Ed ecco la seconda parte, dove il sempre ottimo Antonio Cadoni (grazie!) svela l’arcano.
A lui la parola.
Come mai Niso Ramponi, meglio conosciuto come “Kremos”, ad un certo punto abbandonò questo pseudonimo che lo aveva reso famoso per firmarsi semplicemente “Niso”?
Stando a quanto mi fu raccontato (al tempo frequentavo la redazione del “Travaso”) Niso Ramponi, un ragazzo un po’ timido ma di grande talento, iniziò collaborando con tale Sandro Cremo, di minore talento ma di grande intrarprendenza.
Niso disegnava delle deliziose donnine che Cremo (che inventava forse qualche battuta) si occupava di far pubblicare con lo pseudonimo di “Kremos”.
Ad un certo punto Niso, cresciuito e presa conoscenza delle sue possibilità, decise di “mettersi in proprio” affrancandosi dalla collaborazione col socio.
La “società” fu sciolta pare di comune accordo tanto che Cremo, in data 14 aprile 1951. rilasciò una dichiarazione su carta da bollo in forma di scrittura privata (Registrata al n. 27741 Vol. 577 Atti Privatied Esteri di Roma il 21 aprile 1951) nella quale riconosceva che sotto lo pseudonimo di “Kremos” si identificava solamente ed esclusivamente la persona fisica del signor Niso Ramponi, unico autore delle opere portanti la firma “Kremos”.
Kremos diventò una colonna del “Travaso”.
Sandro Cremo, avendo nel frattempo ottenuto la modifica del proprio cognome da Cremo in Kremos, nel 1957 “diffida legalmente Niso Ramponi a non più usare la firma d’arte (Kremos) con la quale Niso Ramponi ha firmatp per 10 annii suoi disegni, i suoi cartelli, i suoi quadri, conferendo in così lungo tempo allo pseudonimo, con la propria bravura e con il proprio assiduo inpegno, un valore che fa veramente gola”.
Così scrisse il “Travaso” sul n. 40 del 6 ottobre 1957, annunciando che “per evitare equivoci Niso Ramponi, conscio che firmandosi in altro modo continuerà a disegnare e dipingere come prima, (….) si firmerà d’ora in avanti NISO”.
Quel numerò del Travaso dedicò la copertina ad una splendida tavola di Niso Ramponi che per l’occasione di firmò “NISO fu KREMOS” ed in seguito semplicemebnte NISO.
E adesso, alcune belle immagini dell’artista romano, a cominciare da Le commesse, dal Travaso n. 7 del 17 febbraio 1952.
Sotto, Tutto si paga, da Travasissimo n. 86 dell’ottobre 1954
Il nome di Sandro Cremo (o Kremos) non era mai apparso sul Travaso, prima della proclamazione in seguito a votazione popolare della vincitrice del concorso per Miss Travaso.
Ciò avvenne sul Travaso n. 10 dell’11 marzo 1951, che decretava che “Miss Kremos è proclamata Miss Travaso e a Sandro Kremos spetta il premio in L. 50.000”.
Indipendentemente dal valore venale del premio, fu senz’altro questo fatto che spinse Niso Ramponi a farsi vivo, ad andare dalla redazione del Travaso e dire: “sono io l’autore delle tavole firmate Kremos” e magari dimostrare praticamente davanti a Guasta la sua abilità nel disegnare le famose donnine (cosa che Sandro Cremo non era certo in grado di fare).
Non può essere una coincidenza casuale se appena un mese dopo, il 14 aprile 1951, Sandro Cremo rilasciò quella dichiarazione su carta da bollo in forma di scrittura privata (regolarmente registrata) che riconosceva che unico autore delle opere portanti la firma di Kremos era Niso Ramponi.
Sotto, Accidenti ai pantaloni, da Il Travaso n. 33 del 19 agosto 1957.
E per chiudere, una firmata Niso:
Se il fisco…, da Il Travaso n 43 del 27 ottobre 1958.
Ed ecco il famoso “Avviso” di cui sopra.