Ci ha scritto il grande Ivo Pavone, a destra in un suo autoritratto, precisando le identità degli autori immortalati in questa foto, scattata sessanta anni fa.
Nella foto scattata a Buenos Aires nel ’52 compaiono: Ivo Pavone, Hugo Pratt, Alberto Ongaro e Mario Faustinelli.
Il post in questione era questo, che ripropongo con qualche aggiunta e notazione.
Di Ivo Pavone (che insieme a Pratt, a Sergio Tarquinio e al gruppo argentino di Cesare Civita sarà oggetto di approfondimento in un incontro del seminario della Scuola Internazionale di Comics di Firenze, fra due settimane) ha partalto venerdì scorso a Bologna l’On. Fabio Porta, eurodeputato eletto all’estero, e per questo coinvolto anche con iniziative relative al fumetto in Argentina e in Brasile, in particolare rivolte a celebrare l’opera dell’Editora Abril, fondata da Victor Civita.
Sopra, una foto di Pavone più recente, del novembre 2010, scattata con Luis Rosales e proveniente da questo suo Blog, Top-Comics, sobre la historieta argentina y mundial.
Di Ivo Pavone una puntuale scheda della Fondazione Franco Fossati precisa che è nato a Taranto nel 1929.
Nel 1938 la sua famiglia si trasgerisce a Venezia.
Nel 1942 decide di dedicarsi seriamente al disegno e tre anni dopo lo troviamo tra i collaboratori di Uragano Comics, il prestigioso gruppo di autori chew dà vita all’Asso di Picche.
Nel settembre del 1951 si trasferisce in Argentina, chiamato da Hugo Pratt, che nel dicembre dell’anno prima aveva iniziato a lavorare per Cesare Civita, editore di Editorial Abril. In Sudamerica si ricomponer parte del gruppo dell’Asso di Picche con Alberto Ongaro, Mario Faustinelli, Pratt, Sergio Tarquinio.
Lavora con loro dal 1951 al 1954 senza personaggio fisso, disegnando di preferenza avventure western, genere che caratterizzerà in seguito la maggior parte della sua produzione. Per due anni, dal 1954 al 1955, inchiostra le matite di Pratt per Sgt. Kirk.
Dal 1955 al 1956 llavora per le edizioni Codex con varie storie a tema libero. Torna quindi a collaborare con Editorial Abril in Hora Cero e Frontera dove realizza la serie di Hueso Ciavado e di Verdugo Ranch (ripresa in Italia nel periodico Frontiera edito da Edizioni Araldo di Tea e Sergio Bonelli).
Nel 1958 inizia il rapporto con la Editorial Columba e, dopo poco si rivolge al mercato inglese disegnando per la Fleetway. Torna in Europa con un contratto delle Editions Aventures et Voyages di Madame Ratier.
Rientra in Italia nel 1962. Nel 1963 pubblica per la Sepim di Franco Fasani vari episodi di Pecos Bill e crea il personaggio Canada Jean sulle pagine di Nuovo Sceriffo.
Nel 1965 disegna a due mani con Stelio Fenzo il primo numero di Jnfernal, una personalissima imitazione di Diabolik. Su Zenith, in appendice alle avventure di Zagor, appare una sua breve storia La grande caccia.
Nel 1967 riprende i contatti con l’editoria francese; per le edizioni Lug di Lione disegna olrtre 60 episodi di Rakar scritti da Franco Frescura e pubblicati su ZembLa.
Seguono poi I Cavernicoli (1970), Dick Demon (sCegneggiato da Pier Carpi), Jacky West, Bill e Barry (1972) e Avoc (1973).
Nel 1971 per la RG di Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon realizza alcuni numeri di Terror.
Nel 1973 lavora ancora per la Aventures e Voyages con alcuni episodi di Giddap Joe. Nel 1974 su suggetto di Pier Carpi realizza Lupo Bianco edito dalla Geis di Renzo Barbieri. Nello stesso anno lavora nuovamente per Fleetway e Draw’s Book.
Per la Lug disegna Afrikanders e Galton & Trumbo (1975).
Dal 1975 inizia una lunga collaborazione con la Eura Editoriale pubblicando brevi storie su Lanciostory e su Skorpio. Dal 1977 disegna per Corrier Boy. Dal 1979 al 1983 si alterna a Vladimiro Missaglia per disegnare due personaggi editi da Sergio Bonelli Judas e il solitario “Gil”.
