Alla fine dell’anno scolastico, di solito ci si ritrova per i saluti. Sono i titoli di coda, che scorrono sulle note della Marcia delle Vacanze.
C’è chi le passa a Fregene, chi a Torvajanica, chi va un po’ più lontano e ci sta anche molto. Per questo i saluti potrebbero essere anche più calorosi. In tutto questo, uno si può domandare cosa ci stia a fare il francobollino del Gatto Felix sulla destra per aprire il post, dato che l’immagine seguente riguarda la copertina del quinto cartonato di Princesse Sara, opera grafica della talentuosa Nora Moretti, già allieva della Scuola Internazionale di Comics di Firenze.
Una fumettista che sono felice di aver conosciuto quando era del tutto in fase di formazione, svariati anni fa, più o meno quando stavamo girando un programma televisivo con Rosanna Vaudetti (che sarebbe andato in onda l’anno successivo), scoprendo nella presentatrice delle insospettabili doti grafiche, mai espresse in onda. Al volo, alla fine delle riprese, ci scambiammo du ritratti (il suo lo possiedo ancora, e me ne fregio).
Con la “i”. “Fregio”.
Munita dei suoi pizzi e dei suoi merletti, Sara torna in India, in questo quinto tomo scritto come sempre da e pubblicato (naturalmente) da Soleil.
La seconda da sinistra è la disegnatrice, vicina a uno dei suoi insegnanti insuperabili di un dì, Alberto Pagliaro. Alla sua destra, Alessio D’Uva. Le colonne laterali sono occupate da Vanessa e Tommy (Tommaso Campanini, altro valente artista internazionale partorito dalla sezione fiorentina della Scuola).
Mentre si discute di Princesse Sara e del viaggio agli anipodi di Nora, Samantha evade pratiche con solerzia: le pratiche di un anno scolastico che non accenna (in realtà) a concludersi e, mentre quasi tutti gli studenti del mondo (un pugno di universitari a parte) sfida lo spread coi tuffi, si trascina come la lingua di un cammello assetato fra le dune.
Pensando all’Australia viene voglia di alternare ai canguri qualche lupo.
Non pensiamo per intero al cortometraggio dello stesso, diretto e animato da Daniel Sousa. Poiché si chiama Fable, basta embeddarne un trailer e far librare la fantasia per il reso a capocchia, a casaccissimo.
E’ di struggente bellezza.
Ecco da dove proveniva il Gatto Felix!
Dal tattoo sul pelo felino arasbecato dall’outstanding illustratrice Lucia Mattioli insieme a tante altre figure sui muri della scuola.
Illustrazioni come quella sotto sono nel suo blog!