Questa foto di Jessica Ruocco (amica di Cris Fabian, © dell’avente diritto) alla mostra di Pravda offre lo spunto per rinfrescare la memoria su questa eroina pop e un po’ camp dell’epoca piuttosto bella in cui i giovani, quelli italiani compresi, potevano sperare qualcosa di positivo per il loro futuro.
Lo scippo di futuro dei piduisti, nei fatti e nello spirito, era ancora lontano all’orizzonte, benché, si sarebbe scoperto più tardi, fosse già ampiamente in atto.
E adesso, qualche precisazione sul primo dei commenti al post sulle nuove edizioni di Michel Vaillant della Nona Arte.
Riguarda un grande artista (ahimè) dimenticato, in realtà anche poco considerato sin dall’inizio dal pubblico italiano: Guy Peellaert, autore di due personaggi femminili considerati fra i capostipiti del Fumetto erotico, nel volgere degli anni Sessanta.
Sono Pravda e Jodelle. Se ne parlò nei saggi, allora e negli anni immediatamente successivi. La diffusissima Enciclopedia del Fumetto (1970), edita dalla fiorentina Sansoni, a cura di Gaetano Strazzulla e colleghi, dedicò un po’ di spazio a Peellaert nella sezione del fumetto erotico: quattro fascicoli che poi sarebbero stati rilegati in un volume circolato autonomamente con questo titolo.
Se Pravda, il cui nome ricorda un notorio quotidiano dell’URSS, era ispirata alla fisionomia di Françoise Hardy, Jodelle era invece chiaramente ispirata a Sylvie Vartan , una cantantina abbastanza spigliata e spregiudicata, ma comunque rivolta con i suoi brani al pubblico “perbene” delle famiglie, diversamente dalla “scandalosa” collega coeva Jane Birkin (compagna di Serge Gainsbourg). Lo testimonia la sua popolarità in Italia, in particolare nello show del 1968 Doppia coppia, scritta da Antonio Amurri e Dino Verde diretto da Eros Macchi, con Alighiero Noschese, Bice Valori e Lelio Luttazzi.
Eccone la celeberrima sigla di apertura.
Sotto, uno dei classici duetti fra Luttazzi (anche compositore dello stesso) e Jodel… AHEM, la Vartan.
Sandro Angiolini dichiarava di essersi poi ispirato a Sylvie per creare il personaggio dell’indiana bianca Vartàn, appunto. In una intervista che feci al prolifico fumettista nei primi anni Ottanta, Angiolini sosteneva di aver mostrato alune di queste tavole alla quasi omonima Sylvie che si era compiaciuta di aver fornito questa ispirazione, tutt’altro che scandalizzata o adirata.
Jodelle, in quegli anni, stava proprio dappertutto, una vera icona tardo-rock. E con la sua “eroina sorella” sarebbe stata rilanciata, decenni dopo la loro creazione, in un museo giapponese, con il bell’allestimentoi pop Looking for Pravda del quale questo post mostra alcune immagini.
Sooto.
Prima, però, rendiamo più evidente il confronto fra lei, eroina di carta, e la sua “corrispondente” in carne (poca) ed ossa (quanto basta).
La Hardy era molto considerata anche in Italia, come dimostra questo estratto dalla trasmissione Diamoci del tu, dove interpreta Gli altri e “subisce” le beffe di Caterina Caselli e Giorgio Gaber.
Nella speranza che questo e gli altri video del post non vengano disattivati subito, ma che restino almeno un po’ per la gioia dei visitors.
Quasi un video (sulla sabbia) con Françoise Hardy: Il saluto del mattino, in un estratto ricavato quasi sicuramente da un “musicarello” che non è stato sinora possibile identificare. Se qualcuno ha delle idee, può annotarle nei commenti sotto questo post.
Peellaert ci ha lasciato nel 2008.
Françoise Hardy, invece, ancora stupenda, continua a cantare. Sotto, un suo brano di qualche mese fa: Champ d’honneur.
Françoise Hardy – Champ d'honneur
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