DISCLAIMER
Attenzione: la visione di questo post può disturbare gli esofagi vacillanti!
Il suo titolo è limitante, ma bisogna riconoscere che spinge alla lettura del post molto più di quello che sarebbe stato più acconcio, vale a dire: DUE CAPOLAVORI CONTEMPORANEI SULL’AGONIA.
O qualcosa di simile.
Non sfuggirà ai più attenti la presenza, nel dipinto sotto, del Maestro Alberto Fremura.
La presenza oggi, online, di questo post, per rispettare la cadenza di uno (e uno solo) di nuovi al giorno in Cartoonist Globale, costringe nuovamente a far rimbalzare all’indomani successivo il vecchio su Bela Zaboly e Tom Sims, del quale soffia il posto.
Ma sono le leggi dell’attualità, le costrizioni giornalistiche a “stare sul pezzo” che determinano la scansione temporale dei post.
Domani non posterò nulla di nuovo e dedicherò tutto il tempo al lavoro “vero” (vale a dire la stesura, con tre colleghi di gran vaglia, dei quali sul momento taccio i nomi, al pari di quello dell’editore) di un nuovo librone imperdibile e che (garantito) farà epoca.
A suo modo.
Grazie a Carlo Bartolini per averci spedito pressoché in esclusiva, su intercessione dell’altro Maestro Federico Sardelli, questo estratto dai Quaderni della rivista di arte Livorno Bruciale, maggio 2012.
Grande interesse ha suscitato il recente restauro da parte del Gabinetto delle Pietre Dure dell’opera attribuita a Federico Maria Sardellazza (detto il Foca) intitolata La Pietà del Moletto d’Ardenza che ritrae i padri nobili del Sodalizio Mvschiato (1512 abbondante).
Interessante rilevare come il Sardellazza riesca a dare unità all’insieme con un’illusione prospettica della campagna retrostante, e avvalendosi di un sapiente effetto artificiale di luminosità nei corpi in primo piano, egli illumini la scena con una luce intensa che piove dall’alto nella vasta campitura dei volti e ne esalta la forte spiritualità.
Sotto, il quadro attualmente esposto nelle sale della Galleria degli Uffizi e la precedente composizione della pala che accoglieva l’opera del Sardellazza.
Gino Fagianelli
Grazie anche al Fatto Quotidiano e al suo reporter Nello Trocchia, possiamo embeddare un bel video doi artisti ossequiosi del corpo dell’ex premier ed ex pluriprescritto Berlusconi Silvio da Arcore.
Il Grande Raccontatore di Barzellette Vecchie diventa un’opera d’arte di silicone, nient’affatto grottesca, ma al contrario estremamente realistica in mostra a Roma, nell’antico e prestigioso Palazzo Ferrajoli, beffardamente di fronte Palazzo Chigi. Dove l’algido Mario Monti ne prosegue l’opera seguendo i dettami del (finto) sonnecchiante, appoggiato anche da chi dovrebbe combatterli.
E che invece ronfa, e questa volta personalmente, non con la mediazione di statue.
Il telepremier che qualcuno denominava anni fa Sua Emittenza, adesso è steso in una teca, a grandezza naturale, coi pantaloni sbottonati e un sorriso liftato.
“E’ assopito, non è morto – spiegano gli artisti Antonio Garullo e Mario Ottocento – sta sognando, quel sogno che ha venduto dal 1994 al nostro Paese”.
Sonnecchia, magari felice di aver raggiunto il suo obiettivo: aumentare in modo esponenziale nei suoi tessuti la quantità della sua materia preferita, il silicone la cui moda aveva contribuito più di chiunque altro a diffondere fra le sedicenti starlettes usa-e-getta dell’Italia da bere. Quella che ormai è da tempo bella e scolata.
Onore, saluti e affettuosità al Maestro Fremura, che vive, vegeta e lotticchia insieme a noi!
Sopra, il Maestro nel giorno del su compleanno (19 maggio) fotografato (forse da Capras) in una località tenuta segreta per motivi di sicurezza…
Così lo fumettò a suo tempo l’amico (comune) Benito Jacovitti, prefacendo un suo volume.