Con la nuova struttura grafica dei post, che ricalca la vecchia, mette conto fare un esperimento per verificare se i vecchi post, che si erano ampiamente deformattati anni fa, siano tornati al loro posto.
Osserviamo cosa succede a questo, antico, che ripropongo in tutto il suo splendore e con tutti i cartoons e le immagini così come stavano!
Riguarda il povero Gatto Felix in una sua interpretazione del 1931, quando si nasconde nel cestino di Cappuccetto Rosso per far fuori la merenda destinata alla nonna!
Il grande e ingiustamente dimenticato Giancarlo Tonna, nel 1963 si ispirò alla ragazzina di Charle Perrault creando Cappuccetto Nero…
Ecco come truccarsi da povera regazzina dalla cappa rossa.
L’aggiungo adesso, poiché i filmati originali (del vecchio post) sono perduti e in questo modo tappo la falla.
Nei film e nei fumetti le Cappuccetto abbondano. Eccone un’altra con tanto di Nonna Topazza che assomiglia tanto (troppo) alle topoline disneyane.
Si tratta di un lavoro del Van Beuren Studios del 1931, Red Riding Hood, adesso in pubblico dominio.
Sorprendente, no?
Già che ci sono, appoggio in questo post anche un paio di disegni di Betty Boop, sulla quale ha realizzato un eccezionale lavoro Andrea Ippoliti in queste pagine del suo blog, che consiglio vivamente.
Si tratta di uno schizzo (bellissimo) di Grim Natwick, creatore della “vamp all’inchiostro di china” (come la definiva Enrico Gianeri, detto Gec) e uno mio, che in realtà ritraeva (anni fa) una “committente”, amante dell’abbrinzatura, calata nei panni del suo personaggio preferito.
Per cui, quella con il cagnolino scodinzolante sulla spiaggia non è l’effettiva Betty, ma è il morphing delle due persone, lei e la postina Maria, la quale (come forse si deduce anche dall’immagine, che credo sia la prima fra le mie che oso postare nel blog) si è anche fatta tatuare una Betty Boop più o meno sbilenca su un braccio.
Questa postina non la vedo da almeno cinque anni, oppure si è fatta una plastica facciale e anche se la vedo non mi saluta lei e non me ne accorgo nemmeno.
Di vederla.
Ancora sotto, un fotogramma indicativo per sottolineare il lavoro di ricerca fatto da Andrea nel bloccare i fotogrammi (un ventiquattresimo di secondo) scoprendo immagini inusitate, non coglibili a occhio nudo.
Eccone una, abominevole e sconcertante, incredibile e risqué, che più risqué non ce n’è!..
I Fleischers, per chi non l’avesse ancora capito, erano dei mezzi pazzi!
Per concludere, ancora più sotto ecco invece la versione disneyana di Cappuccetto Rosso, tratta da una rara cartolina illustrata francese di data incerta, forse dei tardi anni Trenta, ispirata a un fotogramma del cartoon The Big Bad Wolf (1934).
Il © di Ezechiele è Disney, quello di Betty Boop è © Paramount, quello di Felix del K.F.S. e aventi diritto.
Infine, una SORTA DI QUIZ.
Cosa ricorda, agli appassionati di non più primo pelo di fumetti italiani la vignetta che riproduco sotto?
Via al contasecondi…