Da quando è comparso in questo blog il primo post su Massimo Liorni, proprio grazie a lui abbiamo appreso parecchie altre cose sui protagonisti dell’effervescente scena fumettistica romana operativi fra i decenni Cinquanta e Sessanta.
Così, con qualche esempio visivo proseguiamo il discorso, nelle certezza che sarà ben lungi dall’esaurirsi adesso, Per fortuna.
Così ci scrive Liorni:
“Leggo nomi di testate (meglio “capocciate”) di appena mezzo secolo fa (Bang! Piccolo Boy, Carioca, Albi del secolo) e di amici come Privitera, Casabianca, Felmang, Bonomini, che mi fanno sentire quasi immortale.
“Benelli, lo ricordo proprio agli inizi della sua introduzione al mestiere quando disegnava le sue prime cose e continuamente mi chiedeva consigli: “In questi casi, come devo fare?”.
“Di Bonomini (un ottimo disegnatore nonché atletico professore di ginnastica (come lo sono del resto stati altri, da Tullo Palasciano e perché no, Romano Felmang. Di Bonomini, dicevo, pochi sanno che fu l’autore di una serie di simpaticissimi albetti a strisce editi da Fantera dal titolo Il corsaro mascherato, disegnati con grande garbo e maestria, in punta di penna, e firmati Ferbon (forse Fernando Bonomimi?) su testi di F. T. Raom, che non so chi sia.
“Insomma, grazie a questa sensazionale possibilità offertaci da Facebook, ce ne sarebbe e ce ne sarà da dire, stimolandoci a vicenda. Aspetto quindi altre sollecitazioni e vi saluto con amicizia.”
Liorni, in un commento al vecchio post con la foto di Buenos Aires, aggiunge anche:
Della storia di ANCAS (Annibale Casabianca) ricordo le sue “faticacce”. Abitava un ultimo piano tra San Saba e l’Aventino e mi mostrava il testo delle avventure di guerra da illustrare per la Fleetway. Solo per i dettagli della vignetta d’apertura doveva scervellarsi a realizzare una panoramica contenente dettagliatamente senza omissioni quanto richiesto in una intera cartella dattiloscritta. (Sadismo?)
Riprenderemo questo discorso assai frammentato anche altrove, in una terza parte ideale del post (in realtà nel flusso di pensieri e parole quotidiano).
Scendendo con il cursore si può vedere una nuova parata di oggetti di merchanmdise di Bang! (o meglio, di Howdy Doody).
Non si parla per il momento del “Tesoro della zitella”, ma rimandiamo in data non lontanissima.
Il disegnatore, Bines, è il realtà il Fernando Bonomini al quale Liorni accenna.
Disegnava su Il Vittorioso.
Qualcuno dei visitors ne conosce il lavoro in quella sede?
Sotto, qualche immagine comica realizzata da Annibale Casabianca, disegnatore di ispirazione caniffiana (da Milton Caniff), in sitonia con Hugo Pratt, con Ivo Pavone, con Mario Faustinelli e con gli altri che facevano capo alla rivista Asso di Picche; un gruppo poi imbarcatosi nella sua quasi totalità alla volta di Acassuso, in Argentina, arruolato dall’editore Cesare Civita, già braccio destro di Arnoldo Mondadori.
Si comincia con una copertina del 1957 di Frugolino, dell’editore Gabriele Gioggi. La firma di Casabianca è ben evidente, come lo è, anche, nel vignettone di apertura della storia con Miciolino che segue, disegnata un anno prima.
Sopra, una tavola di Casabianca in stile pesantemente ispirato da Milton Caniff, non molto dissimile dalla linea impostata anche da Paul Campani negli anni del secondo dopoguerra.
Queta tavola viene dal blog del collezionista Chico (il nome viene da Chico Cornacchia, personaggio che a quanto pare predilige), il quale ha avuto un incontro telefonico con il Maestro a novembre 2009.
Ne parla in questo post.
LINK STRETTAMENTISSIMAMENTE CORRELATI:
MASSIMO LIORNI COLPISCE ANCORA: BANG! OVVERO, HOWDY DOODY (prima parte)
IL MONDO DI FRANK, ALLA MOSTRA DEL FUMETTO DI REGGIO EMILIA!