In questo periodo si parla spesso, a tutti i TG e su tutti i giornali, dei due mestieri più antichi del mondo: quello delle ragazze sotto il lampione e quello dei giornalisti.
Per aggiungere qualche tassello in più al puzzle, come si dice con formula di rito: riceviamo e (molto volentieri) pubblichiamo.
Se non ora quando? Sempre! Diciamo noi
“Noi vogliamo tutto” è il nostro manifesto/volantino di partecipazione alla manifestazione, sottoscritto dal Comitato per i diritti delle prostitute [leggi il loro comunicato].
Per adesioni scrivere a femminismoasud@inventati.org oppure a ombrellirossi@grrlz.net. Chiunque stia realizzando uno spezzone dagli ombrelli rossi in qualunque città può farlo proprio (a destra potete leggere info sulle città in cui ci saranno spezzoni ribelli, liberi e indecorosi).
Potete scaricare il volantino in pdf per l’appuntamento a Roma dove noi, le femministe e i disertori e le sex workers saremo insieme. Da scaricare anche il logo, il banner per blog e siti, la locandina con un elenco di città con gli ombrelli rossi, il volantino in .doc da riadattare per altre città.
Appuntamento a Roma, domenica 13 febbraio, ore 14.00, Piazza del Popolo (pagina evento facebook) (pagina facebook dedicata alla campagna)
NOI VOGLIAMO TUTTO
Ombrelli rossi per i diritti di tutte le donne
Siamo donne, uomini, femministe, sex workers, disertori del patriarcato.
Viviamo sulla nostra pelle l’assenza di diritti, la precarietà, la mancanza di prospettive.
Vogliamo futuro. Vogliamo respirare. Vogliamo poter scegliere.
Siamo tutti/e egualmente consapevoli dell’esistenza di regole economiche che favoriscono i ricchi e massacrano chiunque altro/a.
Sono in vendita le nostre braccia, le nostre vite, la nostra testa, i nostri corpi.
Chi prova ad autodeterminare la propria vita diventa oggetto di repressione. Perché a pochi piace un mondo di soggetti liberi.
Si preferisce invece una società di operai, badanti, schiave, precarie, disoccupati, lavoratrici del sesso, alla mercé del primo manager pronto a cancellare diritti, reddito, casa, lavoro.
Nelle società decadenti, quelle in cui nessuno sa proporre una alternativa, chi ha poca fantasia ottiene potere attraverso iniziative autoritarie.
Perseguitare gli stranieri per fare finta di difendere la sicurezza economica degli italiani.
Perseguitare i gay e le lesbiche per fare finta di difendere il sacro valore della famiglia.
Perseguitare le donne per fare finta di difendere la continuità della specie, per fare finta di difenderne la dignità, il corpo, la vita.
Perseguitare chiunque esprima un libero pensiero per fare finta di difendere i potenti che governano.
Le vittime vengono descritte come carnefici. I carnefici si autodescrivono in quanto vittime.
Le donne lo sanno. Accade ogni giorno. In ogni luogo in cui un uomo uccide una donna mentre i media sono attenti a definirne la nazionalità o a giustificarlo affinché non si sappia che la violenza in famiglia è la prima ragione di morte violenta per tutte le donne.
Accade negli angoli bui in cui sono costrette le sex workers. Relegate nelle periferie fredde e insicure, da ordinanze di sindaci sceriffi armati a salvaguardia del decoro e della moralità. Ed è in quegli angoli che spesso le sex workers perdono la vita, mentre i media ignorano queste morti e nei titoli pronunciano chiara la parola “prostituta” e omettono di specificare che l’assassino è un cliente.
Accade alle straniere, lavoratrici del sesso, badanti, costrette ad obbedire ad un padrone, un uomo o lo Stato, per evitare di essere rinchiuse in un C.I.E.
Noi non ci riconosciamo nelle omissioni, nei moralismi, nelle bugie di chi consegna i nostri corpi autodeterminati allo Stato, alla nazione, in nome di una dignità che nessuno ci riconosce mai quando diciamo che non abbiamo patria, nazione, perché non abbiamo certezze economiche, prospettive di studio, libertà di scelta.
Noi non ci riconosciamo nella chiamata alle armi per una caccia alle streghe animata da misoginia e omertà a protezione dei veri responsabili del disastro italiano.
Non riuscirete a metterci le une contro le altre perché chi usa la guerra tra poveri in qualunque battaglia crea separazione sociale per dare credito a chi su quella separazione specula.
Vale per quelli che istigano la guerra tra stranieri e italiani.
Vale per quelle che istigano la separazione tra donne perbene e donne permale.
Scendiamo in piazza anche per dirvi questo.
Perché noi non vogliamo essere usat*.
Perché noi vogliamo di più.
Perché noi vogliamo tutto.
Femminismo a Sud (http://femminismo-a-sud.noblogs.org)
Comitato per i diritti delle prostitute (http://www.lucciole.org)
Per adesioni: femminismoasud@inventati.org oppure ombrellirossi@grrlz.net
(Il © dei disegni con le tre ragazzine cattoliche è di John Kricfalusi)