990. He serves as the President of Management Board at Abril S.A. Civita has been the President of Tva Parana Ltd., since 2006. Mr. Civita has been the President of Tevecap S.A. at Commercial Cable TV Sao Paulo Ltd. since 2006.
Civita initially founded his publishing company as Editora Primavera (Spring Publications), publishing an unsuccessful Italian comic called Raio Vermelho (Red Ray). He later renamed it Abril (April), referencing the month in which Spring begins on the northern hemisphere, and published its first title, Donald Duck, which continues to run to this date. Abril’s first magazine led Civita to claim, “It all started with a duck,” parodying Walt Disney‘s declaration that “I only hope that we never lose sight of one thing: that it was all started by a mouse.”
Davide La Rosa non me ne vorrà se riporto qui, senza chiedergliene il permesso, il suo omaggio affettuoso al conterraneo sammarinese che portò al successo Riderà.