ADDIO A JOHN CELARDO

Celardo

Era nato il 27 dicembre 1918, aveva 93 anni; il momento fatale sarebbe giunto, prima o poi.
E’ arrivato venedì scorso in una infermieria vicino a casa sua, a Staten Island, New York.

Domani il suo funerale. Per chi ci legge dagli Stati Uniti e può parteciparvi: il will be Monday from the Harmon Home for Funerals, West Brighton, with a mass at 9:30 a.m. mass in Our Lady of Pity Church. Burial will follow in Moravian Cemetery, New Dorp.

Celardo-small

Il giornale locale di Staten Island lo ricorda in questo modo:

The lifelong Staten Islander grew up in Mariners Harbor and graduated from Port Richmond High School. He attended the New York Industrial Arts School, Federal Arts School and New York School of Visual Arts.

1249319729290_fHe served in the U.S. Army during World War II, seeing duty in the European theater and attaining the rank of captain. After his military service, he lived in Castleton Corners, then eventually settled in Graniteville.

He began working as an artist in the late 1930s drawing animals at the Staten Island Zoo for the National Youth Administration, which help prepare him for his subsequent career as a cartoonist.

The Advance once photographed Mr. Celardo in the alligator pit at the zoo in West Brighton, a setting he admitted felt slightly uncomfortable.

Mark Evanier dice molto di più, come sempre.
Estraggo, per ragioni di velocità obbligata, qualche passaggio e rimando al suo post, l’ennesimo obituary che purtroppo è ospitato giocoforza nel suo sito, e uno dei tanti che compare anche qui, come chi ci segue ormai è abituato a registrare.

His first work in comics was done in or around 1939 for the Eisner-Iger Studio and he quickly segued to drawing comic books for Fiction House, Quality Comics and other companies.

For Fiction House, he often drew Kaanga, which was a Tarzan-like character. It is said that it primed Celardo’s desire for a crack at drawing the real Tarzan some day. He would get his chance but before he did, he served in World War II and drew a lot more comics, including a long stint for Better Publications.

Celardo_john_kaanga

He got his shot at the Tarzan newspaper strip in 1954, taking it over from his friend and studio-mate Bob Lubbers when Lubbers accepted an offer to go work for Al Capp. Celardo drew (and eventually wrote) Tarzan until 1967 when he was replaced by Russ Manning. With nary a week off, Celardo moved over and began drawing the Tales of the Green Beret newspaper strip when its first artist, Joe Kubert, gave it up.

Qui il seguito della “ricognizione” di Evanier.

Tedeschi

I lettori italiani un po’ cresciutelli potrebbero ricordarsi di questi albetti a striscia con il personaggio disegnato da Celardo, pubblicati a Firenze dal vulcanico Corrado Tedeschi (quello del Giornale dei misteri), con Mutt & Jeff in quarta di copertina.
Questo (sopra) è del 1948, fa parte degli Albi Nuove Avventure (non comunissimo da trovare).

Poster Tarzan by John Celardo

Tarzan a parte, Celardo ha anche lavorato a Davy Jones, Buz Sawyer, Big Ben Bolt, Buck Rogers, Lady Luck e l’agente segreto Corrigan (X-9).

Celardo, festa

Nella foto di famiglia sopra, scattata nell’aprile 1978, John Celardo è con Julia; festeggiano in occasione dell’81mo compleanno della “capostipite” Anna Celardo.
L’origine italiana della famiglia è scoperta…

