L’abbiamo augurato al BVZM per il trentennale, perché non farlo anche a te (sarebbe un affronto)?
Il primo numero di Martin Mystère è uscito infatti nel 1982, e nel 2012 la serie festeggia dunque trent’anni di pubblicazioni. Il primo numero di Alfredo Castelli è uscito, invece, altri 35 anni prima.
Un traguardo invidiabile, che viene degnamente celebrato con l’albo in edicola ad aprile scorso: Castelli & Alessandrini, gli autori con cui tutto ha avuto inizio, hanno realizzato per l’occasione una storia davvero speciale.
Sempre per l’occasione, l’albo ha contenuto 66 pagine in più. Poiché ha computo “solo” trent’anni, possiamo considerare Martin poco più di un giovanotto e vi garantiamo che nemmeno per il resto dell’anno starà con le mani in mano, e si troverà a che fare con nuovi mysteri.
Dovrà vedersela con un apparecchio per leggere i pensieri, con una cospirazione che combatterà insieme a una vecchia amica e con una nuova minaccia degli insidiosi Uomini in Nero; inoltre, rivede un personaggio già noto che assomiglia molto a un certo “Spirito con la scure”.
Poiché ne ha computi “solo” trentacinque in più, possiamo considerare Alfredo poco più di un giovanotto eccetera.
Negli anni, anche a questo blog, Alfredo Castelli ha spedito primizie e rarità, come quella che segue. Vi propongo la spiegazione del tutto direttamente in inglese, così come l’ha scritta quel poliglotta di Alf:
Here is a little known sequence in which Mickey Mouse travels to Italy (Captions “On the Atlantic, you dance” and “In Italy at last”), greets the “Balilla” (i. e. the young Fascist Militia) with the Fascist salution, then kisses and hugs somebody (supposedly Mussolini) under the caption “The meeting of of two grat friends”.
The sequence was printed on translucent paper and was to be projected with “Proiettore Topolino Nic”, a popular kid projector sold in the Thirties.
Every scene of the movie was drawn in two different frames and a mechanical device in the projector “animated” it. Proiettore Topolino Nic was regularly licensed by Disney; take a look to the disturbing logo, where Mickey rings a bell with an elephant trunk.
E allora, appunto, A U G U R O N I!
Dopo qualche ora, tutto è tornato come avrebbe dovuto essere da sempre.
Ma…
Riservandosi di dedicare ad Alfredo Castelli un post più complesso e meno terremotato (absit iniuria verbis, con i tempi che corrono), Cartoonist Globale giustappone qualche reperto che era già stato disposto sul desktop.
Come questo prezioso ritaglio di giornale del 1955, sempre inviato da Castelli, nel quale il Fumetto (in toto) non è certo ben visto, in tempi di caccia alle streghe e di sovversivi pericolosi.
Quando Alfredo aveva inviato questo ritaglio al tenutario del blog e ad insigni studiosi della materia, accompagnava questo e un altro, che forse pubblicherò in un prossimo post, facendolo precedere da questo commento interessante:
Gianfranco, Gianni, Luca, Luigi, eccetera.
Ho cercato il termine “fumetti” nel prezioso archivio storico online de “La Stampa” <http://www3.lastampa.it/archivio-storico/>. Ecco alcuni pezzi interessanti del periodo 1947 – 1955, che spiegano molte cose sull’approccio del mondo della cultura nei confronti dei fumetti, e che mi piacerebbe finissero in rete.
Non sto a scrivere commenti o articoli che lascio a voi; potrete integrare questi articoli con altri o farne quel che vi pare. Solo alcune considerazioni generali:
– Dati di vendite e tirature assolutamente sgangherati e contraddittori.
– Citazioni di scene e sequenze orripilanti (compresa la straordinaria ostrica assassina e le sue vittime in poltrona) senza mai indicare la fonte.
– Citazioni – anche qui senza indicare la fonte – di immagini “a dir poco pornografiche” che da ragazzino avrebbero fatto la mia gioia ma non ho mai visto (e neanche dopo, come appassionato di fumetti).
– Citazioni di orribili crimini commessi da ragazzini resi assatanati dai fumetti, senza mai citare i colpevoli.
– Citazioni di personaggi simbolo delle nefandezze fumettistiche completamente sbagliate (per esempio Superman protagonista di storie dell’orrore).
– Accostamenti medici: il fumetto è “Come la tubercolosi” o come la peste.
– Termine “Fumetti” quasi sempre tra virgolette: per l stampa generalista si tratta di un neologismo.
L’impressione è che gli autori degli articoli si basino sul “sentito dire” e non abbiano mai letto un fumetto in vita loro.
Aggiungo qualche nota specifica:
– Disegnava i “fumetti”, è finito al manicomio. Tutti sanno che i disegnatori sono pazzi, contrariamente agli sceneggiatori. Ma questo, a detta dell’articolo, non disegnava fumetti, ma era attore di fotoromanzi. E non era pazzo, ma assumeva droghe.
– La vita di Don Bosco divulgata coi “fumetti”. Articolo non terribilmente cattivo; comunque mi piacerebbe sapere chi sono gli autori a cui si fa cenno nel riquadro (al solito, niente nomi e niente fonti).
– La scuola della delinquenza pei ragazzi del nostro tempo. Se non altro l’autrice ammette (alla fine) che il fumetto non è l’unico colpevole della criminalità giovanile.
– Gloria dei “fumetti” e loro degenerazione. Meno becero di altri, ma contiene tanti di quegli errori (refusi, errori storici e altro) da permettere di indire un concorso.
– Attentato all’infanzia: I giornali a fumetti. Testo delirante, cifre assurde. Per saperne di più sulla mostra “che presenta fumetti ingranditi come insetti schifosi”, andare al sito http://www.archivioluce.com/archivio/, cercare “fumetti”, poi “Cosa leggono i notri ragazzi”. Non trascurate altri interessanti pezzi, come “Zona Pericolosa” (1952) di Citto Maselli. E guardate l’incredibile disegno animato (purtroppo di propaganda fascista) “il Dottor Churkill” di Liberio Pensuti.
– Battaglia alla Camera sui “fumetti” e La legge sui fumetti approvata alla Camera. Per fortuna poi non è successo quasi niente, molto all’italiana. Ma, una decina di anni dopo, quando si è cominciato a riparlaredella cosa, è natoil “Marchio di Garanzia Morale”.
– I ragazzi per i “fumetti” spendono 10 miliardi l’anno. Anche qui, cifre a capochia e farnericazioni varie.
– I “fumetti criminali”. Articolo dedicato a Seduction of the Innocent di Wertham con pistolotto finale.