La calura agostana risolve un mistero primaverile legato a stranissimi gadget di controversa provenienza.
Esultano, a tale rivelazione, alcune fra le più divertenti eroine del Fumetto (non solo italiano).
Le strane connessioni fra characters al femminile sono state offiziate da Gian Carlo Malagutti (idea), risolutore del mistero indicato nel titolo, e Manlio Truscia.
Riuscite a individuarle tutte?
Non è difficile, andiamo…
Per il momento, ripropongo il testo marzolino dove si esprimano dubbi e perplessità…
I giocattoli non hanno solitamente diritto di ospitalità in questo blog, ma questi riguardano Topolino, quindi lo strappo alla regola è giustificato.
Ancora più grande è l’interesse per questi birilli da bowling per bambini realizzati negli anni Sessanta perché… ciascuno di essi, sul loro retro, sfoggia un assurdo copyright: quello di Hanna-Barbera.
Incredibile, no?
Lo rivela il detentore di questo sito di vendita on line di oggetti vari e lo riprende Jerry Beck su Cartoon Brew.
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Per supportare la discussione impostata nei commenti in coda al post precedente su questo stesso tema, ho aggiunto (sopra) la copertina del 45 giri in vinile di una collana hanna-barberiana dove Huckleberry Hound reinterpreta l’avventura di Fratel Coniglietto e soci narrata nel lungometraggio di Walt Disney Song of the South (da noi I racconti dello Zio Remo).
Posso aggiungere di aver posseduto la versione italiana di questo disco, davvero rarissima, con la voce di Braccobaldo Bau fornita dall’attore Renzo Palmer, che abitualmente lo “doppiava” negli show televisivi trasmessi dalla Rai.
Ed ecco, a un giorno di distanza dalla presentazione del post, la soluzione fornita da Malagutti!
A quanto sono riuscito a sapere, quelli con la scritta “Hanna Barbera Productions – Ins” sono delle copie sbagliate (lo stesso Ins non ha alcun senso) che avrebbero dovuto essere distrutte, ma evidentemente sono state distribuite su un circuito parallelo (forse solo in Asia) e sono poi arrivate in USA.
Nell’immagine (si legge poco) c’é la versione corretta Disney. Le due edizioni sidifferenziano anche per il colore della base. Come scoperta non è un granché, ma è un passettino avanti.
A me la soluzione fornita da Gian Carlo sembra del tutto plausibile e definitiva. Partite di toys “fallate” per un errore nel copyright sono state immesse clandestinamente sul mercato invece di essere distrutte. Non è una situazione che non abbiamo già visto in precedenza anche relativamnente a merci di altro tipo.
Cartacee comprese.