“Questa mattina ci ha lasciato una grande persona e una grande attrice. Mariangela Melato, che a Milano è nata e di cui è cittadina benemerita, ha saputo esaltare il teatro e il cinema attraverso le sue numerose e importanti presenze sceniche sia con ruoli drammatici, sia in commedie.”
Così la racconta, stamani, il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
“La capacità di adattarsi a ruoli diversi, di entrare così a fondo nei personaggi da lei interpretati, rappresentano una dote naturale che le ha permesso di essere una delle artiste più apprezzate dal pubblico e dai registi”.
Sopra, Mariangela è con Maurizio Nichetti nel suo film Domani si balla.
Segue un estratto dal fim di Mariangela da me preferito da sempre, del quale ricordo praticamente ogni scena: Film d’amore e d’anarchia (1973), di Lina Werthmuller.
Sotto, la canzone più importante del film, Canzone arrabbiata, cantata da Anna Melato, che è stata vicina alla sorella fino all’ultimo, e alla quale vanno le nostre condoglianze.
Mariangela Melato aveva 71 anni: nata a Milano, si è spenta nel Centro Antea per malati terminali all’interno del Complesso S. Maria della Pietà.
Il funerale di Mariangela si terrà a Roma domani alle ore 15.00 presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. A darne notizia, insieme alla famiglia, è Renzo Arbore.
Vincitrice di tantissimi premi, dal Davide di Donatello al Nastro d’argento, Mariangela Melato ha lavorato tra gli altri con Pupi Avati, Bertolucci, Monicelli… Il pubblico televisivo se la ricorda in una storica puntata di Canzonissima dei primi anni Settanta, ad una delle sue prime apparizioni cone star, uscire da dentro una valigia nella quale si era aggomitolata con abilità contorsionistica non indifferente.
Questo pomeriggio ha ricordato tale episodio anche Pippo Baudo, qui:
”Ricordo in particolare una volta che la portai dentro una valigia a Canzonissima. Sì, perché era anche una contorsionista, riusciva a fare cose incredibili. Era una delle sue prime apparizioni tv, io entrai in studio con lei raggomitolata in questa valigia. Incredibile, tutto le riusciva così facile. Poi una volta aperta la valigia balzo fuori e si mise a ballare in un modo straordinario. Sono stordito dal dolore. Ciao Mariangela ti porterò sempre nel cuore, tutti noi ti dobbiamo tantissimo”.
Tra i suoi film più famosi con Giancarlo Giannini, con il quale ha fatto coppia per un po’, restano insuperati (negli annali del Cinema e nel cuore di tutti noi) anche Mimì metallurgico ferito nell’onore, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, di Lina Werthmuller. E non va dimenticato il sottovalutato Casotto (1977), né Mortacci (1988), entrambi di Sergio Citti, dove gli attori recitarono praticamente gratis.
Ho incontrato Mariangela Melato due volte. Una mnel lontanissimo 1979, quando stava ancora con Renzo Arbore, in una rocambolesca edizione del Premio Satira Politica di Forte dei Marmi, alla quale erano presenti personaggi incredibili, come Ruggero Orlando o Isabella Rossellini, all’indomani del successo collettivo arboriano dell’Altra Domenica.
La seconda è stata quasi vent’anni dopo, in una situazione tragica sulla quale non mi soffermerò nemmeno per sbaglio, durante un viaggio in treno in una zona del nord, l’ultimo che avrei fatto in quella direzione, in quelle circostanze. Non credevo ai miei occhi, vedendola salire su un treno di seconda classe (o di quel che l’era), restando per un lungo percorso fino a una località abbastanza secondaria dell’Emilia. Sono stato il solo a riconoscerla, mantenendo il segreto che stava cercando di proteggere sulla sua identità, camuffata com’era, un po’ goffamente, per apparire una donna del posto, con l’improbabile fasciatura di una sciarpa sulla testa per nascondere i capelli, occhialoni che nascondessero la faccia il più possibile, impermeabile verdastro, lungo, in modo che giusto le scarpette senza tacco restassero libere.
Tornava con mezzi di fortuna da uno spettacolo teatrale, chissà cosa le sarà successo.
La poliziotta, di Steno, sicuramente non è uno dei film più memorabili di Mariangela Melato, ma non certo per causa sua, quanto per la superficialità della sceneggiatura, di Luciano Vincenzoni e Sergio Donati.
Ha però qualche addentellato con il Fumetto, perché anchje in conseguenza di questo suggerimento indiretto, nacque il tascabile sexy per adulti omonimo, disegnato da Sandro Angiolini.
Molto più adatta, nei ruoli pecorecci legati a queste tematiche, la disinibita Edwige Fenech, che ha poi ripreso il personaggio, circondata da un cast analogo a quello che aveva circondato la Melato, da Gigi Ballista a Mario Carotenuto, con l’aggiunta di Alvaro Vitali al suo top.