La casa editrice Tunué festeggia il successo al Salone Internazionale di Barcellona, dove il nuovo graphic novel di Paco Roca, L’inverno del disegnatore, ha vinto il premio come “Miglior opera” e “Miglior sceneggiatura”.
Felicitazioni e complimenti anche da parte di Cartoonist Globale.
Sotto, la copertina ispanica dell’opera, più avanti nel post quella nostrana della Tunué.
Il lavoro di Paco Roca ci piace molto anche perché ci riporta indietro nel tempo, facendoci scoprire una realtà fumettistica che, diciamolo pure, in Italia è stata sempre piuttosto snobbata (perché ignorata). Quella dei “giornalini” made in Spain, della ricca fucina di talenti le cui storie erano raramente ristampate anche in Italia e i cui eroi, come El Cachorro o Capitan Trueno sono solo dei “classici obbligati” della storia del fumetto mondiale, ma sfido qualcuno dei lettori di questo blog ad averne mai letta un’avventura (spagnoli a parte, s’intende).
Eppure, almeno fra gli anni Cinquanta e Sessanta, la Scuola Spagnola non ha niente da invidiare alle due “sorelle latine” franco-belga e italiana.
Di El Cachorro i lettori delle riviste conoscono una copertina, perché citata affettuosamente da Carlos Gimènez in un episodio del suo serial Paracuellos, che in Italia veniva pubblicato da Totem Comic.
Proprio Gimènez, come Paco, aveva già indagato sulla vita di redazione in uno studio fumettistico spagnolo, come sappiamo dal ciclo Los Profesionales, I professionisti (in Italia sull’Eureka diretta da Silver e Alfredo Castelli nei primi anni Ottanta, quindi in volumi per conto dell’etichetta Black Velvet. Ne abbiamo parlato q u i qualche anno fa).
Dopo il successo di Rughe e de Le strade di sabbia, Roca narra le gesta di un gruppo di disegnatori e della loro difficile condizione nella casa editrice spagnola Bruguera. Gli autori, per ribellarsi a questa situazione, fondarono una rivista indipendente –Tio Vivo – di grande successo.
Un paio di domande a Paco.
Di cosa si parla in questo graphic novel, così diverso da quello che i lettori italiani hanno mai letto?
L’Inverno del disegnatore racconta della lotta di alcuni disegnatori per la loro dignità. Disegnatori che sognarono di diritti in un’epoca in cui faceva fumetti veniva considerato più simile a un “operaio della vignetta” che ad un’artista.
In Spagna, invece, questi cinque autori osarono sognare, in pieno franchismo, mentre in tutto il mondo, i disegnatori incominciavano a realizzare che dovevano avere i diritti sui loro personaggi e il loro lavoro. Quello di cui voglio parlare ne L’inverno del disegnatore è in realtà il tema universale dei diritti d’autore.
Questo “lungo inverno” dei disegnatori, in Spagna durò fino a metà degli Ottanta, quando i disegnatori Ibañez ed Escobar (quest’ultimo l’unico ancora vivo allora dei cinque autori di TíoVivo), poterono recuperare finalmente i diritti sui loro personaggi.
Qual era il contesto in cui gli autori di TíoVivo lavoravano, e soprattutto, quale erano le loro intenzioni?
La lotta degli autori per il loro lavoro è viva ugualmente oggigiorno. L’autore normalmente è l’anello più debole della catena editoriale (autore, editore, distributore). Viviamo tempi di cambiamento con le autoproduzioni e internet, ma gli autori devono stare attenti affinché questa nuova epoca non si trasformi in un nuovo “inverno del disegnatore”.
Dati tecnici:
Paco Roca
L’inverno del disegnatore
Prefazione di Carlo Chendi
Tunué, 2011 – Collana «Prospero’s Books» n. 34
cm. 17×24; pp. 144 a colori; rilegato filo refe;
Euro 16,50
LINK CORRELATI:
CARLOS GIMÉNEZ: VIÑETAS DE LA HISTORIA DE ESPAÑA IN MOSTRA A MADRID
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