  • nestore del boccio |

    Hellrod, grazie per i complimenti.
    E colgo la tua considerazione per esprimere dei concetti già espressi in altri post di Cartoonist Globale.
    Troppe cose in Italia vengono considerate minori e tra queste il fumetto come linguaggio. Nonostante l’analisi estetica di
    Umberto Eco, nei primi anni ’60, lo nobilitasse su “Apocalittici e integrati”, come linguaggio espressivo, non c’è stata
    evoluzione nell’ambito della percezione generale se non a livello individuale di qualche addetto ai lavori; dei quali, molti,
    non ci credono nemmeno. La scuola ne è stata completamente assente e, con grande dispiacere, constato ancora oggi, una totale
    ignoranza in merito da parte di molti insegnanti. Quindi, onore e merito alle piccole scuole che cercano di seminar qualcosa;
    ma, quando vediamo l’arretratezza di molti istituti d’arte e della scuola in genere, i risultati sono quelli che abbiamo sotto gli occhi. Non è che non sono in grado di apprezzare la professionalità di Celardo ma, non sono capaci nemmero di capire Michelangelo e consimili. Sanno appena pronunciare qualche nome e basta. Se aggiungiamo a tutto questo il livello comunicativo della nostra televisione, il dramma è totale! Decadimento accresciutosi a seguito di certe teorie concettualistiche che, dagli anni ’70, hanno definito ogni attività dell’uomo, espressione d’arte, arrivando alla cristallizzazione di concetti che son divenuti preconcetti, pianificando un tessuto culturale pregiudizievole e che hanno depresso la capacità di comprendere e praticare la fattualità. E tutto questo, inserito in un contesto italiano, ricco di storia culturale e artistica, ne ha espiantato le radici che fino ad un recente passato ci hanno nutrito nella creatività: in
    ogni campo, della scienza compresa. Ora, essendone a digiuno totale, ci determina in una condizione di basso livello. Quando si arriverà alla pari dignità tra fumetto e libro in genere: dignità equiparata ad altri linguaggi come il romanzo, il saggio o il cinema; o quando si arriverà alla presentazione di un libro a fumetti insieme ad altri libri in una trasmissione televisiva, vorrà dire che tanto progresso si sarà fatto in Italia. Siamo arrivati al parodosso che chi sa fare viene snobbato e chi cerca di intellettualizzare, spesso il “nulla”, viene omaggiato: un po’ come la “finanza creativa”. Ma non si potrà seguitare a vivere sul nulla: la ricchezza deve nascere dalla qualità del prodotto; e finchè il nostro fumetto non si emanciperà, cominciando dalla scrittura, specificità molto carente nel nostro paese, saremo sempre di basso livello. Perchè, dobbiamo dirci con sincerità, il nostro settore è lasciato in mano ad improvvisati ed amatori, per quanto lodabili, spesso non sanno che essere dei cloni con sfumature di servilismo verso questo o quell’editore alla moda per aspirare ad una carriera futura! Recentemente, ad un ragazzo di Milano che mi ha contattato per farmi vedere i suoi disegni, gli ho detto di investire su sè stesso, sulla sua creatività o quanto meno di cercarla. Perchè, scimmiottare alcuni per piaggeria, verso una certa casa editrice,come avevo notato, “fanno di te un clone”!
    Fine della chiacchierata: il lavoro mi attende.

  • Saretta |

    Non vporrei che il mio messaggio fosse frainteso. Io mi riferivo a chi si è firmato “No, Basta vi prego!” e gli dicevo: “Non andartene anche tu!
    Faccela, per favore!”
    Era ironico (perché qui non si sa mai)…

  • Hellrod |

    Bei commenti, mi complimento con Nestore, con Beka che ha avuto il contatto con Celardo e con chi apprezza anche questi fumetti considerati minori, in particolare quelli dei comic book, che per alcuni sono poco più che spazzatura.
    Per dirla tutta, Celardo ha lavorato alla Daily Strips che segue, a partire dalla data 1954-01-11 (4501) col nome “Tarzan and the Ghost” fino alla ristampa 7303 della storia col pilota prigioniero (“Tarzan and the Captive Pilot”: 1962-12-17 , 7297).
    Da notare che non sono mai state ristampate sino a ora le sue tavole domenicali. Sarebbe ujn’occasione per farlo, ma non credo che si abbiano orecchie per intendere.

  • nestore del boccio |

    Nella sua omogeneità del segno, a tratti, in scansione ritmica, costruiva delle vignette che erano e sono degli autentici gioielli. Rifacendosi come molti al Tarzan di Foster, lo sintetizzava, con l’influenza di Hogart, in una sintesi dal segno e, soprattutto, dal linguaggio personalissimo. Non aveva la leggiadria grafica di Lubbers, l’impetuosità cinematografica di Kubert e nemmeno la violenza dell’edonismo fantastico del preraffaellita Hogart, ma creo’, nella sua staticità strutturale, una figurazione, soprattuto nei tratti del viso, che sarà presa a modello, modernizzandola, dall’immaginifico Russ Manning.
    Ciao, John!

  • Franco |

    Vedo che quelli di Comics Blog, senza citarlo, hanno preso molte informazioni e un’illustrazione da questo post, è evidente:
    http://www.comicsblog.it/post/14273/addio-a-john-celardo

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