In attesa di poter dire qualcosa di più sull’impartante manifestazione fumettistica che sta rinascendo (per il momento dico il nome e accenno alle date: Il Convegno del Fumetto e del Fantastico di Prato e il terzo week-end del prossimo settembre; state in campana, potrebbe abche essere un’opportunità di ritrovo per gli amici del Papersera, orfani della vecchia Pistoia Comics che si teneva in quella stessa data e che la cieca amministrazione locale, una volta saltato l’assessore di riferimento, ha pensato bene di uccidere; avevano altre priorità rispetto alla Cultura, come si legge dalle cronache giudiziarie degli ultimi mesi; chiusa parentesi).
Tiriamo il fiato.
Cartoonist Globale vorrebbe dedicare questi ultimi post di luglio a un grande Maestro italiano, Sergio Toppi, autore della bambina con il mappamondo in apertura di post: il suo primo disegno per il Corriere dei Piccoli. Questo sopra è probabilmente il secondo, e il primo a portare la sua firma. Anno 1961.
Come si deduce da tutto ciò, le radici dell’attività fumettistica di Sergio Toppi affondano proprio nel fertile terreno del Corriere dei Piccoli, indimenticato settimanale preadolescenziale voluto ed “emanato” dal «Corriere della Sera»: una pubblicazione celebrata da tutti nel centenario della sua nascita e in ogni altra occasione che si presenti ma, diciamolo, figlio di una formula considerata come la peste dagli Uffici Marketing delle case editrici del millennio in corso.
In fondo, sembrano dirci gli editori contemporanei, quella pur eccezionale palestra di personaggi e grandi firme del Fumetto è più saggio valutarla come un pregevole, onorevole frutto di un tempo che non ci assomiglia. Meglio erigergli uno o più monumenti nel Pantheon della stampa per ragazzi internazionale per tenerci lontano il suo fantasma, invece di analizzarne il successo e la formula della sua invidiabile longevità.
Strano atteggiamento, questo, che non ha eguali in altri Paesi anche vicini al nostro, e col quale chi si scrive si è scontrato più volte. Ma l’Italia, com’è noto, ha con la lettura, e con la cultura in generale, un rapporto molto spesso di diffidenza, se non di disprezzo, anche per colpa della cinica ignoranza, promossa negli ultimi decenni a influente modello di vita dalla tivù commerciale e (purtroppo) anche da quella di Stato.
Un lavoro efficace quanto il passaggio del cavallo di Attila.
Ciò che oggi “può funzionare”, per i soloni delle strategie editoriali sembra l’esatto opposto delle pubblicazioni sulle quali Sergio Toppi inizia, appunto nel 1961, la sua promettente avventura nel mondo dei fumetti, sfoderando un piglio comico-grottesco. Periodici antologici come il «Corriere dei Piccoli», ma anche come il «Messaggero dei Ragazzi», per tacere delle altre a cui Toppi non collabora, come «il Vittorioso», «Vera vita», «Bimbo e Bimba» e svariate altre di minor impatto: tutte basate sulla miscela di materiali diversi ed eterogenei, di stili grafici e di filoni narrativi assortiti, affiancati da articoli di approfondimento, rubriche coinvolgenti, sguardi sul mondo.
Senza questo format, ribadisco, forse l’attività del Toppi in vignette non sarebbe mai iniziata e il grande Maestro avrebbe concentrato la sua arte sull’Illustrazione, che ama e alla quale, comunque, ha avuto comunque tempo e modo di regalare molto.
L’incontro fra Toppi e il fumetto avviene in modo naturale, ma con una premessa che rimanda all’attività che il Maestro milanese, non ancora trentenne, sta svolgendo negli studi di animazione di Nino e Toni Pagot.
I celebrati animatori, storyboard-men e registi, sono impegnatissimi nella realizzazione dei cortometraggi di Carosello, il programma televisivo in onda dal 1957 per due decenni in prima serata del Canale Nazionale della Rai, prima della (parziale) liberalizzazione dell’etere e la formazione del duopolio che la vede fronteggiare la Fininvest (poi Mediaset, urgh, adesso in calo vertiginoso di ascolti e di profitti; ma questo è un altro discorso).
In questo contesto, Toppi collabora con lo studio dei fratelli Pagot, sia ideando fondali e scenari per i cartoons, sia disegnando alcuni personaggi.
Questa attività presso il mondo dell’animazione è utile a Toppi per apprendere e mettere in pratica gli elementi basilari della narrazione per immagini, che dagli storyboard per cartoons saranno trasferiti in fumetti.
Ma gli serve anche anche perché gli consente di definire un proprio stile umoristico, o anche fortemente comico e caricaturale.
Fino a poco tempo prima, Toppi aveva svolto il suo lavoro con gli strumenti e i riferimenti tipici dell’illustrazione tradizionale, di piglio naturalistico. Aveva anche partecipato a un importante periodico per ragazzi, forse il più popolare e significativo del decennio Cinquanta: «Topolino».
Toppi disegna, nello stesso periodo in cui si occupa di disegni animati, anche delle vignette e delle illustrazioni comiche per gli spazi editoriali in cui interviene il gruppo di umoristi che prende il nome di “Disegnatori Riuniti”.
A organizzare il tutto è il grande umorista (e in questo caso agente letterario) Cassio Morosetti, noto per vignette come questa immediatemante sotto…
Ma anche per tavole autoconclusive in rima con lo Sceriffo Botticella, come questa che segue.
Tra l’altro, Morosetti, che ha un sito personale, alla bella età di ottantacinque anni ha scritto un libro, Fascista nell’orto dietro casa (copertina a seguire), scaricabile in pdf e leggibile gratis (grazie!).
I più famosi umoristi di questa accolita moroasettina, che condividono anche una linea grafica piuttosto riconoscibile, sono senza dubbio Giorgio Cavallo, Bort (Mario Bortolato), Giuseppe “Pippo” Coco, Vittorio Vighi, Giuliano Isidori, Carlo Cattoni, Giuliano Nistri.
Ecco quindi che anche Toppi compare sul prestigioso settimanale di Arnoldo Mondadori «Epoca», che fa il verso agli americani «Life» e «Time» mantenendo un livello culturalmente elevato nei suoi servizi, foto e illustrazioni. Le firme illustri del giornalismo che vi partecipano, collocano la rivista su un piano superiore rispetto ai rotocalchi concorrenti «Oggi» e «Gente».
Toppi è presente, nel 1960, nella rubrica 5 minuti di intervallo, destinata alle ultime pagine del settimanale, che è diretto in quel periodo da Enzo Biagi e che ha Oreste del Buono come redattore capo.
Ancora con i buoni auspici di Morosetti, Toppi partecipa a una curiosa iniziativa sponsorizzata dalla società chimica Farmitalia. Si tratta di una lunga serie di cartoline pubblicitarie dal formato piuttosto grande (cm 23×16), che vengono inviate nelle farmacie e nelle aziende di distribuzione farmaceutiche per pubblicizzare le specialità per uso veterinario: prodotti come Fosforilene, Glaucalene, Neocolifarmina, Largactil, Criseocil e così via. L’idea è piuttosto atipica, forse unica.
Ma non ne parliamo adesso, questo post è già sin troppo strabordante e forse avete smesso di leggere una ventina di centimetri sopra.